Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/487: differenze tra le versioni

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{{Pt|dale,|feudale,}} sì per tema che l’imperatore, fatto potente, minacciasse la loro recente conquista; il basso clero applaudiva alla rintegrata disciplina; i popolani bramavano assodare il governo a comune e respingere i Tedeschi: ma la fautrice più efficace di Gregorio fu la contessa Matilde.
GREGORIO VII

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Bonifazio, conte di Modena, Reggio, Mantova, Ferrara, aveva dall’imperatore Corrado Salico ottenuto il ducato di Lucca ed il marchesato di Toscana (1027), riuscendo uno de’ più potenti signori d’Italia; e s’aggiunga dei più ricchi e munifici. Fu assassinato mentre da Mantova passava a Cremona, e il popolo credette che nel luogo del delitto più non crescesse erba.
dale, si per tema che l'imperatore, fatto potente, minacciasse la loro

recente conquista; il basso clero applaudiva alla rintegrata disci-
La sua vedova fu cercata in nuove nozze da Goffredo di Lorena, il quale combinò insieme il matrimonio del suo figlio d’egual nome con Matilde, fanciulla di Beatrice (1063). Goffredo parteggiò con papa {{AutoreCitato|Papa Alessandro III|Alessandro II}} contro Cadolao, e prestò il braccio onde reprimere Riccardo normanno, che, invase alcune terre pontifizie pretendeva il titolo di patrizio di Roma. Morto lui (1076), poi anche la madre, e l’indegno marito Goffredo il Gobbo, Matilde si trovò signora dei vastissimi dominj paterni, e d’assai terre nell’alta Lorena, spettanza materna; e ne usava a larghissime beneficenze.
plina; i popolani bramavano assodare il governo a comune e re-

spingere i Tedeschi: ma la fautrice più efficace di Gregorio fu la
La Toscana è piena di tradizioni intorno a questa insigne donna; e {{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}} la immortalò collocandola alle soglie del suo paradiso. Intorno ai costumi di lei varia corre la fama, ma concorde sulla coltura sua, il coraggio, la perseveranza e la devozione verso la sede pontifizia. Devota, pur resiste alla seduzione del chiostro, allora comune, onde versarsi nell’attività del secolo, e malgrado il debole temperamento, vi riesce. Combatte in persona, parla la lingua di tutti i suoi vassalli, tiene corrispondenza con nazioni lontane, raduna una biblioteca, e fa da Anselmo raccogliere il Corpo del Diritto Canonico, e quel del Diritto Civile da Irnerio, che per sua cura aperse in Bologna la prima scuola di leggi. Tanta grandezza abbelliva coll’umiltà, e la sua sottoscrizione era ''Mathilda Dei gratta si quid est''<ref>Nel 1858 Amedeo Renée traduceva la mia ''Storia di cento anni'', ed essendo lettore della imperatrice de’ Francesi al momento che macchinavasi la spedizione d’Italia e perciò giovava infervorar le memorie di questa, egli mi domandò qual soggetto potesse prescegliere. Io non esitai a suggerirgli la contessa Matilde, ed egli in fatti scrisse in due volumi ''Una grande principessa d’Italia''.</ref>.
contessa Matilde.

Bonifazio, conte di Modena, Reggio, Mantova, Ferrara, aveva dal-
Mostrò ella speciale devozione a Gregorio VII, e che che ne ciarli
l'imperatore Corrado Salico ottenuto il ducato di Lucca ed il mar-
chesato di Toscana (1027), riuscendo uno de' più potenti signori d'I-
talia ; e s'aggiunga dei più ricchi e munifici. Fu assassinato mentre
da Mantova passava a Cremona, e il popolo credette che nel luogo
del delitto più non crescesse erba.
La sua vedova fu cercata in nuove nozze da Goffredo di Lorena,
il quale combinò insieme il matrimonio del suo figlio d'egual nome
con Matilde, fanciulla di Beatrice (1063). Goffredo parteggiò con papa
Alessandro II contro Cadolao, e prestò il braccio onde reprimere
Riccardo normanno, che, invase alcune terre pontifizie^ pretendeva
il titolo di patrizio di Roma. Morto lui (1076), poi anche la madre,
e l'indegno marito Goffredo il Gobbo, Matilde si trovò signora dei
vastissimi dominj paterni, e d'assai terre nell'alta Lorena, spettanza
materna; e ne usava a larghissime beneficenze.
La Toscana è piena di tradizioni intorno a questa insigne donna;
e Dante la immortalò collocandola alle soglie del suo paradiso. In-
torno ai costumi di lei varia corre la fama, ma concorde sulla col-
tura sua, il coraggio, la perseveranza e la devozione verso la sede
pontifizia. Devota, pur resiste alla seduzione del chiostro, allora co-
mune, onde versarsi nell'attività del secolo, e malgrado il debole
temperamento, vi riesce. Combatte in persona, parla la lingua di tutti
i suoi vassalli, tiene corrispondenza con nazioni lontane, raduna una
biblioteca, e fa da Anselmo raccogliere il Corpo del Diritto Canonico,
e quel del Diritto Civile da Irnerio, che per sua cura aperse in Bo-
logna la prima scuola di leggi. Tanta grandezza abbelliva coll'umiltà,
e la sua sottoscrizione era Mathilda Dei gratta si quid est (27).
Mostrò ella speciale devozione a Gregorio VII, e che che ne ciarli
(27) Nel 1858 Amedeo Renée traduceva la mia Storia di cento anni, ed essendo let-
tore della imperatrice de' Francesi al momento che macchinavasi la spedizione d'Italia
e perciò giovava infervorar le memorie di questa, egli mi domandò qual soggetto
potesse prescegliere. Io non esitai a suggerirgli la contessa Matilde, ed egli in fatti
scrisse in due volumi Una grande principessa d'Italia.