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Orleans era per rendersi. Ed ecco la figlia del contadino Jacopo, che fino ai diciott’anni aveva atteso a pascer le pecore (era nata a Domrémy nel 1409) in una visione è chiamata a liberare la Francia; va a {{Wl|Q133372|Carlo VII}} nella sua piccola corte di Chinon; Io convince della sua divina missione; le danno alcuni soldati ed in otto giorni libera Orleans, la sola città di momento che non fosse in mano ai nemici. Prende poi altre città, vince Talbot a Patay, e tratto il re a Reims a traverso ottanta leghe di paese nemico, lo fa consacrare il 17 luglio 1429. L’anno dopo entra in Compiègne, assediata dagl’inglesi e dai Borgognoni, e il 24 maggio in una sortita cade in mano del duca di Borgogna. Consegnata agl’inglesi, questi la fecero condannare per maliarda da un tribunale composto di nove dottori della Sorbona e di trentacingue abati e monaci, presieduto da frate Martino vicario dell’Inquisizione e da Cauchon, vescovo di Beauvais, creatura di Enrico V d’Inghilterra. «Essendo da Inglesi accusata per maga e per superstiziosa cristiana, dice il nostro vecchio storico Paolo Emilio Veronese, fu posta nel fuoco ad ardere (a Rouen il 30 maggio 1431), essendone li stessi suoi nemici giudici e non avendo quasi niuno ardire di aprir bocca in defensione di questa sventurata.» Carlo VII fece rivendere il processo e il papa Calisto rendè l’onore alla sua memoria.
Orleans era per rendersi. Ed ecco la figlia del contadino Jacopo, che fino ai diciott’anni aveva atteso a pascer le pecore (era nata a Domrémy nel 1409) in una visione è chiamata a liberare la Francia; va a {{Wl|Q133372|Carlo VII}} nella sua piccola corte di Chinon; Io convince della sua divina missione; le danno alcuni soldati ed in otto giorni libera Orleans, la sola città di momento che non fosse in mano ai nemici. Prende poi altre città, vince Talbot a Patay, e tratto il re a Reims a traverso ottanta leghe di paese nemico, lo fa consacrare il 17 luglio 1429. L’anno dopo entra in Compiègne, assediata dagl’inglesi e dai Borgognoni, e il 24 maggio in una sortita cade in mano del duca di Borgogna. Consegnata agl’inglesi, questi la fecero condannare per maliarda da un tribunale composto di nove dottori della Sorbona e di trentacingue abati e monaci, presieduto da frate Martino vicario dell’Inquisizione e da Cauchon, vescovo di Beauvais, creatura di Enrico V d’Inghilterra. «Essendo da Inglesi accusata per maga e per superstiziosa cristiana, dice il nostro vecchio storico Paolo Emilio Veronese, fu posta nel fuoco ad ardere (a Rouen il 30 maggio 1431), essendone li stessi suoi nemici giudici e non avendo quasi niuno ardire di aprir bocca in defensione di questa sventurata.» Carlo VII fece rivendere il processo e il papa Calisto rendè l’onore alla sua memoria.