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processo Dreyfus, in cui si erano gloriosamente impegnati tutti gli intellettuali; a Barrès che scriveva « ''Les Déracinés'' », quadro sociale e politico della Francia dopo il 70. Da tutti i punti di vista, incrociati come le striscie luminose di riflettori vaganti nella notte, questi romanzieri illuminano, criticano, attaccano, difendono, in un grande e fruttuoso tumulto, la vita sociale, politica, sentimentale, filosofica della Francia: vivono, crescono con il paese; partecipano, uomini come gli altri, alle sue lotte politiche, mettono la penna al servizio delle grandi idee morali e sociali, che si rinnovano nel corso della sua storia. Non tralasciano, per questo, l’esame psicologico, lo studio dei drammi privati e delle passioni individuali, ma li immergono nella grande tragedia del tempo. Anche un romanziere rigorosamente psicologico, come {{Wl|Q9327|Maupassant}}, ha scritto i suoi capolavori, quand’era in balia di una passione nazionale; l’odio dei prussiani, passione concreta, sanguinante, che nessuno potrà coronare d’alloro, perchè non si pasce di ritmi. |
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''6 Febbraio'' |
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