Al Polo Nord/18. Una nave speronata: differenze tra le versioni

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Vedendo il battello, la balenottera si avvicinò fino a sfiorarlo colle sue pinne, credendo forse che fosse qualche compagna, e lo seguì per alcuni istanti battendo vigorosamente la coda, ma accortasi dell'errore s'affrettò ad innalzarsi, scomparendo agli sguardi attoniti dei due cacciatori e dell'esquimese.
 
Verso le quattro del meriggio, l'ingegnere, non scorgendo più nelle acque quei riflessi bianchi proiettati dai ghiacci e credendo di aver superata quella formidabile barriera dHcebergsd'''ice-bergs'', diede il comando di risalire a galla per rendersi conto della situazione e per accertarsi se il mare era libero.
 
Il ''Taimyr'' era già quasi giunto a fior d'acqua, senza rallentare la corsa, quando tutto d'un tratto, avvenne un urto così formidabile, che tutti gli uomini che lo montavano furono atterrati, mentre la mobilia si spostava o si rovesciava.
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Le lastre d'acciaio del gigantesco fuso non cedettero, ma rintronarono con un fragore metallico assordante.
 
— Per centomila foche! — urlò Mac-Doil che era balzato lestamente in piedi. — È scoppiata la macchina?...
 
— È scoppiata la macchina?...
 
— Fuggiamo! — gridò Sandoë. — Forse stiamo per saltare!