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troppo inneflaro ne' Capitani , eComhatenn' .. llguerregiarccon gli pro rij gli par col'a iniqua, 5€ ancorche potefl'e, 8c bifo- nall'e apeun , che gli Cittadini non hauerehhon potuto tolerare 'impezo furioi'o de Soldati , che perciò non al'pettaua aPPllCilOv àqual voglia partito , che rouine , 6: calamità .
troppo innestato ne’ Capitani, e Combatenti. Il guerregiare con gli proprij gli par cosa iniqua, & ancorche si potesse, & bisognasse sapeva, che gli Cittadini non haverebbon potuto tolerare l’impeto furioso de Soldati, che perciò non aspettava applicatosi à qual si voglia partito, che rovine, & calamità.


Prcuedeua, che gli inimicionn repentina furia , rotte le muta del Caflcllo della Pietn,hauetel>hon afl'aliti gli Trentini , giì per laciuil difeordia debilitati , a: confumati, con niidcnne pericolo della tozzi dellrutinne della Città. Tenrò con elegante orazione (in cui era all'ai potente ) k, eflicaci reggiani placare, a: indolci re Fli animide So dari . Dimoflrò parimenee in l'ecrero à Cittadini 'infidiede Thedclchi, urina) haueua determinato , cofa [pera- uan,efomndogli,f e ne llal'sercé gli occhi aperti,cin sl‘i l'aniio. n6 altrime'ti che ic giunto Îoflel'vltimo giorno della lorvita,e l‘efite mo precipizio dellalor Kepublica. So giongeuamhe efl'o non lin- urehbe mancato mai di tentare reco o ogni il dilui l'arma: po- tere,un voglia modo, a artificio,per ritrar gli animide Sol- dati da li infame machinatione. Che poi conofcendo defperato il ufo della propria falute,douendo in ogni modo morire,& andar in cilerminio,ei!'cr neeeil'zrio ad ogni conditionc di perfone pren- der l‘armi . Lidbrtaua ad efl'cr huomini oonihnti,& ad impiegar ogni lorvirtù, per rigettare le ofl'efe, che gli veniuano contra ogni ra glorie fine , e perdifi'cndere con l’armi in mano la Republica, gli glieli , parenti , moglie. 6€ l'e medemi .
Prevedeva, che gli inimici con repentina furia, rotte le mura del Castello della Pietra, haverebbon assaliti gli Trentini, già per la civil discordia debilitati, & consumati, con evidente pericolo della total destrutione della Città. Tentò con elegante oratione (in cui era assai potente) & efficaci raggioni placare, & indolcire gli animi de Soldati. Dimostrò parimente in secreto à Cittadini l’insidie de Thedeschi, quanto haveva determinato, cosa speravan, esortandogli, se ne stasser con gli occhi aperti, e in l’aviso, non altrimenti che se gionto fosse l’ultimo giorno della lor vita, e l’estremo precipizio della lor Republica. Soggiongeva, che esso non havrebbe mancato mai di tentare secondo ogni il di lui sapere, & potere, qual si voglia modo, & artificio, per ritrar gli animi de Soldati da si infame machinatione. Che poi conoscendo desperato il caso della propria salute, dovendo in ogni modo morire, & andar in esterminio, esser necessario ad ogni conditione di persone prender l’armi. Li esortava ad esser huomini constanti, & ad impiegar ogni lor virtù, per rigettare le offese, che gli venivano contra ogni raggione fatte, e per diffendere con l’armi in mano la Republica, gli figlioli, parenti, moglie, & se medemi.


Nondnhiuirero , che fonogl'aufpicij e; protettionedi San Vi- gil io haurehhon rotti , 6c veciii gli domelìid nemici, mandati da Ccfare in aiuto , non aeciò deflrugefl'cto , ma foccoreflero vm. Città fid elilIirna; Gli Trentini ancorche fapcfl'ero doucrli teme- re, gindicauano ad ogni modo efl'cr al {urto dildiceuole il erder- fid'animo, l'otto la rudcnza di Giorgio Prencipe, qual apcua- no,eon la deftrezza haurehhe pollo ordine , a: ripiega alla Pazzia de Soldati.
Non dubitassero, che sotto gl’auspicij & protettione di San Vigilio havrebbon rotti, & uccisi gli domestici nemici, mandati da Cesare in aiuto, non acciò destrugessero, ma soccoressero una Città fidelissima; Gli Trentini ancorche sapessero doversi temere, giudicavano ad ogni modo esser al tutto disdicevole il perdersi d’animo, sotto la prudenza di Giorgio Prencipe, qual sapevano, con la destrezza havrebbe posto ordine, & ripiego alla Pazzia de Soldati.


Già era giunto il giorno infinito : fentonogli frgnî , confor. mcl‘a puntato, di tamburi , a: tromberimbumbnmi per rum la Città . Gli Cittadini credeuano efl‘ergionto il 'orno , 6c lwm , in cui la Città douefie perla l'celeragineJc crudîì dc roldati ciTcr dill'mm,perloche d'ogni parte numernfi, 6c intrepidi Enza m- dargs’adunano gli armatijn talguifi che empiono 'apinzza; gli altri oi di minor forze ac‘coronoÀ ferarle porte,l'aflicurano con gru Catenazzi,le puntano con traui, mettendoin anca buoni rra-
Già era giunto il giorno infausto: si sentono gli segni, conforme l’appuntato, di tamburi, & trombe rimbombanti per tutta la Città. Gli Cittadini credevano esser gionto il giorno, & hora, in cui la Città dovesse per la sceleragine, & crudeltà de soldati esser distrutta, perloche d’ogni parte numerosi, & intrepidi senza tardare, s’adunano gli armati in tal guisa che empiono la piazza; gli altri poi di minor forze accorono, à serar le porte, l’assicurano con grossi Catenazzi, le puntano con travi, mettendogli anco buoni