Al Polo Nord/19. Una caccia all'orso: differenze tra le versioni

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Il ''Taimyr'', guidato da Orloff che si era collocato nella gabbia di prora, si era cacciato in un vasto canale aperto attraverso al colosso e che pareva dovesse prolungarsi per parecchie miglia.
Quell'immane squarciatura, prodotta forse dalle irresistibili pressioni dei ghiacci, non era però diritta, serpeggiando capricciosamente ed era ingombra di frammenti di ''hummoks'' e di ''streams'', i quali tendevano ad unirsi per chiudere il passo, ma lo sperone del ''Taimyr'' non trovava alcuna difficoltà a spezzarli nuovamente.
 
Le rive del canale erano popolate solamente da volatili ed abbondavano soprattutto gli eider o edredon, uccelli preziosissimi ed assai ricercati da tutti i cacciatori norvegiani ed islandesi.
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L'esquimese, i due cacciatori e due marinai che erano accorsi trascinarono l'orso e la foca fino al margine del banco e li fecero cadere sulla piattaforma, poi ripresero frettolosamente il largo, mentre Mac-Doil si metteva a scuoiarli per regalare a Kalutunak lo zampone arrostito.
 
Il nebbione segnalato dall'ingegnere continuava intanto ad avanzarsi, avvolgendo i ghiacci ed il canale aperto fra il banco, il quale cominciava a restringersi come se accennasse a finire ingombrandosi di ''hummoks'' e di ''streams'', costringendo in tal guisa il ''Taimyr'' a lavorare di sperone.
 
Anche la temperatura si abbassava bruscamente annunciando una burrasca di neve o la vicinanza di grandi campi. In meno di tre ore era scesa di -4°, segnando ora-18°.