Al Polo Nord/Prefazione: differenze tra le versioni
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Sfinito da una marcia di nove ore, attraverso a burroni ripidissimi, fra gole profonde, su per rupi dove bisogna arrampicarsi come i gatti, poiché nemmeno le più agili capre sarebbero state capaci di superarle, anelavo di trovarmi a Cuorgnè e di riposarmi.
Appena entrato nella mia casettina, ricevuto dalle grida gioconde del mio Nadir e della mia Fathima, due bricconcelli che non lasciavano tranquillo il ''papà'' nemmeno quando scrivevo, mi venne incontro mia moglie, dicendomi con una cert'aria di mistero:
— L'hai incontrato?
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La guardai un po' sorpreso; ma immaginandomi tosto che fosse giunto qualche amico, le risposi:
— Non ho veduto alcuno. Sono venuto dalla parte dell'Orco<ref> Fiume di notevole corso che attraversa il Canavese.</ref> e non ho incontrato che dei contadini.
— È uscito or ora.
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— Pure Andrée ha dato sue notizie.
— È vero. L'equipaggio della barca da pesca ''Alken'', navigante presso il capo Nord dello Spitzberg, ha raccolto un piccione viaggiatore lanciato da Andrée il 13 luglio, a 15°5' di longitudine Est e 52°2' di latitudine Nord, annunciante che tutto andava bene e che il pallone marciava verso il settentrione, ma poi più nulla.
— Ditemi, signore — esclamò ad un tratto il mio visitatore. — Avete mai udito raccontare che un uomo sia giunto al Polo Nord?...
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— Mai.
— Voi avete pratica delle questioni polari e ho letto alcuni vostri lavori: ''Al polo Australe in velocipede'', nel ''Paese dei ghiacci'', i ''{{Tc|I pescatori di balene|Pescatori di balene}}'', e so che avete passata sul mare buona parte della vostra gioventù.
Guardai lo sconosciuto con uno stupore così vivo, che egli se ne accorse e sorrise.
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Depose su di una sedia vicina lo sciallo che aveva sempre tenuto sul braccio, indi riprese:
— Dicono, che quando i marinai del
La mia sorpresa si cangiava ormai in una vivissima curiosità ed avevo ascoltato avidamente quell'ebridano. Sentivo per istinto che stavo per apprendere qualche terribile istoria d'avventure; che stavo per afferrare il soggetto per un futuro lavoro ed avrei voluto che Mac-Doil avesse continuato a parlare per un bel pezzo ancora, ma egli si era arrestato, come se volesse indovinare quale effetto avevano prodotto in me le sue ultime parole.
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«27 Luglio 1864.
«Se il mio battello il ''Taimyr'', non dovesse più mai ritornare alla superficie e rimanere in eterno adagiato sulle sabbie dell'Oceano Polare, come ne ho il triste presentimento, incarico Harry Mac-Doil ed il suo compagno Gustavo Sandoé, cacciatori della Compagnia Russo-Americana, di recare in Europa la notizia della scoperta del polo, da me compiuta.
{{A destra|«Ing.
{{A destra|«89°20' di lat. N. 24°9' di long.»}}▼
▲«89°20' di lat. N. 24°9' di long.»
M'alzai di scatto, impotente di frenarmi, esclamando:
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{{A destra|{{Sc|E. Salgari}}}}
{{Sezione note}}
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