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{{Pt|puscolare|corpuscolare}}. Uno dei sostenitori più validi di questa teoria fu il {{AutoreCitato|Pierre Gassendi|Gassendi}} (1592-1655); secondo lui tutti i corpi, siano essi liquidi o solidi, avrebbero in sè degli intervalli vuoti, dei pori, e tanto questi, quanto i corpuscoli, sarebbero dotati di una data forma. Se i corpuscoli del mezzo solvente corrispondono agli spazi vuoti del corpo da disciogliere, allora à luogo la soluzione. Si tratterebbe adunque di un fenomeno puramente meccanico. Niente à servito meglio a divulgare questa teoria, che la pubblicazione di {{AutoreCitato|Nicolas Lémery|N. Lémery}} intitolata ''Court de Chymie'' (1675), nel quale si trovano queste precise parole: «Les dissolvents agissent selon les pores qu’ils rencontrent». Le idee di {{AutoreCitato|Isaac Newton|Newton}} invasero anche il campo chimico recandovi nuove vedute. Nella sua classica opera egli prese a considerare la questione: se la soluzione di un sale nell’acqua, come in generale ogni reazione chimica, fosse causata dall’attrazione reciproca delle infime particelle dei diversi corpi; se cioè, la soluzione di una certa quantità di sale nell’acqua avviene perchè le ultime particelle del sale «attraggono l’acqua con forza maggiore, che non si attraggano tra di loro?» Questo nuovo modo di interpretare i fenomeni chimici ed il processo di soluzione, messo innanzi da Newton in forma interrogativa, convenientemente modificato trovò la più estesa applicazione nel celebre trattato di {{AutoreCitato|Herman Boerhaave|Boerhave}} ''Elementa Chemiae'' (1732). Quest’opera à goduto nel XVIII secolo la massima diffusione e la massima autorità ed à certamente esercitato un’influenza sul posteriore sviluppo delle teorie intorno al processo di soluzione. Non sarà adunque fuor di luogo considerare un po’ più da vicino le vedute di questo scienziato dal pensiero lucido e critico.
{{Pt|puscolare|corpuscolare}}. Uno dei sostenitori più validi di questa teoria fu il {{AutoreCitato|Pierre Gassendi|Gassendi}} (1592-1655); secondo lui tutti i corpi, siano essi liquidi o solidi, avrebbero in sè degli intervalli vuoti, dei pori, e tanto questi, quanto i corpuscoli, sarebbero dotati di una data forma. Se i corpuscoli del mezzo solvente corrispondono agli spazi vuoti del corpo da disciogliere, allora à luogo la soluzione. Si tratterebbe adunque di un fenomeno puramente meccanico. Niente à servito meglio a divulgare questa teoria, che la pubblicazione di {{AutoreCitato|Nicolas Lémery|N. Lémery}} intitolata ''Court de Chymie'' (1675), nel quale si trovano queste precise parole: «Les dissolvents agissent selon les pores qu’ils rencontrent». Le idee di {{AutoreCitato|Isaac Newton|Newton}} invasero anche il campo chimico recandovi nuove vedute. Nella sua classica opera egli prese a considerare la questione: se la soluzione di un sale nell’acqua, come in generale ogni reazione chimica, fosse causata dall’attrazione reciproca delle infime particelle dei diversi corpi; se cioè, la soluzione di una certa quantità di sale nell’acqua avviene perchè le ultime particelle del sale «attraggono l’acqua con forza maggiore, che non si attraggano tra di loro?» Questo nuovo modo di interpretare i fenomeni chimici ed il processo di soluzione, messo innanzi da Newton in forma interrogativa, convenientemente modificato trovò la più estesa applicazione nel celebre trattato di {{AutoreCitato|Herman Boerhaave|Boerhave}} ''Elementa Chemiae'' (1732). Quest’opera à goduto nel XVIII secolo la massima diffusione e la massima autorità ed à certamente esercitato un’influenza sul posteriore sviluppo delle teorie intorno al processo di soluzione. Non sarà adunque fuor di luogo considerare un po’ più da vicino le vedute di questo scienziato dal pensiero lucido e critico.


Egli diceva: «Data la natura del solvente, ne segue che quando esso agisce sopra un corpo, si discioglie nella stessa guisa, come il corpo che esso vuol disciogliere».... «così che i cambiamenti che i solventi provocano nei corpi, pare abbiano origine sopratutto da una intima unione tra le infime particelle del solvente e del corpo disciolto».... «Le particelle del solvente e quelle del soluto si uniscono insieme tutte, quando è avvenuta la soluzione, per formare un corpo nuovo omogeneo «La causa di questo fenomeno, qualunque essa sia, deve cercarsi così nel solvente, come nel corpo disciolto. Essa è comune ad entrambi ed agisce reciprocamente sull’uno e sull’altro».... «Se ora si pensa che i corpuscoli disciolti {{Pt|riman-|}}
Egli diceva: «Data la natura del solvente, ne segue che quando esso agisce sopra un corpo, si discioglie nella stessa guisa, come il corpo che esso vuol disciogliere».... «così che i cambiamenti che i solventi provocano nei corpi, pare abbiano origine sopratutto da una intima unione tra le infime particelle del solvente e del corpo disciolto».... «Le particelle del solvente e quelle del soluto si uniscono insieme tutte, quando è avvenuta la soluzione, per formare un corpo nuovo omogeneo».... «La causa di questo fenomeno, qualunque essa sia, deve cercarsi così nel solvente, come nel corpo disciolto. Essa è comune ad entrambi ed agisce reciprocamente sull’uno e sull’altro».... «Se ora si pensa che i corpuscoli disciolti {{Pt|riman-|}}
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