Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/457: differenze tra le versioni

 
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con un lago che riesce nel fiume Isara: il quale poi ricevendo in sé un altro fiume detto Atage, va a sboccare nell’Adria. Dallo stesso lago esce anche un altro fiume che portasi all’Istro e chiamasi Atesino<ref>Osserva il {{AutoreCitato|Pascal François Joseph Gossellin|Gossellin}} non trovarsi alcun fiume Isara nè Atage che sbocchi nell’Istro: e che ''Atesino'' o ''Alesi'' si disse anticamente l’Adige, il quale per altro riesce al mare Adriatico.</ref>. Che anzi l’Istro medesimo ha le sue origini da questi monti che sono divisi in molti rami e in molte sommità. Perocché dalla Ligustica fino a questo sito del quale ora parliamo, si distendono senza interrompimento le alture delle Alpi, e rendono immagine di un monte solo. Ma procedendo più oltre si trovano ora più eccelse ora più abbassate quelle montagne, e come divise in parecchie parti e sommità. La prima di queste divisioni è quel dosso che oltre il Reno ed il Iago s’innalza a mediocre altezza ed è rivolto all’oriente, dove sono le sorgenti dell’Istro vicino agli Svevi ed alla foresta Ercinia
con an Iago che riesce nel fiume Isara: il quale poi ricevendo
<ref>L’Autore accenna in questo luogo quella catena di montagne che attraversa la Svevia dal mezzodì al nord parallelamente al corso del Reno. Quivi ha le sue sorgenti il Danubio (l'''Istro''). — Il lago poi qui menzionato pare che sia quel di Costanza. - La selva Ercinia è la ''selva Nera''. (G.)</ref>. Alcuni altri sono volti verso l’Illiria e l’Adria: ed uuo di questi é il monte Appennino già detto, e il Tullo, e il Fligadia, e i monti sovrastanti ai Vindelici, dai quali discendono e vanno a sboccare nell’Istro il Dura, il Clani e parecchi altri torrenti. Intorno a questi luoghi abita la gente di Japodi, già frammischiata cogl’Illirii e coi Celti, e presso alla quale si trova il monte
in sé nn altro finme detto Atage, va a sboccare
nell’Adria. Dallo stesso lago esce anche an altro fiume
che portasi all’Istro e chiamasi Atesino<ref>Osserva il Gossellin non trovarsi aleuti fiume Isara ni Atage che sbocchi nell’Istro: e che Atesino o Alesi si dissj anticamente l’Adige, il quale per altfo riesce al mare Adriatico.</ref>. Che
anzi l’Istro medesimo ha le sue origini da questi monti
che souo divisi in molti rami e in molte sommità. Perocché
dalla Ligustica fino a questo sito del quale ora
parliamo, si distendono senza interrompimento le alture
delle Alpi, e rendono immagine di nu monte solo.
Ma procedendo più oltre si trovano ora più eccelse ora
più abbassate quelle montagne, e come divise in parecchie
parti e sommità. La prima di queste divisioni é
quel dosso che oltre il Reno ed il Iago s’innalza a mediocre
altezza ed é rivolto all’oriente, dove sono le
sorgenti dell’Istro vicino agli Svevi ed alla foresta Ercinia
<ref>L’Autore accenna in questo luogo quella catena di montagne che attraversa la Svevia dal mezzodì al nord parallelamente al corso del Reno. Quivi ha le sne sorgenti il Danubio (YIstro). — 11 lago poi qui menzionato pare che sia quel di Costanza. - La selva Ercinia t la selva Aera. (G.)</ref>. Alcuni altri sono volti verso l’illiria e l’Adria: ed
uuo di questi é il monte Appennino già detto, e il Tallo,
e il Fligadia, e i monti sovrastanti ai Vindelici, dai
quali discendono e.inno a sboccare nell’Istro il Dura,
il Ciani e parectill, Uri torrenti. Iutorno a questi Inoghi
abita la gente di Japodi, già frammischiata cogl’Ulirii
e coi Celti, e presso alla quale si trova il monte