Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/170: differenze tra le versioni

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{{Pt|do|quando}} bene si vogliano trascurare i quattro mila stadii, le parti della Battriana che accennano al Caucaso saranno sempre più boreali di Ierna quanto è lo spazio di tremila e ottocento stadii, della Celtica e del Boristene per lo spazio di otto mila e otto cento.
{{Pt|do|quando}} bene si vogliano trascurare i quattro mila stadii, le parti della Battriana che accennano al Caucaso saranno sempre più boreali di Ierna quanto è lo spazio di tremila e ottocento stadii, della Celtica e del Boristene per lo spazio di otto mila e otto cento.


Dice poi anche {{AutoreCitato|Ipparco di Nicea|Ipparco}} che verso il Boristene e la Celtica nelle notti d’estate dura sempre una cotal luce di sole da quando tramonta fino a quando si leva; che nel solstizio d’inverno il sole innalzasi tutt’al più nove cubiti<ref>Il cubito astronomico degli antichi era di due gradi.</ref>. Che nei paesi distanti da Marsiglia seimila e trecento stadii (i quali paesi egli crede che siano tuttavia Celti, ma io li stimo Battriani, e ben due mila e cinquecento stadii più settentrionali della Celtica) questo fenomeno accade ancor più manifesto. Che quivi nei giorni d’inverno il sole non s’innalza più che sei cubiti. Che a novemila e cento stadii da Marsiglia s’innalza soltanto quattro cubiti; e nè anche tre intieri nei paesi situati al di là, i quali al parer nostro debbono essere molto più settentrionali di Ierna. Ipparco credendo a Pitea fa queste contrade ulteriori più meridionali della Britannia; e dice ch’ivi il giorno più lungo è di diciannove ore, ma ch’è poi soltanto di diciotto ne’ luoghi dove il sole innalzasi quattro cubiti; e sono, com’egli dice, a novemila e cento stadii da Marsiglia. Sicchè poi le parti più meridionali della Britannia sono più settentrionali de’ luoghi dei quali ora trattiamo. Saranno dunque o precisamente o presso a poco sotto un medesimo parallelo colle parti della Battriana vicine
Dice poi anche {{AutoreCitato|Ipparco di Nicea|Ipparco}} che verso il Boristene e la Celtica nelle notti d’estate dura sempre una cotal luce di sole da quando tramonta fino a quando si leva; che nel solstizio d’inverno il sole innalzasi tutt’al più nove cubiti<ref>Il cubito astronomico degli antichi era di due gradi.</ref>. Che nei paesi distanti da Marsiglia seimila e trecento stadii (i quali paesi egli crede che siano tuttavia Celti, ma io li stimo Battriani, e ben due mila e cinquecento stadii più settentrionali della Celtica) questo fenomeno accade ancor più manifesto. Che quivi nei giorni d’inverno il sole non s’innalza più che sei cubiti. Che a novemila e cento stadii da Marsiglia s’innalza soltanto quattro cubiti; e nè anche tre intieri nei paesi situati al di là, i quali al parer nostro debbono essere molto più settentrionali di Ierna. Ipparco credendo a {{AutoreCitato|Pitea|Pitea}} fa queste contrade ulteriori più meridionali della Britannia; e dice ch’ivi il giorno più lungo è di diciannove ore, ma ch’è poi soltanto di diciotto ne’ luoghi dove il sole innalzasi quattro cubiti; e sono, com’egli dice, a novemila e cento stadii da Marsiglia. Sicchè poi le parti più meridionali della Britannia sono più settentrionali de’ luoghi dei quali ora trattiamo. Saranno dunque o precisamente o presso a poco sotto un medesimo parallelo colle parti della Battriana vicine