Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/376: differenze tra le versioni
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giore, e per poco non |
{{Pt|giore|maggiore}}, e per poco non uguaglia la lunghezza di tutta l’isola dall’occidente all’oriente. |
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l’isola dall’occidente all’oriente. |
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Par che {{AutoreCitato|Ferecide di Atene|Ferecide}} confonda Gadi con Eritia, dove si dice avvenuto quanto favoleggiasi di Gerione: altri intendono sotto quel nome l’isola che sorge vicino alla città e n’è separata dallo stretto di uno stadio che già dicemmo. E così credono, argomentandolo dalla gran bontà dei pascoli di quell’isola, sicché il latte delle bestie ivi pasciute non fa punto di siero, ed è tanto denso che per farne cacio son necessitati di mescolarvi molt’acqua. E il bestiame se ne morrebbe colà soffocato se ogni cinquanta giorni non gli traessero sangue; perocché l’erba che mangiano è bensì secca ma di natura da far impinguare assai: e, di qui poi si crede che siasi inventato ciò che si favoleggia degli armenti di Gerione. Del resto tutta quella spiaggia è abitata da diversi coloni. |
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l’ar che Ferecide confonda Gadi con F.ritia, dove si |
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dice avvenuto quanto favoleggi -si di’ Gerione: altri intendono |
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Intorno poi alla fondazione di Gadi quegli abitanti ricordano un certo oracolo, dal quale dicono che fu già tempo comandato ai Tirii d’inviare una colonia alle Colonne d’Èrcole: che le persone spedite ad esplorare il luogo, essendo pervenute allo stretto vicino a Calpe, credendo che que’ promontorii dai quali esso è formato fossero i termini della terra abitata e della spedizione di Ercole (e che per questo l’oracolo le avesse denominate Colonne), approdarono al di qua dello stretto medesimo in quel luogo nel quale ora si trova la città degli Assitani; ma che avendo poi quivi sagrificato e vedendo che gli augurii non riuscivauo faiorevoli se ne tornarono al proprio paese. Di lì a qualche tempo (soggiungono) |
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sotto quel nome l’isola che sorge vicino alla |
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città en’è separata dallo stretto di nno stadio che già |
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dicemmo. E così credono, argomentandolo dalla gran |
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bontà dei pascoli di quell’isola, sicché il latte delle bestie |
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ivi pasciute non fa punto di siero, ed è tanto denso |
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che. per farne cacio son necessitati di mescolarvi molt’acqua. |
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E il bestiame se ne morrebbe colà soffocato se |
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ogni cinquanta giorni non gli traessero sangue; perocché |
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l’erba che mangiano è bensì secca ma di natura da |
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far impinguare assai: e, di qui poi si crede che siasi |
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inventato ciò che si favoleggia degli armenti di Gerione. |
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Del resto tutta quella spiaggia è abitata da diversi coloni. |
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Intorno poi alla fondazione di Gadi quegli abitanti |
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ricordano un certo oracolo, dal quale dicono che fu |
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già tempo comandato ai Tirii d’inviare una colonia alle |
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Colonne d’Èrcole: che le persone spedite ad esplorare |
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il luogo, essendo pervenute allo stretto vicino a Calpe,, |
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credendo che que’ prom utorii dai quali e&o è formato |
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fossero i termini della terra abitata t della spedizione di |
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Ercole (e che per questo l’oracolo le avesse deuominate |
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Colonne), approdarono al di qua dello stretto medesimo |
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in quel luogo nel quale ora si trova la città degli Assitani; ma che avendo poi quivi sagrificato e vedendo che |
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gli augurii non riuscivauo faiorevoli se ne tornarono |
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al proprio paese. Di lì a qualche tempo (soggiungono) |
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