Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/460: differenze tra le versioni

 
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grossezza di una fava o di un lupino, i quali poi posti al fuoco non diminuivano se non di un ottavo; iu parte avea d’uopo d’una purificazione maggiore, ma nondimeno tornava di molta utilità lo scavarlo. Soggiunge poi che essendosi uniti in quell’opera ai barbari alcuni Italiani per lo spazio di due mesi, incontanente diminuì di un terzo in tutta quanta l’Italia il pregio de11'oro: se non che avveduti di questo i Taurisci, discacciati que’ loro compagni, vollero esser soli all’impresa. Ora poi tutte le miniere sono soggette ai Romani. Del resto in que1 luoghi non altrimenti che nell’Iberia, oltre all’oro che vi si scava, anche i fiumi nortano arena di questo metallo, sebbene in minor quantità. Questo medesimo scrittole poi parlando dell’estensione e dell’altezza delle Alpi, pone loro a confronto le maggiori montagne che si trovino fra gli Elleni, cioè il Taigeto, il Liceo, il Parnaso, l’Olimpo, il Pelio, l’Ossa; e fra i Traci l’Emo, il Rodope, il Dunace: e dice che un buon viaggiatore può nello spazio di un giorno pervenire alla sommità di ciascuna di queste montagne, e in un giorno eziandio percorrerne la circonferenza: ma le Alpi invece nessuro le potrebbe ascendere in cinque giorni, e la loro estensione è di duemila e duecento stadii. Egli poi nomina quattro luoghi soltanto nei quali si possono superare le Alpi: l’uno attraverso dei Liguri vicinissimo al mar Tirreno; poi quello per Torino, pel quale passò anche Annibale; il terzo attraverso ai Salassii; e il quarto pei Reti: strade tutte precipitose. Finalmente asserisce esservi parecchi laghi in que’ monti, e che fra questi tre sotto
grossezza di una fava o di un lupino, i quali poi posti
al fuoco non diminuivano se non di un ottavo; iu parte
avea d’uopo d’una purificazione maggiore, ma nondimeno
tornava di molta utilità lo scavarlo. Soggiunge poi
che essendosi uniti in quell’opera ai barbari alcuni
Italiani per lo spazio di due mesi, incontanente diminuì di un terzo in tutta quanta l’Italia il pregio de11'oro: se non che avveduti di questo i Taurisci, discacciati que’ loro compagni, vollero esser soli all’impresa. Ora poi tutte le miniere sono soggette ai
Romani. Del resto in que1 luoghi non altrimenti che
nell’Iberia, oltre all’oro che vi si scava, anche i fiumi
nortano arena di questo metallo, sebbene in minor
quantità. Questo medesimo scrittole poi parlando dell’estensione
e dell’altezza delle Alpi, pone loro a confronto
le maggiori montagne che si trovino fra gli Elleni, cioè il Taigeto, il Liceo, il Parnaso, l’Olimpo, il Pelio, l’Ossa; e fra i Traci l’Emo, il Rodope, il Dunace: e dice che un buon viaggiatore può nello spazio
di un giorno pervenire alla sommità di ciascuna di
queste montagne, e in nn giorno eziandio percorrerne
la circonferenza: ma le Alpi invece nessuro le potrebbe
ascendere in cinque giorni, e la loro estensione è
di duemila e.duecento stadii. Egli poi nomina quattro
luoghi soltanto nei quali si possono superare le Alpi:
l’uno attraverso dei Liguri vicinissimo al mar Tirreno;
poi quello per Torino, pel quale passò anche Annibale;
il terzo attraverso ai Salassii; c il quarto pei Reti: strade
tutte precipitose. Finalmente asserisce esservi parecchi
laghi in que’ monti, e che fra questi tre sotto