Pagina:Serao - Le amanti.djvu/41: differenze tra le versioni
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sarebbe parsa una rinunzia completa. Avrebbe aspettato nella stazione. Non l’avrebbero mandata via, da quella sala d’aspetto? Non aveva mai viaggiato sola: non sapeva niente. Il guardiano le si accostò, guardandola curiosamente. Ella gli donò subito cinque lire: si sentí meno timorosa. Cercava di ricostruire il suo piano. Bisognava, innanzi tutto, telegrafare a Ferrante — e tal pensiero la faceva arrossire, pensava che avrebbe egli detto, trovandola cosí sciocca, cosí distratta da perdere il treno. Che dirà, che dirà? — si andava domandando, mentre girava intorno alla stazione, senza ritrovare l’ufficio telegrafico. Alla fine lo trovò. E allora non seppe dove indirizzare il telegramma; non seppe che cosa dire, si sentiva cosí irritata e umiliata, con sè stessa, col caso, che lacerò i fogli, senza riescire. Alla fine, mettendo l’indirizzo della stazione di Roma gli telegrafò, cosí confusamente, che le riesciva impossibile partire prima delle dieci e quarantacinque, senza aggiungere le ragioni di questo ''impossibile'' e soggiunse, umilmente: ''perdonami''. Lo {{Pt|sog-|}} |
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le sarebbe parsa una rinunzia completa. Avrebbe aspettato nella |
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stazione. Non l’avrebbero mandata via, da quella sala d’aspetto? Non |
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aveva mai viaggiato sola: non sapeva niente. Il guardiano le si |
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accostò, guardandola curiosamente. Ella gli donò subito cinque lire: |
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si sentì meno timorosa. Cercava di ricostruire il suo piano. |
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Bisognava, innanzi tutto, telegrafare a Ferrante — e tal pensiero la |
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sciocca, così distratta da perdere il treno. Che dirà, che dirà? — si |
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seppe dove indirizzare il telegramma; non seppe che cosa dire, si |
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impossibile partire prima delle dieci e quarantacinque, senza |
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''perdonami''. Lo soggiunse, poichè |
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