Rime (Stampa)/Rime varie/CCLXXXI: differenze tra le versioni

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<pages index="Stampa, Gaspara – Rime, 1913 – BEIC 1929252.djvu" include="167" onlysection="CCLXXXI" />
<poem>
Quel, che con tanta e sì larga misura
felice ingegno il nostro alto Fattore
vi diè, Guiscardo, e quel raro valore,
che de’ più chiari il vivo raggio oscura,
quel vago stil, quella cortese cura,
che a lodarmi sì v’infiamma il core,
non per mio merto, a tanta opra minore,
ma per mia rara e mia sola ventura,
e sopra tutto quello amor, che tanto
mostrate avermi, che l’amato move,
e fa uno il voler quando è diviso,
son cagion che v’onori ed ami, quanto
può donna chiaro ingegno, stile e viso;
però quanto onestà detti ed approve.
</poem>