Rime (Stampa)/Rime d'amore/CL: differenze tra le versioni

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<pages index="Stampa, Gaspara – Rime, 1913 – BEIC 1929252.djvu" include="89" onlysection="CL" />
<poem>
Larghe vene d’umor, vive scintille,
che m’ardete e bagnate in acqua e ’n fiamma,
sì, che di me omai non resta dramma,
che non sia tutta pelaghi e faville,
fate che senta almeno una di mille
aspre mie pene chi mi lava e ’nfiamma,
né di foco che m’arda sente squamma,
né d’umor goccia che dagli occhi stille.
- Non son - mi dice Amor - le ragion pari;
egli è nobile e bel, tu brutta e vile;
egli larghi, tu hai li cieli avari.
Gioia e tormento al merto tuo simìle
convien ch’io doni. - In questi stati vari
io peno, ei gode; Amor segue suo stile.
</poem>