Rime (Stampa)/Rime d'amore/CXXVI: differenze tra le versioni

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<pages index="Stampa, Gaspara – Rime, 1913 – BEIC 1929252.djvu" include="77" onlysection="CXXVI" />
<poem>
Così m’acqueto di temer contenta,
e di viver d’amara gelosia,
pur che l’amato lume lo consenta,
pur che non spiaccia a lui la pena mia.
Perch’è più dolce se per lui stenta,
che gioir per ogn’altro non saria;
ed io per me non fia mai che mi penta
di sì gradita e nobil prigionia;
perché capir un’alma tanto bene,
senza provarvi qualche cosa aversa,
questa terrena vita non sostiene.
Ed io. che sono in tante pene immersa,
quando avanti il suo raggio almo mi viene,
resto da quel ch’esser solea diversa.
</poem>