Rime (Stampa)/Rime d'amore/CXXIII: differenze tra le versioni

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<pages index="Stampa, Gaspara – Rime, 1913 – BEIC 1929252.djvu" include="76" onlysection="CXXIII" />
<poem>
O tante indarno mie fatiche sparse,
o tanti indarno miei sparsi sospiri,
o vivo foco, o fé, che, se ben miri,
di tal null’altra mai non alse ed arse,
o carte invan vergate e da vergarse
per lodar quegli ardenti amanti giri,
o speranze ministre de’ disiri,
a cui premio più degno dovea darse,
tutte ad un tratto ve ne porta il vento,
poi che da l’empio mio signore stesso
con queste proprie orecchie dir mi sento
che tanto pensa a me, quanto m’è presso,
e, partendo, si parte in un momento
ogni membranza del mio amor da esso.
</poem>