Rime (Stampa)/Rime d'amore/CXV: differenze tra le versioni

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<pages index="Stampa, Gaspara – Rime, 1913 – BEIC 1929252.djvu" include="72" onlysection="CXV" />
<poem>
Quelle rime onorate e quell’ingegno,
pari a la beltà vostra e al gran valore,
rivolgete a voi stesso in far onore,
conte, come di lor soggetto degno;
o trovate di me più altero pegno,
se pur uscir da voi volete fore,
perché a sì larga vena, a tanto umore
son per me troppo frale e secco legno,
e non ho parte in me d’esser cantata,
se non perch’amo e riverisco voi
oltra ogni umana, oltra ogni forma usata.
Sì chiara fiamma merta i pregi suoi;
in questa parte io deggio esser cantata
fin ch’io sia viva, eternamente, e poi.
</poem>