Pagina:Zibaldone di pensieri VII.djvu/337: differenze tra le versioni

Vivsss (discussione | contributi)
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 75%
+
Pagine SAL 100%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|4389}}-->napoletano non ha bisogno che il lettore gli traduca quei poemi, ma che gl’intende da se. In questo modo quei poemi si possono dir veramente pubblicati (22 settembre 1828). Vedi p. {{ZbLink|4408}}.
<section begin="1" /><!--{{ZbPagina|4389}}-->napoletano non ha bisogno che il lettore gli traduca quei poemi, ma che gl’intende da se. In questo modo quei poemi si possono dir veramente pubblicati (22 settembre 1828). Vedi p. {{ZbLink|4408}}.




Riga 5: Riga 5:




{{ZbPensiero|4389/2}} Chi presentandomi o raccomandandomi o parlando di me a qualcuno, uomo o donna, ha detto: mio grandissimo amico, grande ingegno, dotto ec. ec., non ha fatto nulla. Ci mancava la gran parola. Chi ha detto: uomo ''celebre'', mi ha proccurato accoglienze e distinzioni e ricerche. Fama ci vuole, e non merito. Anche qui si verifica quello che ho detto altrove, la sola fortuna fa fortuna. ''Celebre ''equivale <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|4390}} a ricco, nobile, potente, dignitario, ed altre fortune simili (22. 7.bre 1828).
{{ZbPensiero|4389/2}} Chi presentandomi o raccomandandomi o parlando di me a qualcuno, uomo o donna, ha detto: mio grandissimo amico, grande ingegno, dotto ec. ec., non ha fatto nulla. Ci mancava la gran parola. Chi ha detto: uomo ''celebre'', mi ha proccurato accoglienze e distinzioni e ricerche. Fama ci vuole, e non merito. Anche qui si verifica quello che ho detto altrove, la sola fortuna fa fortuna. ''Celebre ''equivale <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|4390}} a ricco, nobile, potente, dignitario, ed altre fortune simili (22. 7.bre 1828).




{{ZbPensiero|4390/1}} L’eroismo ci strascina non solo all’ammirazione, all’amore. Ci accade verso gli eroi, come alle donne verso gli uomini. Ci sentiamo piú deboli di loro, perciò gli amiamo. Quella virilità maggior della nostra, c’innamora. I soldati di Napoleone erano innamorati di lui, l’amavano con amor di passione, anche dopo la sua caduta: e ciò malgrado quello che aveano dovuto soffrire per lui, e gli agi di cui taluni godevano dopo il suo fato. Cosí gli strapazzi che gli fa l’amato, infiammano l’amante. E similmente tutta la Francia<section end=2 />
{{ZbPensiero|4390/1}} L’eroismo ci strascina non solo all’ammirazione, all’amore. Ci accade verso gli eroi, come alle donne verso gli uomini. Ci sentiamo piú deboli di loro, perciò gli amiamo. Quella virilità maggior della nostra, c’innamora. I soldati di Napoleone erano innamorati di lui, l’amavano con amor di passione, anche dopo la sua caduta: e ciò malgrado quello che aveano dovuto soffrire per lui, e gli agi di cui taluni godevano dopo il suo fato. Cosí gli strapazzi che gli fa l’amato, infiammano l’amante. E similmente tutta la Francia<section end="2" />