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Versione delle 19:15, 4 dic 2017

GIULIO CESARE 259 costumi e inflessibilità di principj, talché Cesare soleva dire : — Molto importa che cosa mediti costui; tempra d'acciajo, checché vuole, e lo vuol fortemente » (20). In realtà egli era più orgoglioso che robusto, e i nemici del dit- tatore, indovinando da qual lato bisognasse pigliarlo, gli fecero in- travvedere che, tenendo con Cesare, oppressore della patria e usur- patore, parebbe anteporre l'affetto privato alla libertà comune, un uomo alla pubblica cosa; e scrivevano talvolta sulla porta di lui, — Vivesse oggi un Bruto! — Tu Bruto non sei. — Bruto, dormi? » Cassio, suo cognato, pallido d'invidia e di stravizzi, conosciuto per abile e valoroso, forse autore di questi motti, gli ripetea qual fosse obbrobrio il tollerare la servitù della patria, e che, mentre il popolo agli altri pretori chiedeva spettacoli, da lui attendeva d'esser re- denta dal tiranno. Cosi passo passo lo condusse al punto, dove potè svelargli che erasi ordita una congiura; sicché avviluppato e so- spinto, vi accettò il primo posto, col suo illustre nome vi trasse al- tri di case primarie, e furono sessantatre, o nemici antichi di Cesare per sentimento repubblicano, o nemici nuovi perché da lui o benefi- cati 0 non satollati. Porcia, figlia di Catone e moglie di Bruto, ac- cortasi che qualche cosa bolliva nell'animo del marito, si fece alla coscia una profonda ferita, e col mostrare così di saper reggere al tormento e non esser indegna di tal padre e di tal consorte, me- ritò d'esser fatta partecipe della congiura. I Romani superstiziosi notarono una serie di prodigi che prece- dettero la morte di Cesare, al quale scoppiavano da ogni parte in- dizj della trama; ma o non vi credeva, o non se ne spaventava, solendo dire, — Meglio é subir la morte una volta, che temerla sempre ». Nel fatai giorno del 15 marzo 44, alla moglie Calpurnia che, sbigottita da sogni sanguinosi, volea trattenerlo, non badò; in- contrato l'astrologo che gli avea susurrato di guardarsi dagli idi di marzo, gli disse, — Ebbene, gli idi son giunti », e quegli — Giunti, ma non passati ». Entrò nel senato, raccolto quel giorno nel por- tico di Pompeo; i congiurati se gli accostarono, in apparenza di chie- dergli un nuovo atto di clemenza , e lo assalirono coi pugnali. Si difese egli, ma come vide tra essi Bruto, esclamò: — Anche tu, (20) Quidquid vult, valde vult. Cicerome Ad Attico, XIV, i. wa^ep ■]>JxprilaTa Twv è^<f><^>v, ay.}.t]pòv éx (fóasw?. Plutarco, in Bruto.