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venuto, egli come avesse fatto il segno sentiria a una de le finestre de la sala grande la donzella che diria: — Io aveva pur posto qui su il pettine e non ce lo truovo. — Cornelio, avuta questa promessa, lieto oltra modo a l’albergo ritornò e fece una picciola colazione, e sentendo al Brolletto dar il botto de le quattro ore, armato di giacco e maniche con guanti di maglia, prese una spada d'una mano e mezza e verso la stanza de la sua donna se ne andò. Ove giunto che fu, attese che l’uscio se gli aprisse. Mentre che egli in questa aspettazione dimorava, senti non troppo lunge da sé far una gran mischia d’armati che si percotevano molto fieramente, ed uno venir correndo e gridando: — Oimè che io son morto; — il quale dinanzi la porta de la donna cascò in quello a punto che la donzella l’apri e che Cornelio dentro entrò. Era la notte molto oscura, di modo che senza lume niente si vedeva. Ma per la mischia ed il romor che si faceva furono pur alcuni dei vicini che a le finestre con lumi si fecero, di maniera che uno che di rimpetto a la donna stava vide Cornelio con l’ignuda spada in mano entrar ne la detta casa. Cornelio aveva ben sentito cascar in terra uno quasi dinanzi ai suoi piedi, ma egli altra stima non ne fece, non pensando ciò che si fosse, ché il core ad altro rivolto aveva. Entrato in casa, fu da la donzella messo in una camera tra la pusterla e la porta de la casa a ciò che quivi attendesse fin che Camilla venisse. La quale inteso da la donzella come l’amico era venuto, fingendo non si sentir troppo bene, volle che ciascuno andasse a dormire. I servidori, non ci essendo il padrone, come madonna gli disse che si ritirassero, essendo di carnevale, tutti andarono fuor di casa a dormir altrove, di modo che uomo nessuno ci restò se non il canevaro che era molto attempato e dui paggi di tredici in quattordici anni per ciascuno. Le donne di casa licenziate da la padrona s'andarono tutte a corcare. Come Camilla senti che ciascuno era ito a dormire, ella con la donzella scese a basso più chetamente che puoté per menar Cornelio di sopra. Ora, mentre che queste cose si facevano, s’abbatté a caso la guardia del capitan di giustizia a passar per la contrada. Era capitan di giustizia monsignor Sandiò, uomo molto grande e grosso, e tanto che forse un
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venuto, egli come avesse fatto il segno sentiria a una de le finestre
de la sala grande la donzella che diria: — Io aveva pur posto qui
su il pettine e non ce Io truovo. — Cornelio, avuta questa pro¬
messa, lieto oltra modo a l’albergo ritornò e fece una picciola co¬
lazione, e sentendo al Brolletto dar il botto de le quattro ore, ar¬
mato di giacco e maniche con guanti di maglia, prese una spada
d'una mano e mezza e verso la stanza de la sua donna se ne andò.
Ove giunto che fu, attese che l’uscio se gli aprisse. Mentre che
egli in questa aspettazione dimorava, senti non troppo Iunge da
sé far una gran mischia d’armati che si percotevano molto fie¬
ramente, ed uno venir correndo e gridando: — Oimè che io son
morto; — il quale dinanzi la porta de la donna cascò in quello a
punto che la donzella l’apri e che Cornelio dentro entrò. Era la
notte molto oscura, di modo che senza lume niente si vedeva.
Ma per la mischia ed il romor che si faceva furono pur alcuni
dei vicini che a le finestre con lumi si fecero, di maniera che
uno che di rimpetto a la donna stava vide Cornelio con l’ignuda
spada in mano entrar ne la detta casa. Cornelio aveva ben sen¬
tito cascar in terra uno quasi dinanzi ai suoi piedi, ma egli altra
stima non ne fece, non pensando ciò che si fosse, ché il core
ad altro rivolto aveva. Entrato in casa, fu da la donzella messo
in una camera tra la pusterla e la porta de la casa a ciò che
quivi attendesse fin che Camilla venisse. La quale inteso da la
donzella come l’amico era venuto, fingendo non si sentir troppo
bene, volle che ciascuno andasse a dormire. I servidori, non ci
essendo il padrone, come madonna gli disse che si ritirassero,
essendo di carnevale, tutti andarono fuor di casa a dormir al¬
trove, di modo che uomo nessuno ci restò se non il canevaro
che era molto attempato e dui paggi di tredici in quattordici
anni per ciascuno. Le donne di casa licenziate da la padrona
s'andarono tutte a corcare. Come Camilla senti che ciascuno era
ito a dormire, ella con la donzella scese a basso più chetamente
che puoté per menar Cornelio di sopra. Ora, mentre che queste
cose si facevano, s’abbatté a caso la guardia del capitan di giu¬
stizia a passar per la contrada. Era capitan di giustizia monsi¬
gnor Sandiò, uomo molto grande e grosso, e tanto che forse un
M. Bandello, Novelle.
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