Pagina:A Prato impressioni d'arte.djvu/42: differenze tra le versioni
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Andrea del Verrocchio e Pasquino di Matteo |
Andrea del Verrocchio e Pasquino di Matteo scarpellatori, come al libr. maestro segn. E. sono L. 187». |
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La forma stessa del pulpito di Prato a guisa di un’enorme calice, incontrò disapprovazioni Ira critici pedanti, abituati al tipo tradizionale dei Pisano più organico e compatto nella sua struttura architettonica. |
La forma stessa del pulpito di Prato a guisa di un’enorme calice, incontrò disapprovazioni Ira critici pedanti, abituati al tipo tradizionale dei Pisano più organico e compatto nella sua struttura architettonica. |
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La scena della Pietà è modellata con durezza e le faccie nella eccessiva contrazione dei muscoli sembrano una caricatura del dolore. |
La scena della Pietà è modellata con durezza e le faccie nella eccessiva contrazione dei muscoli sembrano una caricatura del dolore. |
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Questo tabernacolo fu costruito dai tre fratelli nel 1480 e collocato presso un loro podere in località chiamata l’Ulivo (come si rileva da alcune denunzie di beni in terre, riportate da Gaetano Guasti) e vi restò fino al 1800. Nel 1640 fu in possesso del cavaliere Alessandro Falconetti; nel |
Questo tabernacolo fu costruito dai tre fratelli nel 1480 e collocato presso un loro podere in località chiamata l’Ulivo (come si rileva da alcune denunzie di beni in terre, riportate da Gaetano Guasti) e vi restò fino al 1800. Nel 1640 fu in possesso del cavaliere Alessandro Falconetti; nel 1684 passò alle monache del convento di S. Vincenzo; nel 1867 fu collocato dal comune nella cattedrale, quando, per la soppressione del {{Pt|con-|}} |