Pagina:Istorie dello Stato di Urbino.djvu/341: differenze tra le versioni

Accurimbono (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Accurimbono (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
 
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
che molte Reliquie de’ Santi, sotto il pavimento del Tempio sudetto riposino, e specialmente il Corpo di un Martire, che dal medesimo volgo chiamato viene Assenno. Non poco accredita questa voce una gran pietra di bianco, e fino marmo, in mezzo al Tempio, dalla parte del muro, verso l’Occaso, nel pavimento stesso si vede; la qual’essendo con mirabile industria, à squame di pesce lavorata, con una Imagine di uccello in capo, di figura bizarra, lunga nove palmi, e mezo, larga quattro, e di altezza ineguale; si come da certo inditio, ch’essa fù coperchio d’un superbissimo Sepolcro di persona illustre; cosi appresso i Popoli assicura la fede, che sotto la medesima riposato habbiano in qualche tempo le venerande ossa del Martire sopradetto, le quali (per timore, da Barbari, che inondarono il paese spezzate, al vento si dispergessero) furono da Cattolici molte braccia sotto il pavimento rinchiuse. Et se bene più volte ne’ tempi andati per ordine de’ Superiori cavar si tentasse per ritrovarle, impediti da non conosciuta virtù gli operaij, non ardirono à fine l’opra incominciata ridurre. Io non havendo altra chiarezza di questo fatto, non oso col volgo affermarlo di certo, nè meno il posso assolutamente negare, sendomi tante probabili congetture, quante ne hò quì raccontate: onde senza errore nè posso haver la fede.
che molte Reliquie de’ Santi, sotto il pavimento del Tempio sudetto riposino, e specialmente il Corpo di un Martire, che dal medesimo volgo chiamato viene Assenno. Non poco accredita questa voce una gran pietra di bianco, e fino marmo, in mezzo al Tempio, dalla parte del muro, verso l’Occaso, nel pavimento stesso si vede; la qual’essendo con mirabile industria, à squame di pesce lavorata, con una Imagine di uccello in capo, di figura bizarra, lunga nove palmi, e mezo, larga quattro, e di altezza ineguale; si come da certo inditio, ch’essa fù coperchio d’un superbissimo Sepolcro di persona illustre; cosi appresso i Popoli assicura la fede, che sotto la medesima riposato habbiano in qualche tempo le venerande ossa del Martire sopradetto, le quali (per timore, da Barbari, che inondarono il paese spezzate, al vento si dispergessero) furono da Cattolici molte braccia sotto il pavimento rinchiuse. Et se bene più volte ne’ tempi andati per ordine de’ Superiori cavar si tentasse per ritrovarle, impediti da non conosciuta virtù gli operaij, non ardirono à fine l’opra incominciata ridurre. Io non havendo altra chiarezza di questo fatto, non oso col volgo affermarlo di certo, nè meno il posso assolutamente negare, sendomi tante probabili congetture, quante ne hò quì raccontate: onde senza errore nè posso haver la fede.


Nella Chiesa di Santa Maria del Mercato stà una reliquia insigne del glorioso San Biagio riposta, la quale nel giorno della sua Festa esponesi all’adoration de’ Fedeli, che mediante la sua intercessione ricevono da Dio segnalati favori. Nella Chiesa di S.Nicolò de i Padri Heremitani, altre molte di Santi diversi stanno degnamente riposte, le quali dal Padre Maestro Frà Bartolomeo Orlandi, che fù mio zio materno, furno l’Anno 1613. à Corinalto da Saragosa di Sicilia portate, ov’egli fù della sua Religione Provinciale, e da me fatte per sua commissione, l’Anno 1617. riconoscere da Monsignor Antaldo Vescovo di Senigaglia, da cui, come vere, & autentiche esposte, ch’egli co’l danaro del suo patrimonio eresse, dotò, & in quella maniera, ch’oggi si vede, ornolla. Per industria, e particolar diligenza di Francesco Brunori Rettore de’ Preti dell’Oratorio in Osimo, l’Anno dopò che diedi fine à scrivere quest’Istorie, che fù del Signore 1639. dal Sommo Pontefice URBANO VIII, per Breve speciale, molte Reliquie insigni di Santi per Corinalto impetraronsi, & in ispecie i Crani di otto teste diverse con il Corpo di S. Panfilo intiero, che per Christo, & in testimonianza della veridica fede lì 21. di Settembre, come nel Romano Martirologio si legge, acerba morte sofferse. Da Roma transportate lì 15. d’Agosto, del medesimo Anno, con solennissimi apparati, e concorso incredibile de’ Popoli, furono da Corinaltesi ricevute, e con decente pompa nella
Nella Chiesa di Santa Maria del Mercato stà una reliquia insigne del glorioso San Biagio riposta, la quale nel giorno della sua Festa esponesi all’adoration de’ Fedeli, che mediante la sua intercessione ricevono da Dio segnalati favori. Nella Chiesa di S.Nicolò de i Padri Heremitani, altre molte di Santi diversi stanno degnamente riposte, le quali dal Padre Maestro Frà Bartolomeo Orlandi, che fù mio zio materno, furno l’Anno 1613. à Corinalto da Saragosa di Sicilia portate, ov’egli fù della sua Religione Provinciale, e da me fatte per sua commissione, l’Anno 1617. riconoscere da Monsignor Antaldo Vescovo di Senigaglia, da cui, come vere, & autentiche esposte, ch’egli co’l danaro del suo patrimonio eresse, dotò, & in quella maniera, ch’oggi si vede, ornolla. Per industria, e particolar diligenza di Francesco Brunori Rettore de’ Preti dell’Oratorio in Osimo, l’Anno dopò che diedi fine à scrivere quest’Istorie, che fù del Signore 1639. dal {{AutoreCitato|Papa Urbano VIII|Sommo Pontefice URBANO VIII}}, per Breve speciale, molte Reliquie insigni di Santi per Corinalto impetraronsi, & in ispecie i Crani di otto teste diverse con il Corpo di S. Panfilo intiero, che per Christo, & in testimonianza della veridica fede lì 21. di Settembre, come nel Romano Martirologio si legge, acerba morte sofferse. Da Roma transportate lì 15. d’Agosto, del medesimo Anno, con solennissimi apparati, e concorso incredibile de’ Popoli, furono da Corinaltesi ricevute, e con decente pompa nella