Pagina:Istorie dello Stato di Urbino.djvu/128: differenze tra le versioni

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La Città di Pesaro, non meno in questi nostri tempi famosa, che ne gli Antichi superba, & illustre (se prestar fede si deve alle penne de’ più stimati Scrittori, che de’ fatti di lei gloriosi parlarono) situata nell’angolo retto si torva, che fà con l’acque salse l’onde Isaure, à piè della già nel primo Libro descritta pianura, resasi dal medesimo Fiume, e letto, e riva. La qual Cittade (come pregiata Gemma in fin metallo) dalle sue superbe strutture scintillando i raggi, mostra in bell’ordinanza, disposte, adorne, ample, e diritte le vie, ce in simitriaca proportione divide; col Foro si sontuoso, e bello, che da pochi, ò da niuno vien pareggiato altrove, non tanto per le moli grandissime de’ Palagi, e de’ Tempi, che lo spalleggiano; quanto per lavista de’ limpidi, & de’ christallini Fiumi, i quali gorgogliando suonori dentro un pregiato Fonte ivi ne sgorgano, e per l’aria sparsi verso il Cielo ergendosi, increspati al medesimo cadono, & altrove si diffondono. E per difesa de gli habitatori, si come viene di fosse, di baluardi, di mura, e di terrapieni benissimo circondata cosi da grossi presidij, con occhio paternamente geloso, è custodita. Trovandosi Pesaro (da che fù primieramente fondato) nel luogo apnto, ove al presente si vede (quantunque altrimente con falsi inchiostri n’habbia scritto {{AutoreIgnoto|Procero}}) viene da {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Marco Tullio}}, e da {{AutoreCitato|Tito Livio|Tito Livio}} dentro i<section end="2" />
{{Capolettera|L}}a Città di Pesaro, non meno in questi nostri tempi famosa, che ne gli Antichi superba, & illustre (se prestar fede si deve alle penne de’ più stimati Scrittori, che de’ fatti di lei gloriosi parlarono) situata nell’angolo retto si torva, che fà con l’acque salse l’onde Isaure, à piè della già nel primo Libro descritta pianura, resasi dal medesimo Fiume, e letto, e riva. La qual Cittade (come pregiata Gemma in fin metallo) dalle sue superbe strutture scintillando i raggi, mostra in bell’ordinanza, disposte, adorne, ample, e diritte le vie, ce in simitriaca proportione divide; col Foro si sontuoso, e bello, che da pochi, ò da niuno vien pareggiato altrove, non tanto per le moli grandissime de’ Palagi, e de’ Tempi, che lo spalleggiano; quanto per lavista de’ limpidi, & de’ christallini Fiumi, i quali gorgogliando suonori dentro un pregiato Fonte ivi ne sgorgano, e per l’aria sparsi verso il Cielo ergendosi, increspati al medesimo cadono, & altrove si diffondono. E per difesa de gli habitatori, si come viene di fosse, di baluardi, di mura, e di terrapieni benissimo circondata cosi da grossi presidij, con occhio paternamente geloso, è custodita. Trovandosi Pesaro (da che fù primieramente fondato) nel luogo apnto, ove al presente si vede (quantunque altrimente con falsi inchiostri n’habbia scritto {{AutoreIgnoto|Procero}}) viene da {{AutoreCitato|Marco Tullio Cicerone|Marco Tullio}}, e da {{AutoreCitato|Tito Livio|Tito Livio}} dentro i<section end="2" />