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viso se gli scopriva. Di che accortosi l’amante e veggendo che la sua lettera aveva fatto frutto, andava pensando come potesse aver comoditá d’esser con lei, ed altro tanto ne pensava la fanciulla. Avvenne che una parente de la madre d’Aloinda si maritò; e sapendo la fanciulla che la madre anderebbe a le nozze cercava far intender questo a l’amante. Onde gli scrisse ciò che devesse fare, ma non sapeva come mandargli la lettera. Mentre era in questo pensiero, essendo a la finestra vide il paggio che tutto solo per la strada veniva. E subito discesa, nel passar che faceva il paggio dinanzi la porta, non essendo da persona veduta, gli porse la lettera e tantosto tornò di sopra. Bandelchil, letta la lettera, si ritrovò il piú contento uomo del mondo, e non capeva ne la pelle aspettando il giorno de le nozze. Andò la madre al convito e lasciò Aloinda con una vecchia in casa, che non aveva se non un occhio. Quel giorno l’amante, secondo che ordinato gli era, entrò per l’orto in casa ed in una camera si mise sotto un letto. Aioinda, che a bada la sua nutrice in un’altra banda aveva tenuta, si mise ne l’ora disegnata a correr per casa ed andar su e giú. Ella era agile ed Amore le prestava l’ale, e la nutrice non le poteva tener dietro, di modo che la fanciulla entrò dove era l’amante e dentro si serrò. Il che sentendo la vecchia e sapendo la camera aver le ferrate a le finestre, pensò che essendo di state la giovane volesse dormire. I dui amanti s’abbracciarono e si basciarono ben mille volte. E volendo Bandelchil prender l’ultimo diletto d’amore, Aioinda gli disse: — Signor mio, da me piú che la vita mia amato, se voi tanto m’amate quanto mi dite e scritto m’avete, voi farete di modo che possiamo lungamente esser insieme, che sará se per moglie mi sposate. — L’amante, che oltra misura era di lei invaghito e bellissima la vedeva, senza porvi dilazione alora la sposò, e per buona pezza prese di lei amoroso piacere con infinita contentezza de le parti. Messo poi ordine a ciò che l’amante intendeva fare per celebrar le nozze, sentendo Aloinda la nutrice picchiar e gridare, disse a l’amante: — Io aprirò l’uscio e mi getterò al collo di questa mala vecchia e con una mano le turerò il buon occhio, e come
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PARTE PRIMA
viso se gli scopriva. Di che accortosi l’amante e veggendo
che la sua lettera aveva fatto frutto, andava pensando come
potesse aver comodità d’esser con lei, ed altro tanto ne pensava
la fanciulla. Avvenne che una parente de la madre d’Aloinda
si maritò; e sapendo la fanciulla che la madre anderebbe a
le nozze cercava far intender questo a l’amante. Onde gli
scrisse ciò che devesse fare, ma non sapeva come mandargli la
lettera. Mentre era in questo pensiero, essendo a la finestra
vide il paggio che tutto solo per la strada veniva. E subito
discesa, nel passar che faceva il paggio dinanzi la porta, non
essendo da persona veduta, gli porse la lettera e tantosto tornò
di sopra. Bandelchil, letta la lettera, si ritrovò il più contento
uomo del mondo, e non capeva ne la pelle aspettando il giorno
de le nozze. Andò la madre al convito e lasciò Aioinda con
una vecchia in casa, che non aveva se non un occhio. Quel
giorno l’amante, secondo che ordinato gli era, entrò per l’orto
in casa ed in una camera si mise sotto un letto. Aioinda, che
a bada la sua nutrice in un’altra banda aveva tenuta, si mise
ne l’ora disegnata a correr per casa ed andar su e giù. Ella
era agile ed Amore le prestava l’ale, e la nutrice non le poteva
tener dietro, di modo che la fanciulla entrò dove era l’amante
e dentro si serrò. Il che sentendo la vecchia e sapendo la camera
aver le ferrate a le finestre, pensò che essendo di state la
giovane volesse dormire. I dui amanti s’abbracciarono e si bascia-
rono ben mille volte. E volendo Bandelchil prender l’ultimo
diletto d’amore, Aioinda gli disse: — Signor mio, da me più
che la vita mia amato, se voi tanto m’amate quanto mi dite e
scritto m’avete, voi farete di modo che possiamo lungamente
esser insieme, che sarà se per moglie mi sposate. — L'amante,
che oltra misura era di lei invaghito e bellissima la vedeva,
senza porvi dilazione alora la sposò, e per buona pezza prese
di lei amoroso piacere con infinita contentezza de le parti.
Messo poi ordine a ciò che l’amante intendeva fare per celebrar
le nozze, sentendo Aioinda la nutrice picchiar e gridare, disse
a l’amante: — Io aprirò l'uscio e mi getterò al collo di questa
mala vecchia e con una mano le turerò il buon occhio, e come