Pagina:Le opere di Galileo Galilei II.djvu/209: differenze tra le versioni

 
 
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206 AVVERTIMENTO.

Anzitutto, il trovare che nel testo edito dal Daviso sono esposte dottrine con-
Anzitutto, il trovare che nel testo edito dal Daviso sono esposte dottrine contrarie al sistema copernicano, che Galileo professava, per lo meno, fin dal 1597, non vale ad impugnarne l’autenticità; anzi questo fatto è conforme a quanto fu ad esuberanza dimostrato<ref>{{Sc|Favaro}}, ''Galileo Galilei e lo Studio di Padova''. Vol. I, pag. 156-159.</ref> vale a dire che egli nel suo insegnamento si attenne del tutto al sistema tolemaico. E a torto fu invocata contro l’autenticità stessa la indiretta testimonianza del {{AutoreCitato|Vincenzo Viviani|Viviani}}, il quale anzi ebbe esplicitamente ad affermarla<ref>''Documenti inediti per la Storia dei Manoscritti Galileiani nella Biblioteca Nazionale di Firenze'' pubblicati ed illustrati da {{Sc|Antonio Favaro}}: nel ''Bullettino di Bibliografia e di Storia delle Scienze Matematiche e Fisiche;'' Tomo XVIII, 1885, pag. 191.</ref>. Che tale trattato non sia fattura del Daviso, dimostrano ancora i manoscritti sincroni che ne abbiamo rinvenuti; e che, infine, sia veramente opera di Galileo, lo dimostra luminosamente il fatto, che in uno dei capitoli della «Sfera», quale fu pur edita dal Daviso, là dove si tratta «Delle longitudini e latitudini, i termini delle definizioni, la trattazione dell’argomento e perfino gli esempi (fatta soltanto astrazione dal luogo al quale si riferiscono) sono quei medesimi usati da Galileo per la determinazione delle longitudini in mare, la quale egli fece inviare, per via diplomatica, nel 1612 al Governo Spagnuolo, e che fino al 1818<ref>''Memorie e Lettere inedite finora o disperse di Galileo Galilei'' ordinate ed illustrate con annotazioni dal {{Sc|Cav. Giambatista Venturi}}, ecc. Parte Prima. Modena, per G. Vincenzi e Comp., M.DCCC.XVIII, pag. 177-180.</ref> rimase inedita negli Archivi Toscani di Stato.
trarie al sistema copernicano, che Galileo professava, per lo meno, fin dal 1597, non

vale ad impugnarne V autenticità ; anzi questo fatto è conforme a quanto fu ad esu-
Il sapere tuttavia, per l’una parte, che Galileo aveva steso un trattato della Sfera, ed il vedere, per l’altra, come da grandi autorità veniva impugnata l’autenticità di quello edito dal Daviso, doveva condurre ad attribuire al Nostro alcuni dei trattati anonimi di Sfera, dei quali v’ha dovizia nelle biblioteche: e così avvenne che fossero creduti scritture di Galileo quelli contenuti nel codice della Biblioteca Nazionale di Firenze segnato II. IV. 683, nell’Ashburnhamiano 623 (già 692) della Medicea Laurenziana, e nell’Add.<sup>1</sup> 22786 del British Museum. Nessuno però di tali scritti, diversi l’uno dall’altro<ref>Cfr. ''Sulla autenticità della Sfera Galileiana edita dal P. Daviso e intorno a tre trattati di Sfera erroneamente attribuiti a Galileo:'' a pag. 55-70 dei ''Nuovi Studi Galileiani'' per {{Sc|Antonio Favaro}}, inseriti nel Vol. XXIV delle ''Memorie del R. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.''</ref> ha alcun che di comune con l’opera di Galileo, che qui pubblichiamo.
beranza dimostrato ^^ vale a dire che egli nel suo insegnamento si attenne del

tutto al sistema tolemaico. E a torto fu invocata contro V autenticità stessa la
Di questo ''Trattato della Sfera'' ovvero ''Cosmografia'', come all’Autore piacque di chiamarlo, ci son noti i seguenti esemplari manoscritti:
indiretta testimonianza del Viviani, il quale anzi ebbe esplicitamente ad affer-

marla ^-^ Che tale trattato non sia fattura del Daviso, dimostrano ancora i mano-
a = Bibl. Naz. di Firenze; Mss. Gal, Par. III, T. II, car. 28-69.
scritti sincroni che ne abbiamo rinvenuti; e che, infine, sia veramente opera di

Galileo, lo dimostra luminosamente il fatto, che in uno dei capitoli della « Sfera »,
m = Bibl. Naz. Marciana di Venezia, Cl. IV. ital., n. CXXIX; pag. 1-96.
quale fu pur edita dal Daviso, là dove si tratta « Delle longitudini e latitudini , i

termini delle definizioni, la trattazione dell' argomento e perfino gli esempi (fatta
r = Bibl. Casanatense di Roma, cod. E. III. 15. 675.
soltanto astrazione dal luogo al quale si riferiscono) sono quei medesimi usati da

Galileo per la determinazione delle longitudini in mare, la quale egli fece inviare,
c = Bibl. dell’Università Jagellonica di Cracovia, cod. 571; car. 2-45.
per via diplomatica, nel 1612 al Governo Spagnuolo, e che fino al 1818 ^^^ rimase

inedita negli Archivi Toscani di Stato.
Di questi esemplari, il codice ''a'', che sulle due guardie (car. 28 ''r'', e 69 ''v''.), in mezzo a diverse parole scritte, o incominciate a scrivere, senz’ordine alcuno, quasi per trastullo, porta ripetuto più volte il nome di Niccolò Giugni, ed una volta quello
Il sapere tuttavia, per l' una parte, che Galileo aveva steso un trattato della
Sfera, ed il vedere, per l' altra, come da grandi autorità veniva impugnata l' auten-
ticità di quello edito dal Daviso, doveva condurre ad attribuire al Nostro alcuni dei
trattati anonimi di Sfera, dei quali v' ha dovizia nelle biblioteche : e così avvenne
che fossero creduti scritture di Galileo quelli contenuti nel codice della Biblioteca
Nazionale di Firenze segnato IL IV. 683, nell'Ashburnhamiano 623 (già 692) della
Medicea Laurenziana, e nell'Add.^ 22786 del British Museum. Nessuno però di tali
scritti, diversi V uno dall' altro ^* ha alcun che di comune con 1' opera di Galileo,
che qui pubblichiamo.
Di questo Trattato della Sfera ovvero Cosmografia, come all' Autore piacque di
chiamarlo, ci son noti i seguenti esemplari manoscritti :
a =r Bibl. Naz. di Firenze ; Mss. Gal, Par. Ili, T. IL, car. 28-69.
m = Bibl. Naz. Marciana di Venezia, CI. IV. ital, n. CXXIX; pag. 1-96.
r =Bibl. Casanatense di Roma, cod. E. III. 15. 675.
e = Bibl. dell' Università Jagellonica di Cracovia, cod. 571 ; car. 2-45.
Di questi esemplari, il codice a, che sulle due guardie (car. 28 r, e 69 ^.), in
mezzo a diverse parole scritte, o incominciate a scrivere, senz'ordine alcuno, quasi
per trastullo, porta ripetuto più volte il nome di Niccolò Giugni, ed una volta quello
(^) Favaro, Galileo Galilei e lo Studio di Padova. dal Cav. Giambatista Venturi, ecc. Parte Prima.
Voi. I, pag. 156-159. Modena, per G. Vincenzi e Comp., M.DCCC.XVIII,
(-) Documenti inediti per la Storia dei Manoscritti pag. 177-180.
Galileiani nella Biblioteca Nazionale di Firenze pub- ^'*^ Ch Sulla autenticità ddla Sfera Galileiina edita
blìcati ed illustrati da Antonio Favaro: nel Bullet- dal P. Daviso e intorno a tre trattati di Sfera erro-
tino di Bibliografìa e di Storia delle Scienze Materna- neamente attribuiti a Galileo: a pag. 55-70 dei Nuovi
ticJie e Fisiche; Tomo XVIII, 1885, pag. 191. Studi Galileiani per Antonio Favaro, inseriti nel
(3) Memorie e Lettere inedite finora o disperse di Voi. XXIV delle iMemorie del B. Istituto Veneto di
Galileo Galilei ordinate ed illustrate con annotazioni Scienze^ Lettere ed Arti.