Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, I.djvu/196: differenze tra le versioni
Xavier121: split |
|||
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 75% | |
Intestazione (non inclusa): | Intestazione (non inclusa): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{RigaIntestazione||{{Sc|novella xv}}|193}} |
|||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
rappacificatevi insieme, e da amichevoli gentiluomini per l’avvenir vivete, donando le vostre nemicizie a la patria, la quale come pietosa ed amorevol madre vorrebbe veder tutti i suoi figliuoli d’un medesimo animo. Ora, perché non crediate che io mi abbia quanto ho detto fatto su le dita a modo di favola, a salvezza vostra ed a nostro profitto, eccovi tutte le lettere vostre a noi mandate. — Quivi diedero poi l’una dopo l’altra tanti testimoni e tanti contrasegni ai mariti, e sì bene approvarono le lor ragioni al prencipe e a quei signori, che i mariti per contenti si chiamarono, e i signori tutti si tennero ottimamente sodisfatti, di modo che tutti ad una voce pronunziarono i dui mariti dever esser liberi. E cosí di commune consenso del prencipe e di quei signori furono tutti dui interamente assoluti. Erano stati i parenti ed amici dei mariti e de le moglieri con ammirazion grandissima ad udir cosí lunga istoria, e sommamente lodarono l’assoluzione fatta e tennero tutte due le donne per saggie, e che madonna Isotta fosse molto eloquente, avendo cosi bene diffesi i casi suoi e dei mariti e de la compagna. Anselmo e Girolamo pubicamente con molta allegrezza abbracciarono e basciarono le donne loro; dapoi, toccatasi la mano e basciatisi, fecero una fratellanza insieme e restarono per l’avvenire in perfetta amicizia, cangiando l’amor lascivo che verso le donne avuto avevano in benevolenza fraternale. Il che fu di grandissima contentezza a tutta la cittá. Ora, racchetata tutta la gente che a l’udienza era, il prencipe con gratissimo aspetto a madonna Gismonda rivoltato, cosí le disse: — E voi, bella giovane, che ricercate voi? Diteci i casi vostri animosamente, ché noi di grado vi ascoltaremo. — Madonna Gismonda, tutta nel viso divenuta rossa e piú del consueto vaga apparendo per il nativo colore del minio che per le guance se l’era sparso, poi che un poco con gli occhi chini a terra stette, quelli donnescamente alzando e preso un poco di ardire, disse: — Se io, serenissimo prencipe, a la presenza di persone che mai amato non avessero o non sapessero che cosa fosse amore, devessi ragionare, mi ritrovarci vie piú che dubiosa di ciò che io avessi a dire, e forse che per avventura non ardirei d’aprir la bocca. |
|||
NOVELLA XV |
|||
■93 |
|||
rappacificatevi insieme, e da amichevoli gentiluomini per l’avvenir |
|||
vivete, donando le vostre nemicizie a la patria, la quale come |
|||
pietosa ed amorevol madre vorrebbe veder tutti i suoi figliuoli |
|||
d’un medesimo animo. Ora, perché nqn crediate che io mi abbia |
|||
quanto ho detto fatto su le dita a modo di favola, a salvezza |
|||
vostra ed a nostro profitto, eccovi tutte le lettere vostre a noi |
|||
mandate. — Quivi diedero poi l’una dopo l'altra tanti testimoni |
|||
e tanti contrasegni ai mariti, e si bene approvarono le lor |
|||
ragioni al prencipe e a quei signori, che i mariti per contenti |
|||
si chiamarono, e i signori tutti si tennero ottimamente sodi- |
|||
sfatti, di modo che tutti ad una voce pronunziarono i dui |
|||
mariti dever esser liberi. E cosi di commune consenso del |
|||
prencipe e di quei signori furono tutti dui interamente assoluti. |
|||
Erano stati i parenti ed amici dei mariti e de le moglieri con |
|||
ammirazion grandissima ad udir cosi lunga istoria, e somma¬ |
|||
mente lodarono l’assoluzione fatta e tennero tutte due le donne |
|||
per saggie, e che madonna Isotta fosse molto eloquente, avendo |
|||
cosi bene diffesi i casi suoi e dei mariti e de la compagna. |
|||
Anselmo e Girolamo pubicamente con molta allegrezza abbrac¬ |
|||
ciarono e basciarono le donne loro; dapoi, toccatasi la mano |
|||
e basciatisi, fecero una fratellanza insieme e restarono per l’av¬ |
|||
venire in perfetta amicizia, cangiando l’amor lascivo che verso |
|||
le donne avuto avevano in benevolenza fraternale. 11 che fu di |
|||
grandissima contentezza a tutta la città. Ora, racchetata tutta |
|||
la gente che a l'udienza era, il prencipe con gratissimo aspetto |
|||
a madonna Gismonda rivoltato, cosi le disse: — E voi, bella |
|||
giovane, che ricercate voi? Diteci i casi vostri animosamente, |
|||
ché noi di grado vi ascoltaremo. — Madonna Gismonda, tutta |
|||
nel viso divenuta rossa e più del consueto vaga apparendo per |
|||
il nativo colore del minio che per le guance se l’era sparso, |
|||
poi che un poco con gli occhi chini a terra stette, quelli don¬ |
|||
nescamente alzando e preso un poco di ardire, disse : — Se io, |
|||
serenissimo prencipe, a la presenza di persone che mai amato |
|||
non avessero o non sapessero che cosa fosse amore, devessi |
|||
ragionare, mi ritrovarci vie più che dubiosa di ciò che io avessi |
|||
a dire, e forse che per avventura non ardirei d’aprir la bocca. |
|||
M. Bandkli.o, Novelle. |
|||
Piè di pagina (non incluso) | Piè di pagina (non incluso) | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
<references/> |