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giovanette, le quali sotto una medesima nutrice erano allevate e cresciute, di maniera che cosí sorellevolmente s’amavano, come se d’un corpo fossero uscite. La moglie d’Anselmo, che aveva nome Isotta, fu figliuola di messer Marco Gradenigo, uomo ne la nostra cittá di grandissima stima e tra i procuratori di san Marco annoverato, che alora non erano in tanto numero come oggidí sono, perciò che solamente i piú savi e quelli che ottimi si giudicavano erano a cosí nobile e grave dignitá eletti, e nessuno per ambizione né per danari si faceva. Luzia, che era l’altra, aveva tolto per marito l’altro dei dui giovini dei quali giá vi dissi, nomato Girolamo Bembo, e fu figliuola di messer Gian Francesco Valerio, cavaliere, uomo molto letterato, il quale in diverse legazioni per la patria era ito, ed in quei dì da Roma si trovava esser ritornato, ove con grandissima sodisfazione di tutta la cittá appo il sommo pontefice aveva l’ufficio de l’oratore essequito. Le due giovanette, poi che furono maritate ed intesero la nemicizia che tra i mariti loro regnava, si ritrovarono pur troppo smarrite e di mala voglia, parendole vie piú che difficile il non dever perseverare amichevolmente insieme, come sin dai lor teneri anni erano avvezze. Tuttavia essendo discrete e prudenti, per non dar occasione ai lor mariti di gridar per casa, deliberarono, lasciata la consueta domestichezza ed amorevol familiaritá, non si ritrovare insieme se non a luoghi e tempi convenevoli. E fu loro in questo la fortuna assai favorevole, imperciò che, avendo i palagi l’uno a l’altro non solamente vicini ma contigui, v’era da la parte di dietro attaccato a ciascuno un orticello, e questi orticelli da una sola e picciola siepe erano separati, in modo che ogni dì si potevano vedere, e ben sovente ragionare. Oltre di questo le genti di casa de l’uno e de l’altro sposo, pur che dai padroni non fossero vedute, usavano molto domesticamente insieme. Il che era a le due compagne di grandissimo piacere, perché, quando i mariti di casa si partivano, potevano a lor bell’agio per via de l’orto lungamente insieme diportarsi; e questo facevano elle assai sovente. Ora stando la cosa in questa maniera, passarono circa tre anni che nessuna di loro ingravidò. Fra questo mezzo, |
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giovanette, le quali sotto una medesima nutrice erano allevate e |
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cresciute, di maniera che cosi sorellevolmente s’amavano, come |
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se d’un corpo fossero uscite. La moglie d’Anselmo, che aveva |
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nome Isotta, fu figliuola di messer #Marco Gradenigo, uomo ne |
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la nostra città di grandissima stima e tra i procuratori di san |
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Marco annoverato, che alora non erano in tanto numero come |
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oggidì sono, perciò che solamente i più savi e quelli che ot¬ |
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timi si giudicavano erano a cosi nobile e grave dignità eletti, |
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e nessuno per ambizione né per danari si faceva. Luzia, che |
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era l'altra, aveva tolto per marito l’altro dei dui giovini dei quali |
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già vi dissi, nomato Girolamo Bembo, e fu figliuola di messer |
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Gian Francesco Valerio, cavaliere, uomo molto letterato, il quale |
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in diverse legazioni per la patria era ito, ed in quei di da Roma |
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si trovava esser ritornato, ove con grandissima sodisfazione di |
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tutta la città appo il sommo pontefice aveva l'ufficio de l’ora¬ |
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tore essequito. Le due giovanette, poi che furono maritate ed |
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intesero la nemicizia che tra i mariti loro regnava, si ritrova¬ |
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rono pur troppo smarrite e di mala voglia, parendole vie più |
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che difficile il non dever perseverare amichevolmente insieme, |
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come sin dai lor teneri anni erano avvezze. Tuttavia essendo |
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discrete e prudenti, per non dar occasione ai lor mariti di gri¬ |
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dar per casa, deliberarono, lasciata la consueta domestichezza |
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ed amorevol familiarità, non si ritrovare insieme se non a luo¬ |
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ghi e tempi convenevoli. E fu loro in questo la fortuna assai |
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favorevole, imperciò che, avendo i palagi l’uno a l’altro non so¬ |
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lamente vicini ma contigui, v’era da la parte di dietro attac¬ |
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cato a ciascuno un orticello, e questi orticelli da una sola e pic- |
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ciola siepe erano separati, in modo che ogni di si potevano ve¬ |
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dere, e ben sovente ragionare. Oltre di questo le genti di casa |
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de l’uno e de l’altro sposo, pur che dai padroni non fossero |
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vedute, usavano molto domesticamente insieme. 11 che era a le |
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due compagne di grandissimo piacere, perché, quando i mariti |
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di casa si partivano, potevano a lor bell’agio per via de l’orto |
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lungamente insieme diportarsi; e questo facevano elle assai |
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