Pagina:Albini - Le nostre fanciulle.djvu/38: differenze tra le versioni
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Conobbi Sofia Bisi Albini una sera che nella mia Venezia tenne una conferenza sul {{AutoreCitato|Giuseppe Giacosa|Giacosa}}. C’era {{AutoreCitato|Maria Pezzè Pascolato|Maria Pezzè Pascolato}}, anzi la Bisi era sua ospite e c’era {{AutoreCitato|Anita Zappa|Anita Zappa}} tra le due amiche fedeli; e, confusa nella folla, c’ero anch’io, con la mia importanza di abbonata alla Rivista: e non avevo altro al mio attivo. Ma io ero esultante: la Donna che parlava con vibrante armoniosa parola era anche un po’ mia. Mai, di simile tenerezza avevo amato i miei sommi, Omero, Dante e Leopardi. Il rispetto e l’ammirazione me li tenevano ad una distanza enorme, in un olimpo dal quale io arrivavo alle soglie, genuflessa. Ma «lei» era viva e vicina, col suo sguardo sorridente volto alle nostre faccette di adolescenti intente: ed era per noi ch’essa penetrava nel divino mondo dell’arte. Quella sera capii Giacosa attraverso le sue parole e «''{{TestoAssente|Tristi amori}}''» e «''{{TestoAssente|Come le foglie}}''» mi apparvero in tutta la loro tragica potenza. |
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Sofìa Disi Albini. La sua vita e la sua operi*. |
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Conobbi Sofia Bisi Albini una sera che nella mia |
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Poi la rividi al Congresso delle maestre ch’essa venne a presiedere e del quale parla in uno dei capitoli di questo libro, a proposito dell’episodio della gita in terza classe a Vittorio Veneto, {{Pt|do-|}} |
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Venezia tenne una conferenza sul Giacosa. C’era |
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Maria Pezze Pascolato, anzi la Bisi era sua ospite e |
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c’era Anita Zappa tra le due amiche fedeli; e, con- |
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fusa nella folla, c’ero anch’io, con la mia impor- |
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tanza di abbonata alla Rivista: e non avevo altro al |
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mio attivo. Ma io ero esultante: la Donna che par- |
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lava con vibrante armoniosa parola era anche |
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un po’ mia. Mai, di simile tenerezza avevo amato |
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i miei sommi, Omero, Dante e Leopardi. Il ri- |
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spetto e l’ammirazione me li tenevano ad una |
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distanza enorme, in un olimpo dal quale io arri- |
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vavo alle soglie, genuflessa. Ma « lei » era viva e |
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stre faccette di adolescenti intente: ed era per |
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noi ch’essa penetrava nel divino mondo dell’arte. |
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Quella sera capii Giacosa attraverso le sue pa- |
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role e « Tristi amori » e « Come le foglie » mi |
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apparvero in tutta la loro tragica potenza. |
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venne a presiedere e del quale parla in uno dei |
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capitoli di questo libro, a proposito dell’episodio |
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della gita in terza classe a Vittorio Veneto, do- |
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