Teatro Historico di Velletri/Fedeltà de' Velletrani: differenze tra le versioni

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Risposero li Fedeli Velletrani à questa lettera, che loro non tenevano altro per Pontefice vero, che Urbano Sesto, e che in conto veruno non volevano riconoscere Clemente Settimo Antipapa, e Scismatico; per la qual risposta inaspritosi il Conte, mandò due Araldi ad intimar la Guerra à Velletrani, che poco stimando le di lui minaccie, s'apparecchiarono coraggiosamente alla difesa, col mantenersi sempre intrepidi, e fedeli à Chiesa Santa, e suoi legitimi Sposi, e Vicarij di Christo, per li quali prontamente mettevano la propria vita contro un tal nemico potente sì, ma lontano dal grembo della Madre universale Chiesa Santa; e contro li soldati di Clemente si fecero conoscere per valorosi, e coraggiosi in Battaglia, perchè se bene predarono alcune Ville vicino à Roma; à Velletri trovando resistenza de' fedeli Cittadini, non fecero progresso alcuno, ma più presto ne riceverono danno, è vero che si fece la pace, ma perchè li Bertoni tenevano alcuni nostri priggioni, e scorrevano la Campagna, li nostri Cittadini, quantunque il Pontefice fosse d'altro senso, crearono per Capitano Generale Annibale Strozzi, dandoli plenaria autorità à Guerra, e Pace, per due Anni, come si legge nella Cancellaria per li Consegli celebrati in S.Francesco. et in S.Clemente nel {{smaller|M.CCC.LXXXII.}}<br>
Per l'addietro ancora era passata poco buona correspondenza trà Velletrani, et il Conte di Fondi; perchè nell'Anno {{smaller|M.CCC.XLIII.}} Nicolò Caetano Padre del suddetto Honorato, predò gran numero di Bestiami d'ogni sorte a' nostri Cittadini, che stavano à pascolare vicino à Ninfa, quali da lui furono prima condotti à Sermoneta, e poi à Fondi; onde li nostri Velletrani, fattane avvisata Roma, ne fecero presto le vendette, che non finirono subito, ma si continovarono ne' posteri ancora, particolarmente contro il Conte Cristofaro Caetano; intanto che nel {{smaller|M.CD.XXV.}} per il gran risentimento fatto contro di lui, se ne pagò buona somma di denari. Tutto ciò apparisce nella Cancellaria Priorale.<br>
Atratanta, e maggior fedeltà mostrarono li Velletrani verso Chiesa Santa e Sommi Pontefici Romani, Gregorio Duodecimo, e Giovanni Vigesimoterzo, contro Ladislà Rè di Napoli; perchè, se bene questo Rè faceva molte promesse di Favori, e Privileggi alla Città, come si puol vedere in detta Cancellaria, con tutto ciò sempre constanti furono nell'ossequio, e riverenza di Chiesa Santa, sicome apertamente dimostrano le lettere scritte a' Velletrani da Pietro Stefanesco de gl'Anibali Romano Cardinal Vicario, e Legato in Roma per l'assenza di Papa Gregorio Duodecimo, quale vedde la ripugnanza de' fedeli Cittadini al suddetto Rè. Hò voluto perciò registrare la copia d'alcune di quelle lettere, dal Latino tradotte dal nostro Landi, che si conservavano tra l'altre Scritture della Compagnia del Confalone; e da queste potrà il Lettore conoscere la verità di quello, che si scrive.<br>
''Nobili dilettissimi nostri Salute. All'Ultimo s'è pure verificato quel che per innanzi vi scrissi delle Genti del Rè, le quali cercavano di sottomettere cotesta divotissima Città à miserabil servitù, e sappiamo, che dette Genti s'erano accostate, credendo sotto la speranza datali da alcuni di poca fede,