Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/356: differenze tra le versioni

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Che, dunque, ella non sia da esser disprezzata come ridicolosa, apertamente ce lo dimonstra la qualità de gli uomini, non meno antichi che moderni, i quali l’hanno tenuta e tengono; ne potrà alcuno stimarla ridicolosa, se egli non ha per ridicoli e stolti prima {{AutoreCitato|Pitagora|Pitagora}} con tutta la sua setta, Filolao maestro di {{AutoreCitato|Platone|Platone}}, e Platone istesso, come testifica {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotele}} ne’ libri del Cielo, Eraclide Pontico ed Eifanto, Aristarco Samio, Niceta, Seleuco matematico: e l’istesso {{AutoreCitato|Lucio Anneo Seneca|Seneca}} non pure non la deride, ma si burla di chi l’avesse per ridicola, scrivendo nel libro ''De cometis'' così: ''Ilio quoque pertinellt hoc excussisse ut sciamus utrum mundus terra stante circiimeat, an mundo stante terra vertatur: fuerunt enim qui dicerent, nos esse quos rerum natura nescientes ferat, nec coeli motu fieri ortus et occasus, sed ipsos oriri et Decidere. Digna res est consideratione, ut sciamus in quo rerum statu simus, pigerrimam sortiti an velocissimam sedem, circa nos Deus omnia an nos agat''. Quanto a i moderni, {{AutoreCitato|Niccolò Copernico|Niccolò Copernico}} in prima l’ha suscitata ed ampiamente in tutto il suo libro confermata, e successivamente altri: tra’ quali aviamo Guglielmo Gilberto, medico e filosofo eminente, che diffusamente ne tratta e la conferma nell’ultimo libro ''De magnete''; {{AutoreCitato|Giovanni Keplero|Giovanni Cheplero}}, filosofo e matematico illustre vivente, al servizio del passato e del presente Imperatore, segue l’istessa opinione; Davide Origano, nel principio delle sue Effemeridi, comproba la mobilità della Terra con lunghissimo discorso; nè ci mancano altri autori che ne hanno publicate le loro ragioni. Ma più, de’ seguaci di tale dottrina, ben che non ne abbino mandato scritture in publico, so ne potrei nominare moltissimi viventi in Eoma, Firenze, Venezia, Padova, Napoli, Pisa, Parma ed altri luoghi. Non è dunque tal dottrina ridicola, essendo stata di uomini grandissimi; e se bene il numero è poco in comparazione de i seguaci della commune posizione, ciò argumenta più presto la sua difficoltà ad esser capita, che la sua vanità.
Che, dunque, ella non sia da esser disprezzata come ridicolosa, apertamente ce lo dimonstra la qualità de gli uomini, non meno antichi che moderni, i quali l’hanno tenuta e tengono; ne potrà alcuno stimarla ridicolosa, se egli non ha per ridicoli e stolti prima {{AutoreCitato|Pitagora|Pitagora}} con tutta la sua setta, Filolao maestro di {{AutoreCitato|Platone|Platone}}, e Platone istesso, come testifica {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotele}} ne’ libri del Cielo, Eraclide Pontico ed Eifanto, Aristarco Samio, Niceta, Seleuco matematico: e l’istesso {{AutoreCitato|Lucio Anneo Seneca|Seneca}} non pure non la deride, ma si burla di chi l’avesse per ridicola, scrivendo nel libro ''De cometis'' così: ''Ilio quoque pertinellt hoc excussisse ut sciamus utrum mundus terra stante circiimeat, an mundo stante terra vertatur: fuerunt enim qui dicerent, nos esse quos rerum natura nescientes ferat, nec coeli motu fieri ortus et occasus, sed ipsos oriri et Decidere. Digna res est consideratione, ut sciamus in quo rerum statu simus, pigerrimam sortiti an velocissimam sedem, circa nos Deus omnia an nos agat''. Quanto a i moderni, {{AutoreCitato|Niccolò Copernico|Niccolò Copernico}} in prima l’ha suscitata ed ampiamente in tutto il suo libro confermata, e successivamente altri: tra’ quali aviamo Guglielmo Gilberto, medico e filosofo eminente, che diffusamente ne tratta e la conferma nell’ultimo libro ''De magnete''; {{AutoreCitato|Giovanni Keplero|Giovanni Cheplero}}, filosofo e matematico illustre vivente, al servizio del passato e del presente Imperatore, segue l’istessa opinione; Davide Origano, nel principio delle sue Effemeridi, comproba la mobilità della Terra con lunghissimo discorso; nè ci mancano altri autori che ne hanno publicate le loro ragioni. Ma più, de’ seguaci di tale dottrina, ben che non ne abbino mandato scritture in publico, so ne potrei nominare moltissimi viventi in Eoma, Firenze, Venezia, Padova, Napoli, Pisa, Parma ed altri luoghi. Non è dunque tal dottrina ridicola, essendo stata di uomini grandissimi; e se bene il numero è poco in comparazione de i seguaci della commune posizione, ciò argumenta più presto la sua difficoltà ad esser capita, che la sua vanità.


In oltre, che ella sia fondata sopra potentissime ed efficacissime
In oltre, che ella sia fondata sopra potentissime ed efficacissime{{Vp|

{{Type|f=.9em|4. ''Copernico, della quale'' —}}}}