Pagina:Ida Baccini, La mia vita ricordi autobiografici.djvu/140: differenze tra le versioni

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La purezza e la semplicità dello stile e la originalità della trovata (credo di essere stata in Italia la prima a tentare quel genere di letteratura) oltre che alla diffusione dell’opera cooperarono anche alla mia notorietà presso i letterati e gli scrittori già molto noti. Fra i primi elogi, e i più grati, debbo certro metter quelli del buon {{AutoreCitato|Carlo Collodi|Collodi}} che conobbi in quel tempo nella bottega del Paggi insieme con {{AutoreCitato|Giuseppe Rigutini|Giuseppe Rigutini}}, {{AutoreIgnoto|Silvio Pacini}} e il grande scienziato {{AutoreIgnoto|Filippo Pacini}} e col quale conservai relazioni di affettuosa amicizia fino all’epoca della sua morte, cioè fino al 1891<ref name="nota1">Delle lettere di congratulazione per il mio «Pulcino» non credo opportuno riportarne alcuna, anche se scritta da grandi nomini; perchè anche allora, come ora, la cortesia — specialmente trattandosi dell’opera di una donna — vinceva la mano alla sincerità. Faccio eccezione per questo biglietto del mio caro e venerato amico {{AutoreCitato|Atto Vannucci|Atto Vannucci}}, la cui lode compensò forse le lunghe amarezze che dovetti sopportare da amiche... benevole le quali digerivano male il successo del libro modesto.<br><br>
La purezza e la semplicità dello stile e la originalità della trovata (credo di essere stata in Italia la prima a tentare quel genere di letteratura) oltre che alla diffusione dell’opera cooperarono anche alla mia notorietà presso i letterati e gli scrittori già molto noti. Fra i primi elogi, e i più grati, debbo certro metter quelli del buon {{AutoreCitato|Carlo Collodi|Collodi}} che conobbi in quel tempo nella bottega del Paggi insieme con {{AutoreCitato|Giuseppe Rigutini|Giuseppe Rigutini}}, {{AutoreIgnoto|Silvio Pacini}} e il grande scienziato {{AutoreIgnoto|Filippo Pacini}} e col quale conservai relazioni di affettuosa amicizia fino all’epoca della sua morte, cioè fino al 1891<ref name="nota1">Delle lettere di congratulazione per il mio «Pulcino» non credo opportuno riportarne alcuna, anche se scritta da grandi nomini; perchè anche allora, come ora, la cortesia — specialmente trattandosi dell’opera di una donna — vinceva la mano alla sincerità. Faccio eccezione per questo biglietto del mio caro e venerato amico {{AutoreCitato|Atto Vannucci|Atto Vannucci}}, la cui lode compensò forse le lunghe amarezze che dovetti sopportare da amiche... benevole le quali digerivano male il successo del libro modesto.<br><br>
Egregia Signora Ida,
Egregia Signora Ida,
{{A destra|Firenze, 3 novembre 1876.}}
{{A destra|Firenze, 3 novembre 1876.}}
Ieri accompagnato da una sua gentilissima letterina mi giunse il bel Pulcino. Da un pezzo sapevo di questo racconto. Ne sentii parlar bene più volte e godei con tutta l’anima della lode che ne veniva all’Autrice. Ora che con tanta cortesia me lo ha donato mi sono messo a leggerlo subito e arriverò quanto prima alla fine.<br>
Ieri accompagnato da una sua gentilissima letterina mi giunse il bel Pulcino. Da un pezzo sapevo di questo racconto. Ne sentii parlar bene più volte e godei con tutta l’anima della lode che ne veniva all’Autrice. Ora che con tanta cortesia me lo ha donato mi sono messo a leggerlo subito e arriverò quanto prima alla fine.<br>
Intanto mi affretto a ringraziarla del caro dono e del gran piacere che con esso mi ha dato. Vedo che nei suoi studi ella ha fatto un gran passo. La sua vecchia maniera di scrivere è affatto scomparsa.<br>
Intanto mi affretto a ringraziarla del caro dono e del gran piacere che con esso mi ha dato. Vedo che nei suoi studi ella ha fatto un gran passo. La sua vecchia maniera di scrivere è affatto scomparsa.<br>
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