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credevano avere i preti a sepellire, n’avevano sei o otto, e talfiata piú. Nè erano per ciò questi da alcuna lagrima o lume o compagnia onorati, anzi era la cosa pervenuta a tanto, che non altramenti si curava degli uomini che morivano, che ora si curerebbe di capre; per che assai manifestamente apparve che quello che il naturale corso delle cose non avea potuto con piccoli e radi danni a’ savi mostrare doversi con pazienza passare, la grandezza de’ mali eziandio i semplici far di ciò scorti e noncuranti. Alla gran moltitudine de’ corpi mostrata, che ad ogni chiesa ogni dí e quasi ogni ora concorreva portata, non bastando la terra sacra alle sepolture, e massimamente volendo dare a ciascun luogo proprio secondo l’antico costume, si facevano per li cimiteri delle chiese, poi che ogni parte era piena, fosse grandissime nelle quali a centinaia si mettevano i sopravvegnenti: ed in quelle stivati, come si mettono le mercatantie nelle navi a suolo a suolo, con poca terra si ricoprieno infino a tanto che della fossa al sommo si pervenia. Ed acciò che dietro ad ogni particularitá le nostre passate miserie per la cittá avvenute piú ricercando non vada, dico che cosí inimico tempo correndo per quella, non per ciò meno d’alcuna cosa risparmiò il circostante contado; nel quale, lasciando star le castella, che simili erano nella loro piccolezza alla cittá, pelle sparte ville e per li campi i lavoratori miseri e poveri e le loro famiglie, senza alcuna fatica di medico o aiuto di servidore, per le vie e per li loro cólti e per le case, di dí e di notte indifferentemente, non come uomini ma quasi come bestie morieno. Per la qual cosa essi cosí nelli loro costumi come i cittadini divenuti lascivi, di niuna lor cosa o faccenda curavano: anzi tutti, quasi quel giorno nel quale si vedevano esser venuti la morte aspettassero, non d’aiutare i futuri frutti delle bestie e delle terre e delle loro passate fatiche, ma di consumare quegli che si trovavano presenti si sforzavano con ogni ingegno. Per che addivenne che i buoi, gli asini, le pecore, le capre, i porci, i polli ed i cani medesimi fedelissimi agli uomini, fuori delle proprie case cacciati, per li campi, dove ancora le biade abbandonate erano, senza essere, non che raccolte, ma
credevano avere i preti a sepellire, n’avevano sei o otto, e talfiata piú. Nè erano per ciò questi da alcuna lagrima o lume o compagnia onorati, anzi era la cosa pervenuta a tanto, che non altramenti si curava degli uomini che morivano, che ora si curerebbe di capre; per che assai manifestamente apparve che quello che il naturale corso delle cose non avea potuto con piccoli e radi danni a’ savi mostrare doversi con pazienza passare, la grandezza de’ mali eziandio i semplici far di ciò scorti e noncuranti. Alla gran moltitudine de’ corpi mostrata, che ad ogni chiesa ogni dí e quasi ogni ora concorreva portata, non bastando la terra sacra alle sepolture, e massimamente volendo dare a ciascun luogo proprio secondo l’antico costume, si facevano per li cimiteri delle chiese, poi che ogni parte era piena, fosse grandissime nelle quali a centinaia si mettevano i sopravvegnenti: ed in quelle stivati, come si mettono le mercatantie nelle navi a suolo a suolo, con poca terra si ricoprieno infino a tanto che della fossa al sommo si pervenia. Ed acciò che dietro ad ogni particularitá le nostre passate miserie per la cittá avvenute piú ricercando non vada, dico che cosí inimico tempo correndo per quella, non per ciò meno d’alcuna cosa risparmiò il circostante contado; nel quale, lasciando star le castella, che simili erano nella loro piccolezza alla cittá, pelle sparte ville e per li campi i lavoratori miseri e poveri e le loro famiglie, senza alcuna fatica di medico o aiuto di servidore, per le vie e per li loro cólti e per le case, di dí e di notte indifferentemente, non come uomini ma quasi come bestie morieno. Per la qual cosa essi cosí nelli loro costumi come i cittadini divenuti lascivi, di niuna lor cosa o faccenda curavano: anzi tutti, quasi quel giorno nel quale si vedevano esser venuti la morte aspettassero, non d’aiutare i futuri frutti delle bestie e delle terre e delle loro passate fatiche, ma di consumare quegli che si trovavano presenti si sforzavano con ogni ingegno. Per che addivenne che i buoi, gli asini, le pecore, le capre, i porci, i polli ed i cani medesimi fedelissimi agli uomini, fuori delle proprie case cacciati, per li campi, dove ancora le biade abbandonate erano, senza essere, non che raccolte, ma

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