Pagina:Alberti - Della pittura e della statua, Milano, 1804.djvu/100: differenze tra le versioni

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{{Pt|pra|sopra}} amendue i piedi, raa si appoggino a qualche cosa con Je mani: e finalmente riferischinsi secondo Ja dignità di ciascuno tutti i moti del corpo a quegli affetti degli animi, che tu vorrai rappresentare . Dipoi finalmente egli è di necessità che le significazioni delle grandissime passioni degli animi appariseli ¡ito e si esprimino grandissimamenle in essi corpi. E questa regola de’ moti, e delle attitudini, è molto comune in qualsivoglia sorte di animali. Conciossiachè non sta bene, che un bue che serve ad arare, faccia le medesime attitudini, che il generoso cavallo di Alessandro, Bucefalo. Ma quella tanto celebrala figliuola di Inaco, che fu convertila in Vacca, dipigneremo forse noi comodamente, come che ella corra con la testa alta, con i piedi alzati, e con la coda torta. Basti avere scorse queste cose brevemente de’ moli degli animali. Ma perchè io penso, che tutti questi moti, de quali abbiamo parlalo, sieuo ancora necessarj quanto alle cose inanimate, nella Pittura, io penso che sia bene trattare in che modo esse si muovono. Imperocché i moli e de’ capelli, e delle chiome, c de’ rami, e delle frondi, e delle vesti espressi nella Pittura dilettano ancora essi. Io certamente desidero , ch’essi capelli rappresentino tutti sette quei moti che io ho racconti . Imperocché avvolghinsi in giro facendo un nodo , sparghinsi in aria imitando le fiamme,
{{Pt|pra|sopra}} amendue i piedi, ma si appoggino a qualche cosa con le mani: e finalmente riferischinsi secondo la dignità di ciascuno tutti i moti del corpo a quegli affetti degli animi, che tu vorrai rappresentare. Dipoi finalmente egli è di necessità che le significazioni delle grandissime passioni degli animi apparischio e si esprimino grandissimamente in essi corpi. E questa regola de’ moti, e delle attitudini, è molto comune in qualsivoglia sorte di animali. Conciossiachè non sta bene, che un bue che serve ad arare, faccia le medesime attitudini, che il generoso cavallo di Alessandro, Bucefalo. Ma quella tanto celebrata figliuola di Inaco, che fu convertita in Vacca, dipigneremo forse noi comodamente, come che ella corra con la testa alta, con i piedi alzati, e con la coda torta. Basti avere scorse queste cose brevemente de’ moti degli animali. Ma perchè io penso, che tutti questi moti, de’ quali abbiamo parlato, sieno ancora necessarj quanto alle cose inanimate, nella Pittura, io penso che sia bene trattare in che modo esse si muovono. Imperocchè i moti e de’ capelli, e delle chiome, e de’ rami, e delle frondi, e delle vesti espressi nella Pittura dilettano ancora essi. Io certamente desidero, ch’essi capelli rappresentino tutti sette quei moti che io ho racconti. Imperocchè avvolghinsi in giro facendo un nodo, sparghinsi in aria imitando le fiamme,