Pagina:La leggenda della cintola di Maria Vergine che si conserva in Prato.djvu/8: differenze tra le versioni

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in tuo paese, e mcnatene questa tua moglie: io non ho dota che io ti dia; se non che io ti darò per tua dota una Cintola che tue lasciata agli antichi nostri, che la diede loro uno apostolo di Cristo, e disse ch’era della vergine Maria; e imperciò io la ti darò; e guar dala bene, che io t'imprometto, che tu non vorrai nulla cosa da lei, che tu non l'abbi. E questi; La voglio: e diellili in una gabbiuzza di giunchi marini. E questi si mise in via colla moglie. Ora la storia non ricorda questa sua moglie più innanzi, sicché credo che morisse tra via. E questo Michele se ne venne a Prato con’questo tesoro, e puosesi in una casellina dirinpetto alla pieve, dove era il palazzo del Comune; e teneva vita santa e onesta, e visitava continuamente l’al tare di nostra Donna. E tale paura avea questo Michele, che no’ li fosse tolta da’ discepoli, ch’elli tenea all’arte delle pelli, che ogni notte si ponea a dormire in soppcdano, nel quale continuamente di e notte vi tacca ardere una lampana al suo onore: del quale soppedano ogni notte n’ era levato, e posto a’ piedi ; che non e giusta cosa dor mire su si cara cosa e preziosa. E di questo elli se ne faceva grande meraviglia, e uno suo discepolo, lo quale avea nome Cardo, che'l vide più volte levarnelo a terra. E vivette così questo Michele buono tempo. E poi quando venne a morte, si mandò per lo proposto Uberto, e si li raccomando questa Cintola, dicendoli, che li tue data in cotale luogo, e come era la Cintola di nostra Donna, secondo che detto li tue; e come dormendo sul soppedano dov'era la Cintola, si trovava in terra: di ciò rendeva testimonianza Cardo e Gottifredo con altri suoi discepoli: e laseiovi questa mia casuccia<ref>Il codice legge ''casucca''.</ref>, che io non ho altro. E cosi ragionando co’ lui, Tue passato di questa vita. E messere lo proposto Uberto tolse questa gabbiuzza de'giunchi, dov’era la Cintola, quasi faccendosene bell‘e , che fosse la Cintola di nostra Donna: e ripuo sela in uno soppedano, che vi avea entro paramenti calici e terribili, e altre cose della chiesa. La prima notte, che stette in questo soppedano, si v’ ebbe si grande picchiata entro, che porca che vi fossero entro tutte le martella di questo mondo: e parea loro sentire grandi strepi dori per lo dormentoro, con grande streiinata di piedi. Aleuna volta parea che rovinasse la casa; onde li ealonaci aveano grande paura.
in tuo paese, e mcnatene questa tua moglie: io non ho dota che io ti dia; se non che io ti darò per tua dota una Cintola che tue lasciata agli antichi nostri, che la diede loro uno apostolo di Cristo, e disse ch’era della vergine Maria; e imperciò io la ti darò; e guardala bene, che io t'imprometto, che tu non vorrai nulla cosa da lei, che tu non l'abbi. E questi; La voglio: e diellili in una gabbiuzza di giunchi marini. E questi si mise in via colla moglie. Ora la storia non ricorda questa sua moglie più innanzi, sicché credo che morisse tra via.
E questo Michele se ne venne a Prato con’questo tesoro, e puosesi in una casellina dirinpetto alla pieve, dove era il palazzo del Comune; e teneva vita santa e onesta, e visitava continuamente l’al tare di nostra Donna. E tale paura avea questo Michele, che no’ li fosse tolta da’ discepoli, ch’elli tenea all’arte delle pelli, che ogni notte si ponea a dormire in soppcdano, nel quale continuamente di e notte vi tacca ardere una lampana al suo onore: del quale soppedano ogni notte n’ era levato, e posto a’ piedi ; che non e giusta cosa dormire su si cara cosa e preziosa. E di questo elli se ne faceva grande meraviglia, e uno suo discepolo, lo quale avea nome Cardo, che'l vide più volte levarnelo a terra. E vivette così questo Michele buono tempo. E poi quando venne a morte, si mandò per lo proposto Uberto, e si li raccomando questa Cintola, dicendoli, che li tue data in cotale luogo, e come era la Cintola di nostra Donna, secondo che detto li tue; e come dormendo sul soppedano dov'era la Cintola, si trovava in terra: di ciò rendeva testimonianza Cardo e Gottifredo con altri suoi discepoli: e laseiovi questa mia casuccia<ref>Il codice legge ''casucca''.</ref>, che io non ho altro. E cosi ragionando co’ lui, Tue passato di questa vita. E messere lo proposto Uberto tolse questa gabbiuzza de'giunchi, dov’era la Cintola, quasi faccendosene bell‘e , che fosse la Cintola di nostra Donna: e ripuo sela in uno soppedano, che vi avea entro paramenti calici e terribili, e altre cose della chiesa. La prima notte, che stette in questo soppedano, si v’ ebbe si grande picchiata entro, che porca che vi fossero entro tutte le martella di questo mondo: e parea loro sentire grandi strepi dori per lo dormentoro, con grande streiinata di piedi. Aleuna volta parea che rovinasse la casa; onde li ealonaci aveano grande paura.