Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia: differenze tra le versioni

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Essa si sostiene grazie alle donazioni. Il direttore è il già citato Jimbo Wales.<br />
Dal dicembre 2003, grazie sempre alla supervisione della fondazione, Wikipedia si è trasferita su un nuovo software, scritto in linguaggio PHP e basato sul database MySQL. È un fondamentale strumento operativo per chi si impegna in sviluppo di conoscenza, si tratta di un software open-source giunto alla terza fase di sviluppo e creato in partenza da Magnus Manske, che chiamò il prodotto in fase uno col nome di UseModWiki.
 
===Cenni metodologici===
Prima di procedere con l’analisi della ricerca, è necessario definire le coordinate metodologiche del lavoro.<br />
Anzitutto, si è debitori dell’opera di Christine Hine<sup>[[#Note|92]]</sup>, Virtual Ethnography. L’autrice propone una nuova lettura del campo etnografico, ovvero dell’effettivo contesto studiato.<br />
La Hine afferma l’importanza di studiare la rete collegandola agli altri contesti di ricerca “paralleli”: «[…] Vedendo il campo, piuttosto che un sito, come un “campo di relazioni”. Gli etnografi dovrebbero ancora partire da un luogo particolare, ma sarebbero incoraggiati a seguire le connessioni che sono rese significative da quel contesto<sup>[[#Note|93]]</sup>».<br />
In sostanza: «L’approccio etnografico che è descritto qui [nell’opera dell’autrice] intende rendere giustizia alla ricchezza e alla complessità di Internet […]<sup>[[#Note|94]]</sup>».<br />
La definizione metodologica di Christine Hine rientra in un più ampio suo discorso che si concentra sulla differenziazione di Internet come “cultura” e “artefatto culturale”.<br />
Nel primo caso, si tratta di osservare le pratiche situate all’interno della rete. Nel secondo, di indagare sui discorsi sociali intorno ad Internet e alle varie pratiche di fruizione della Rete stessa.<br />
Riportando il discorso dell’autrice: «Gli studi etnografici dei contesti online hanno fornito un grosso contributo a creare la visione di Internet come di una cultura nella quale il modo in cui la gente usa le tecnologie a sua disposizione potrebbe essere oggetto di studio.<br />
[…]Il secondo modo di vedere Internet […] è quello che lo indica come un artefatto culturale. Questo approccio vede Internet come un prodotto della cultura: una tecnologia che è prodotta da persone particolari con scopi e priorità concettualmente situati<sup>[[#Note|95]]</sup>».<br />
A un’osservazione di tipo partecipante<sup>[[#Note|96]]</sup>, svolta in modo sistematico dal mese di gennaio 2004 al mese di luglio 2004, si sono affiancate a interviste<sup>[[#Note|97]]</sup> di tipo etnografico, su un campione di cinque soggetti, effettuate sia in sedute faccia a faccia o, in alcuni casi, mediante Microsoft Messenger, ad unico scopo di facilitare contatti altrimenti difficilmente raggiungibili. I soggetti intervistati hanno un’età che oscilla dai 18 ai 65 anni. Ulteriori contributi alla ricerca sono stati forniti da altri soggetti in modalità on-line.<br />
Infatti, al di là del lavoro “diretto” sull’enciclopedia, si è seguito il dibattito sulle varie “pagine di discussione”<sup>[[#Note|98]]</sup>, luogo fondamentale per la pratica del processo decisionale in Wikipedia e nelle quali si è registrato un notevole flusso di utenti e collaboratori. Ci si è concentrati anche sulla mailing list, nonostante sia un mezzo utilizzato sporadicamente, e sulla chat, strumento costituito recentemente e rispetto al quale i Wikipediani si trovano ancora in una fase di “appropriazione” del mezzo. È una fase cioè di attribuzione di significato alla chat da parte dei Wikipediani. Si è comunque rivelato uno spazio assai utile per i momenti di decisione e di confronto sui problemi dell’enciclopedia.<br />
Un altro importante momento nella ricerca è stato fornito dai raduni “locali”<sup>[[#Note|99]]</sup>: si è partecipato a due di questi, di cui il primo è stato in generale anche il primo incontro “faccia a faccia” dei Wikipediani italiani<sup>[[#Note|100]]</sup>. I due raduni si sono svolti il 29 maggio e il 12 giugno 2004.<br />
L’aspetto dell’“artefatto culturale”, indicato dalla Hine, è stato riscontrato soprattutto monitorando le pagine di discussione, che rientrano nello spazio dell’enciclopedia, pur isolandosi dall’effettiva pratica di compilazione della stessa, e all’interno della mailing list. In particolar modo si è trovato interessante focalizzare l’attenzione su una pagina denominata “WikiBar”, punto d’incontro “informale” per i Wikipediani e di confronto abbastanza diretto, prima della costituzione del mezzo sincrono della chat<sup>[[#Note|101]]</sup>.<br />
Come si riscontra nel lavoro di Christine Hine, la fondamentale importanza dell’utilizzo di una metodologia etnografica comporta che: «[…] l’etnografia produce una comprensione autentica di una cultura basata su concetti che emergono dallo studio piuttosto che essere imposta “a priori” dal ricercatore. Le culture sono studiate nel loro stato naturale, piuttosto che essere disturbate da tecniche di sondaggio o da scenari sperimentali<sup>[[#Note|102]]</sup>».<br />
Ma è anche dimostrato nella ricerca che non si può esser sollevati dall’“obbligo relazionale” e l’esperienza diventa parte fondamentale della ricerca: «[…] la relazione tra l’etnografo, il lettore e gli oggetti di ricerca è ancora inscritta nel testo etnografico<sup>[[#Note|103]]</sup>. L’etnografo è ancora posizionato in modo privilegiato per render conto della posizione del campo».<br />
Nell’osservazione poi dei casi specifici di ogni soggetto intervistato, si è notato che vi è spesso un riscontro diretto tra ciò che è la loro vita “reale” e ciò di cui si occupano su Wikipedia. La Hine a questo proposito afferma: «La sfida dell’etnografia virtuale è di esplorare la costruzione dei limiti e di costituire delle connessioni, specialmente tra “virtuale” e “ reale”<sup>[[#Note|104]]</sup>».<br />
La pratica effettiva dell’etnografia proposta da Christine Hine conferma: «L’etnografia virtuale è interstiziale, cioè si inserisce nelle altre attività sia dell’etnografo sia dei soggetti<sup>[[#Note|105]]</sup>». Ciò significa che non si può considerare l’unico momento interazionale all’interno di Wikipedia, ma è necessario seguire quella rete di connessioni ed esperienze che rientrano in sfere diverse da quella del contesto ristretto di ricerca.<br />
Christine Hine ci indica come virtuale sia da intendere anzitutto come una facilitazione concessa dalle nuove tecnologie per la ricerca: «[…]L’etnografo è sia lontano da o compresente agli informatori. La tecnologia permette che queste relazioni siano nutrite e mantenute o portate avanti al di là delle differenze temporali e spaziali<sup>[[#Note|106]]</sup>».<br />
Ma virtuale, secondo l’autrice, non significa solo slegato dall’elemento corporale, bensì: «L’etnografia virtuale è adeguata per l’intento pratico di esplorare le relazioni dell’interazione mediata, anche se non si tratta della reale cosa intesa nei termini della pura metodologia<sup>[[#Note|107]]</sup>».<br />
La Hine traccia le linee di base della metodologia a partire da un caso specifico, che ha avuto luogo nel 1997: il processo di una ragazza inglese “alla pari”, Louise Woodward, accusata di aver ucciso il figlio della famiglia americana dove risiedeva. Vengono analizzati siti web che non si occupano direttamente dell’evento mediale – riprendendo l’aspetto della “cultura” – e i discorsi giornalistici e non sul fatto in sé per quanto riguarda il livello di “artefatto culturale”.<br />
Tutto questo imponente e complesso apparato risulta fondamentale per inquadrare i termini di tipo metodologico nei quali si è inserita la ricerca empirica trattata. Christine Hine ha il merito di aver mosso, per prima, il campo etnografico dal contesto limitato e ben definito a una situazione di integrazione dei diversi spazi e luoghi di interazione sociale, soprattutto facendo fluire uno nell’altro il momento mediato e quello faccia a faccia. Di qui le basi della cosiddetta “etnografia connettiva”, così come è possibile definire la metodologia di ricerca di Christine Hine.
 
===Prospettiva sociale===
La fase di ricerca si è concentrata soprattutto sul gruppo dei Wikipediani, andando a studiare quindi in particolar modo il coinvolgimento di una serie di individui, particolarmente coinvolti anche se a differenti livelli, nelle pratiche di auto-organizzazione di produzione del sapere in rete.<br />
In questa prima parte, si desidera focalizzare l’attenzione sulle dinamiche sociali e relazionali che nascono all’interno di un gruppo che coopera.<br />
Nello spazio di Wikipedia, vengono a strutturarsi dei veri e propri momenti chiave che finiscono per caratterizzare la “vita sociale” dei membri collaboratori.<br />
Da ciò che si è detto finora, Wikipedia appare come una struttura altamente democratica, dove ognuno è libero di apportare il proprio contributo nella misura in cui si sente in grado. In questo senso sembra vi sia un legame diretto con la comunità hacker descritta nella prima parte del lavoro.<br />
In realtà, un’analisi più approfondita rivela una struttura altamente complessa e relativamente democratica: una dimensione verticale di gestione dell’intero progetto, in una sorta di gerarchia più implicita che regolamentata, è ciò che caratterizza l’enciclopedia.<br />
Ci sono però due aspetti da non trascurare: anzitutto il “potere”, che più che altro si esplica nel momento decisionale che, come vedremo, non rientra mai nelle mani di una persona soltanto, quanto piuttosto di un’élite, fondamentalmente inquadrabile nei membri che da più tempo rientrano nel gruppo dei Wikipediani<sup>[[#Note|108]]</sup>.<br />
Per dirla con uno di loro:
 
«La democrazia è bella, ma non funziona<sup>[[#Note|109]]</sup>».
 
Il secondo aspetto non trascurabile è quello che può descrivere la situazione “orizzontale” di comunicazione tra pari<sup>[[#Note|110]]</sup>. Al di là di poche figure chiave, la situazione gerarchica in Wikipedia si annulla all’interno della maggioranza dei collaboratori. Non solo hanno lo stesso valore e potere decisionale, ma vengono considerati piuttosto indifferentemente, soprattutto nel loro apportare contributi. A questo proposito, è chiarificatrice la pratica che vede i Wikipediani più attivi e addetti al controllo delle pagine verificare ogni apporto proveniente da un anonimo; il fatto stesso che un articolo si sia scritto da un “nome” e non da un “indirizzo IP” garantisce circa la qualità del documento stesso:
 
«La prima cosa che faccio ogni mattina è guardare tra le “Recent Changes”. Controllo soprattutto i contributi degli anonimi… se vedo che ha scritto qualcosa Yuki so già che sarà ineccepibile, e lo passo a leggere dopo<sup>[[#Note|111]]</sup>».
 
Si vedrà più avanti come effettivamente si costruisce tale patto fiduciario.
 
 
====Wikipediani: comunità giovane e in crescita====
I Wikipediani possono anzitutto essere definiti una comunità virtuale? Sicuramente è possibile considerare questo approccio. La comunità si emancipa dai confini locali, dalla condivisione dello spazio e del tempo di interazione.<br />
La comunità subisce quella che, nel primo capitolo della raccolta da lui curata, De Benedittis chiama “astrazione della comunità”: «Il processo di astrazione della comunità va analizzato facendo riferimento a un suo duplice aspetto: da un lato abbiamo un’astrazione dal contesto spaziotemporale e dalle interazioni in carne e ossa; dall’altro si nota un progressivo svuotamento della relazione dai propri contenuti, con l’accento che viene posto sempre più sulla pura connettività e comunanza e la conseguente (relativa) indifferenza al nucleo attorno al quale si struttura l’appartenenza, che può essere agevolmente sostituita da un’altra, parimenti labile<sup>[[#Note|112]]</sup>».<br />
Non solo il disembedding di cui parla Giddens<sup>[[#Note|113]]</sup>, la collocazione dell’individuo in contesti spaziotemporali globali, ma anche una veloce perdita di importanza dell’aspetto relazionale.
In Wikipedia questo non accade. Anzitutto, al di là della costituzione del progetto, per il conseguimento del quale si potrebbe anche ignorare l’aspetto comunitario, il senso di appartenenza e di relazione nella comunità è assai percepito, nonostante si ritrovi alle prime fasi:
 
«perché secondo me c’è una comunità quando inizi a parlare non solo a fini… no… in realtà non è vero… non solo questo…perché già se parli a fini “enciclopedici”, sei già una comunità. Se ci sono delle idee comuni, dei progetti comuni, già secondo me puoi avere un abbozzo di comunità. In realtà secondo me, ha iniziato a essere pienamente una comunità quando abbiamo smesso di parlare solo di Wiki, ma se vuoi anche di iniziare a fare casino…<sup>[[#Note|114]]</sup>»
 
Pur essendo un fenomeno nuovissimo, è già forte e radicata l’idea di comunità nei Wikipediani più attivi:
 
« un po’… è nato… le basi, i primordi… vedendola a posteriori… col passaggio al nuovo software… perché lì ci siamo trovati a dover affrontare una serie di lavori pressoché infinita e a doverci coordinare per farli… e lì veramente abbiamo lavorato bene… quelli che c’erano hanno lavorato bene, han lavorato insieme… ci siamo dati da fare… se vuoi un numero irrisorio di articoli… che ne so, duemila… e un numero irrisorio anche di persone…una quarantina o giù di lì… per cui lì abbiamo iniziato a lavorare seriamente. Per cui già ci si parlava per forza… poi non c’è un momento preciso esattamente… s’è sentita… […]quando la gente ha iniziato a ridere e scherzare… sì… tutti erano più rilassati e non erano più concentrati in se stessi e nel fare l’enciclopedia…<sup>[[#Note|115]]</sup>»
 
Per i Wikipediani la comunità s’è formata nel momento in cui si è vista l’enciclopedia come un terreno e scopo comune, un ponte per costruire relazioni, al di là della compilazione in sé di Wikipedia.<br />
Il momento in cui si discute per questioni legate all’enciclopedia, si affianca a quello in cui si parla di sé:
 
«Più che altro le community sono incentrati su una cosa… Wiki non c’è un problema di avere il tema, è più universale… è un modo diverso di fare Internet. Per come lo conoscevo prima internet era chat, newsgroup, forum. Basta. Ed è distaccato questo per quanto tu puoi parlare, avrai sempre un tema. Wiki è su tutto, è immediata, è fondata sulla filosofia del software libero, mi pare di trovare gente che comunque la penserà come me. E posso andare a un raduno, perché comunque starò con persone che probabilmente pensano ciò che scrivono sulla Wiki, cosa che non accade mai a mio parere nelle chat. Sulle chat è difficile capire com’è una persona<sup>[[#Note|116]]</sup>».
 
Ma non solo, c’è anche chi lo definisce più “tecnicamente”:
 
«Un Wikipediano entra nella comunità quando effettuato almeno un certo numero di edit, ha partecipato ad almeno una discussione, ha allestito una pagina utente… ma son parametri che mi sono inventato ora, è una mia definizione. Non so… prendiamo per esempio un utente che arriva, fa due modifiche e poi non torna più, senza aver mai partecipato a una discussione: difficile dire che quell'utente faccia parte della comunità e se si vogliono decidere dei criteri convenzionali per definire chi vi fa parte e chi no, credo si dovrebbero usare i parametri che ho menzionato sopra, anche se si tratterebbe appunto di convenzione… in realtà è tutto più sfumato. […]L'amicizia si può costruire se si discute: se non si interagisce mai con un utente attraverso una discussione rimarrà molto distaccato, non vi sarà contatto. Comunque il fatto di essere qui, di veder crescere Wiki, di parteciparvi, di curarla e spendere il proprio tempo, mette le basi per future amicizie perché si ha qualcosa in comune… però non è sufficiente se non vi è poi relazione diretta<sup>[[#Note|117]]</sup>».
 
La costituzione di nuove forme di relazione comporta due tipi di fenomeni: Wikipedia è un progetto di produzione del sapere, arricchito dal momento relazionale, che prevede spazi ben precisi, come le pagine di discussione delle cosiddette “pagine utente” o il WikipediaBar<sup>[[#Note|118]]</sup>, dove costruire momenti di conoscenza reciproca e di confronto diretto, spesso a carattere scherzoso.
 
«Nessuno s’aspettava che… anzitutto un’enciclopedia… che… guarda… non è proprio nell’ordine di idee…uno pensa a un’enciclopedia come a una cosa pallosa, ti viene il dubbio, una roba di consultazione, lavoro, studio, bla bla bla… Ma che possa essere una cosa interessante non penso che venga in mente mai a nessuno. Cioè… o è veramente… lo studioso fissato… eccetera… oppure la parte più goliardica non se l’aspetta nessuno…<sup>[[#Note|119]]</sup>».
 
Vengono replicati molti dei meccanismi che caratterizzano le relazioni: dalle confidenze alle allusioni, fino al momento di “confronto più animato”:
 
«Io con Barney… lo conosco da una vita, il giorno che è arrivato gli ho rotto le palle in maniera infinita che mi stupisco sempre di come abbiano fatto lui e Kiwa a rimanere, perché nei primi articoli continuavo a contestargli violazioni di copyright su violazioni di copyright. E poi abbiamo iniziato a parlare e poi non abbiamo più finito…e lui un giorno fa un discorso serio, perché ci stiamo confrontando su qualcosa, un giorno stiamo sghignazzando su qualcos’altro, un’altra volta sono io che m’incazzo per come si comporta lui in giro… Cioè… una cosa son le persone che ti irritano, perché ce ne sono tante… vedi Musdow… vedi i troll<sup>[[#Note|120]]</sup> che passano ogni tanto… un’altra son le persone con cui ti arrabbi, però nel momento in cui ti metti lì a scrivergli una ramanzina… che è quello che fai… comunque sei lì che pensi alla sua esperienza, al tipo di persona che è, a come lo conosci, a come vuoi dirgli una cosa… siamo amici, mi permetto di dirtelo perché siamo amici.<sup>[[#Note|121]]</sup>».
 
Anche il litigio dunque viene legittimato dalla presenza di una relazione e del sentirsi “in diritto” di confrontarsi direttamente con qualcuno con cui si è in disaccordo. Inoltre l’interesse nel confronto sta anche nel considerare come estremamente importante l’opinione che uno ha dell’altro e viceversa.<br />
Ma come si spiega la nascita di una comunità, non solo in un luogo virtuale, disancorato da spazio e tempo ben definiti, ma anche legata a un progetto pragmatico preciso e chiaro che sembra limitato al Web? In realtà Wikipedia non risulta distaccata dal contesto offline, la relazione e l’azione segue i campi in cui la persona si muove:
 
«Wikipedia è un ambiente talmente stimolante, che ti porta ad aprirti, a vedere oltre… vai in giro e vedi le cose che posson essere utili per Wikipedia e viceversa…<sup>[[#Note|122]]</sup>».
 
L’aspetto comunitario e relazionale sembra assumere un potere forte, tanto che quando si entra in Wikipedia, soprattutto con propositi poco affini alla sua filosofia, ci si trova di fronte ad un tutt’uno compatto, a un insieme di persone quasi indistinguibili che rispondono al nome “collettivo” di Wikipediani.<br />
L’esperienza all’interno dell’enciclopedia risulta così intensa da influenzare anche ciò che sta fuori, come si diceva, anche all’interno del processo di costruzione di relazioni e della conoscenza tra gli individui:
 
«[…]Anche su Wikipedia mi piace se vuoi l’idea di vedere il progetto globalmente, seguire molto la comunità perché mi piacciono le persone… […] mi ha fatto vedere un nuovo modo di conoscere le persone, se vuoi ha aumentato quello che io credo sia il mio acume nel capire le persone. Perché non c’è l’elemento fisico e ne hai molti meno per capire una persona, però poi impari e ci riesci anche… è una sfida, ricalca un po’ il leggere un libro e immaginarsi il personaggio… solo che quello lì è un personaggio in continua evoluzione… nel senso che ti stupisce sempre, che ti dice cose sempre nuove. E quindi sì per forza, poi dopo anche le persone… le cose che hai imparato lì te le porti dietro, ti rimane come bagaglio, le persone che conosci le guardi con occhio diverso<sup>[[#Note|123]]</sup>».
 
Sembra quasi che la relazione sia un aspetto dal quale è impossibile prescindere:
 
«Uno può partecipare senza mai relazionarsi con nessuno, anche se, nel caso dovesse impegnare molto tempo su wiki, sarà abbastanza inevitabile avere a che fare con gli altri e questo porterà volenti o nolenti a relazionarsi, magari conservando la propria ritrosia alle relazioni<sup>[[#Note|124]]</sup>».
 
Anche se la comunità è ormai presente e ben definita in Wikipedia, l’effettiva pratica di produzione del sapere su cui si fonda l’enciclopedia non richiede indispensabilmente l’esistenza di una relazione o di un legame affettivo: è come se ognuno, rispondendo a logiche locali che si potrebbero riassumere nel contesto degli interessi e delle competenze individuali, creasse il macroprogetto considerabile come l’enciclopedia in sé<sup>[[#Note|125]]</sup>.
È una sensazione che alcuni di loro stessi hanno:
 
«Wikipedia è tutto quello che vuoi… è uno strumento per comunicare, con mille sfaccettature, più evoluto del Messenger… vive di vita propria, inizia ad avere un’anima. Si forma un sentire comune, dei modi di fare, cose che non sono standardizzate, che non devi dire perché la gente sa.
La Wiki è fatta da tante persone, ma è anche un tutt’uno che non pensa, ma sente<sup>[[#Note|126]]</sup>».
 
E ancora:
 
«È un po’ entrambi, per organismo intendiamo qualcosa di strutturato, di organizzato a livello di progetto che mette insieme tutta una serie di modalità perché la macchina possa funzionare, è una cosa che mi interessa, ma mi interessa sotto l’aspetto professionale, per la mia formazione di architetto, che vede nella concezione di qualcosa che ha coerenza e che funziona la specificità del mio mestiere. Per comunità invece intendo in ambito più… più umano, un rapporto quasi amicale. Non mi ha sorpreso vedere che in brevissimo tempo, oltre alla condivisione della conoscenza, sono diventato parte di una... come dire… di un gruppo di amici, di un gruppo di persone che poco alla volta si conoscono, si scoprono, si piacciono!<sup>[[#Note|127]]</sup>».
 
Un ultimo aspetto fondamentale da vagliare circa la comunità dei Wikipediani è quello del tempo trascorso sull’enciclopedia. Ci si è trovati di fronte a situazioni ben diverse, ma si è comunque notato che la stretta cerchia dei membri più attivi è accomunata dal trascorrere gran parte del tempo, per i motivi più vari, di fronte al monitor del pc.
 
«[Ho conosciuto Wikipedia tramite] una mailing list del Politecnico di Milano che mi ha indicato il mio ex… eravamo ancora insieme… maggio 2003… la storia con lui è finita a settembre. Ha influito più il mio lavoro però… per il tempo passato su Wikipedia… ho iniziato ad averne di più, a dover stare più in ufficio e quindi anche a passare più tempo su Wikipedia, poi nel frattempo Wikipedia è iniziata a crescere a dismisura, e per come la vedo io, a chiedermi più tempo e più energie per seguirla<sup>[[#Note|128]]</sup>».
 
Chi ricopre un ruolo di fondamentale importanza in Wikipedia, o comunque desidera far parte attivamente dei meccanismi dell’enciclopedia, si ritrova a trascorrere molto tempo online e spesso anche a favorire e a cercare le situazioni che gli consentono una presenza in Rete quasi costante:
 
«Dalla parte del lavoro faccio la muffa in ufficio dodici ore al giorno, in realtà è tutta una scusa per stare su Wikipedia.Ogni tanto mi dico di cambiare lavoro… ma ci rinuncio perché… dove trovo un altro lavoro che mi fa stare così tanto tempo su Wikipedia senza nessuno che disturbi?<sup>[[#Note|129]]</sup>».
 
Non è strano dunque che la maggior parte di coloro che collaborano e gestiscono attivamente Wikipedia siano coinvolti in attività di tipo per lo più informatico, in qualche caso con eccezioni di studenti universitari o di persone in pensione che dedicano svariato tempo a contribuire attraverso la loro esperienza alla sezione dell’enciclopedia che più risponde alle loro competenze.
 
 
==Note==
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68: Cfr. Kelly, ibidem<br/>
69: Cfr. Rheingold 2002<br/>
70: Nel nome, “wiki” deriva dalla lingua hawaiana e significa “veloce”.<br/>
71: Cfr. all’indirizzo web http://it.wikipedia.org<br/>
72: Cfr. all’indirizzo web http://www.britannica.com<br/>
73: Cfr. all’indirizzo web http://corporate.britannica.com/termsofuse.html<br/>
74: Registrato in data 17 luglio 2004, ore 9.44<br/>
75: Si veda http://en.wikipedia.org/wiki/Main_Page<br/>
76: Cfr. paragrafo 2.2.2<br/>
77: Disponibile all’indirizzo web http://it.wikipedia.org/wiki/GNU_Free_Documentation_License<br/>
78: Cfr. paragrafo 2.2.2<br/>
79: Si veda http://it.wikipedia.org/wiki/Copyleft<br/>
80: Ander, 39, maschio, “talk” della pagina utente di chi scrive. Per le modalità metodologiche secondo le quali si è svolta l’indagine empirica, cfr. paragrafo 5.2<br/>
81: Atto facilmente riscontrabile nel momento in cui l’editore dell’articolo operi un semplice “copia-incolla” da un’altra pagina web o da un qualunque altro testo, appropriandosi in tal modo, indebitamente, del contenuto o di informazioni altrui senza render conto di tale operazione.<br/>
82: Si veda http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:General_disclaimer<br/>
83: Giumo, 65, maschio, intervista in RL<br/>
84: In data 17 luglio 2004, ore 10.21<br/>
85: Si veda http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia<br/>
86: Si veda, ad esempio, http://www.repubblica.it/2004/f/sezioni/scienza_e_tecnologia/wikiped/wikiped/wikiped.html<br/>
87: In data 17 luglio 2004, ore 10.41<br/>
88: Riferimento a http://en.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Multilingual_statistics<br/>
89: Giumo, 65, maschio, intervista in RL<br/>
90: In data 17 luglio 2004, ore 10.49<br/>
91: Si legga “neutral point of view”<br/>
92: Cfr. Hine 2000 (ed. or.)<br/>
93: Cfr. ibidem, p. 60. Da qui in avanti, la traduzione dall’edizione originale è da intendersi a cura di chi scrive.<br/>
94: Cfr. ibidem, p. 13.<br/>
95: Cfr. ibidem, p. 9<br/>
96: L’osservazione partecipante si è svolta secondo il tempo a disposizione di chi scrive. Come si vedrà, la partecipazione a un progetto di questo tipo comporta un certo sforzo (scrivere un articolo prevede un rispetto delle regole, una fase di documentazione e una di stesura. È una procedura che richiede tempo e non può essere svolta con superficialità) e non può essere effettuata senza preparazione. La partecipazione alla comunità invece è stata assidua e costante, seguendo anche le pratiche di relazione tra i membri con il lurking, ovvero l’osservazione non partecipante, silenziosa, senza intervento.<br/>
97: Cfr. Appendice 1<br/>
98: Cfr. Appendice 2<br/>
99: Cioè riferibili al settore geografico del Nord Italia.<br/>
100: Ci si riferisce ovviamente a una parte della comunità, quella facilitata dalla vicinanza del luogo di raduno, Milano. Il secondo raduno si è effettuato nella zona di Piacenza, grazie all’ospitalità di un Wikipediano lì residente.<br/>
101: Pur permettendo uno scambio di messaggi piuttosto rapido nel caso che più utenti fossero connessi nel medesimo istante, il “WikiBar” funziona comunque in modo asincrono, è da pensare come una bacheca virtuale dove il messaggio può essere “editato” e quindi pubblicato, ma tra il tempo di pubblicazione e quello di risposta trascorrono comunque alcuni minuti.<br/>
102: Cfr. Hine ibidem, p. 42<br/>
103: Cfr. ibidem, p. 46 (l’autrice proviene da una lunga dissertazione, nelle pagine precedenti, sulle prime pratiche etnografiche sui nativi del Pacifico)<br/>
104: Cfr. ibidem, p. 64<br/>
105: Cfr. ibidem, p. 65<br/>
106: Cfr. ibidem, p. 65<br/>
107: Cfr. ibidem, p. 65<br/>
108: Con questo nome, in Wikipedia, si indicano coloro che hanno provveduto al login, ovvero alla registrazione che permette agli altri utenti di rendere riconoscibile il lavoro di colui che è registrato perché accanto alla modifica appare il nickname e non il semplice indirizzo IP con cui di solito si indicano gli “anonimi”. Com’è ovvio credere, il Wikipediano è colui che, solitamente, registrandosi, decide di assumere un ruolo sociale ben definito di fronte agli altri, come vedremo più avanti. È comunque un frequentatore per lo più assiduo di Wikipedia.<br/>
109: Koge, 57, maschio, durante un raduno ufficiale. Si noti che i nickname qui riportati sono stati in realtà modificati per garantire l’anonimato dei Wikipediani. La sostituzione è però effettuata in modo coerente: a uno stesso pseudonimo corrisponde sempre la stessa persona.<br/>
110: Cfr. Tosoni 2004, p. 179. Come l’autore riscontra nella propria ricerca in un contesto ludico come quello del Mud, esistono due direttrici, una verticale e una orizzontale. Con le dovute differenze dovute all’oggetto di studio, si può osservare come, in linea di massima, anche in Wikipedia si replichino queste due strutture.<br/>
111: July, 28, femmina, intervista online via Microsoft Messenger<br/>
112: Cfr. De Benedittis 2003, p. 22.<br/>
113: Cfr Giddens 1994, citato da De Benedittis 2003, p. 22.<br/>
114: July, 28, femmina, intervista in RL<br/>
115: July, 28, femmina, intervista in RL<br/>
116: Nyon, 20, maschio, intervista in RL<br/>
117: Ludok, 26, maschio, intervista via Microsoft Messenger<br/>
118: Si veda http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Bar<br/>
119: July, 28, femmina, intervista in RL<br/>
120: Coloro che commettono gli “atti vandalici” su Wikipedia, si vedrà in seguito più approfonditamente di che si tratta.<br/>
121: July, 28, femmina, intervista in RL<br/>
122: July, 28, femmina, intervista in RL<br/>
123: July, 28, femmina, intervista in RL<br/>
124: Ludok, 26, maschio, intervista via Microsoft Messenger<br/>
125: Cfr. Johnson 2004<br/>
126: July, 28, femmina, intervista in RL<br/>
127: Sarpo, 57, maschio, intervista in RL<br/>
128: July, 28, femmina, intervista in RL<br/>
129: July, 28, femmina, intervista in RL<br/>
 
[[The Cooperative Production of Knowledge on the Internet—the Case of Wikipedia|English translation of this article]]