Pagina:Alberti - Della pittura e della statua, Milano, 1804.djvu/95: differenze tra le versioni

Phe-bot (discussione | contributi)
Xavier121: split
 
Aubrey (discussione | contributi)
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 50%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione|66|{{Sc|w=0.2em|della pittura}}|}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
con una certa grazia e convenienza, verso quella cosa della quale si tratta . Olire di questo mi piace che nell’istoria sia qualcuno che avveriisca gli spettatori chiamandogli con la roano a vedere quelle cose che quivi si fanno, ovvero come che ei voglia che quel negozio sia segreto, minacci con \olto crudele e con occhi spaventosi che tu non ti accosti là, o li dimostri quivi essere qualche gran pericolo, o qualche cosa maravigliosa; o che con i suoi gesti li inviti o a ridere seco, o forse a piangere. Finalmente egli è di necessità che tutte quelle cose che essi fanno infra di loro, e con coloro ancora che le guardano, concorrino a fare ed a dimostrare l’istoria. E lodalo Timante di Cipro in quella tavola, nella quale ci vinse Colloteico, perchè avendo fallo Calcante melanconico, fece più melanconico Ulisse: e perchè nel dipiguere Menelao addoloratissimo egli vi aveva posto tutto l’ingegno c consumata tutta l’arte sua, avendo consumati tulli gli affetti, non trovando modo da poter dipiguere il viso dell’addoloratissimo padre, involse il capo di quello in un panno per lasciare in lui più di quel se li potesse disceruere nel viso, del dolore che aveva nell’animo. Lodasi la nave in Roma, nella quale Giotto nostro Pittore Toscano., espresse talmente gli undici spaventali, e stupefalli discepoli, mediante il compagno che camminava sopra le onde del mare, che ciascuno da per se
con una certa grazia c convenienza, "verso
quella cosa della quale si tratta . Olire di
questo mi piace che nell’istoria sia qual¬
cuno che avveriisca gli spettatori chiaman¬
dogli con la roano a vedere quelle cose
che quivi si fanno, ovvero come che ei
voglia che quel negozio sia segreto, minacci
con \olto crudele e con occhi spaventosi
che tu non ti accosti là , o li dimostri quivi
essere qualche gran pericolo, o qualche
cosa maravigliosa ; o che con i suoi gesti
li inviti o a ridere seco, o forse a piange¬
re. Finalmente egli è di necessità che tutte
quelle cose che essi fanno infra di loro, e
con coloro ancora che le guardano , con-
corrino a fare ed a dimostrare l’istoria. E
lodalo Timante di Cipro in quella tavola ,
nella quale ci vinse Colloteico , perchè a-
vendo fallo Calcante melanconico , fece più
melanconico Ulisse : e perchè nel dipiguere
Menelao addoloratissimo egli vi aveva posto
tutto T ingegno c consumata tutta l’arte
sua, avendo consumati tulli gli affetti, non
trovando modo da poter dipiguere il viso
dell’ addoloratissimo padre, involse il capo
di quello in un panno per lasciare in lui
più di quel se li potesse disceruere nel vi¬
so, del dolore che aveva nell’animo. Lo¬
dasi la nave in Roma, nella quale Giotto
nostro Pittore Toscano., espresse talmente
gli undici spaventali, e stupefalli discepoli,
mediante il compagno che camminava sopra
le onde del mare, che ciascuno da per se
Piè di pagina (non incluso)Piè di pagina (non incluso)
Riga 1: Riga 1:

<references/>