Pagina:Istorie dello Stato di Urbino.djvu/374: differenze tra le versioni

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{{Capolettera|F}}rà Cesare Magini Minore Conventuale, fù di si spurgato ingegno, che in pochi giorni d'ogni habito speculativo, della Sacra Teologia principalmente, divenne ricchissimo possessore: peroché ritrovandosi in Bologna d'età di dieciotto Anni, spiegava con fiume d'eloquenza la dottrina di {{AutorCitato|Duns Scoto|Scoto}} sopra le Sentenze, nelle principali Cathedre di quell'Università, con seguito incredibile de i più curiosi professori delle Sacre lettere. Tirato dallo sparso rumore della fama di lui Frà {{W|Giulio Magnani|Giulio Magnani}} da Piacenza Ministro Generale dell'Ordine suo, esser volle d'improviso ad un suo discorso presente, & havendo con mano toccato, che i fatti di questo meraviglioso soggetto non difalcavano punto alla gran fama; subito disceso di Cathedra, alla presenza di tutti creollo Maestro della Sacra Teologia, con infinito applauso di ogni letterato di quel celebre Studio: Così nelle patentali lettere si legge, date in Bologna l'Anno del Signore 1553. le quali trovansi hoggi nelle mani di Stefano Magini, Medico spiritoso, e saggio di {{W|Livia Della Rovere|Donna Livia Duchessa d'Urbino}}. Mà dall'invidia oppresso, à pena il quarto lustro compito, da gl'invidiosi ricevè la non consciuta, nè meritata morte, la qual non tanto à gli suoi parenti, & alla Patria rese indicibil dolore, quanto à tutte le Scuole d'Italia; stando elle con aspettatione, che nell'età più matura dovesse (ogni contraria opinion rimovendo) ne i passi più difficili delle scienze, concordare non solo Scoto con {{AutoreCitato|Tommaso d'Aquino|S. Tomaso}}, {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} con {{AutoreCitato|Platone|Platone}}, e con {{AutoreCitato|Eraclito|Heraclito}} {{AutoreCitato|Democrito|Democrito}}: mà serrare anche la bocca ad ogni Sofista, Hippocrita, e Tiranno, che con varij sillogismi, & ascoste fallacia oscurano il vero, e rendono ogni più certa Scienza dubbiosa.
{{Capolettera|F}}rà Cesare Magini Minore Conventuale, fù di si spurgato ingegno, che in pochi giorni d'ogni habito speculativo, della Sacra Teologia principalmente, divenne ricchissimo possessore: peroché ritrovandosi in Bologna d'età di dieciotto Anni, spiegava con fiume d'eloquenza la dottrina di {{AutoreCitato|Duns Scoto|Scoto}} sopra le Sentenze, nelle principali Cathedre di quell'Università, con seguito incredibile de i più curiosi professori delle Sacre lettere. Tirato dallo sparso rumore della fama di lui Frà {{W|Giulio Magnani|Giulio Magnani}} da Piacenza Ministro Generale dell'Ordine suo, esser volle d'improviso ad un suo discorso presente, & havendo con mano toccato, che i fatti di questo meraviglioso soggetto non difalcavano punto alla gran fama; subito disceso di Cathedra, alla presenza di tutti creollo Maestro della Sacra Teologia, con infinito applauso di ogni letterato di quel celebre Studio: Così nelle patentali lettere si legge, date in Bologna l'Anno del Signore 1553. le quali trovansi hoggi nelle mani di Stefano Magini, Medico spiritoso, e saggio di {{W|Livia Della Rovere|Donna Livia Duchessa d'Urbino}}. Mà dall'invidia oppresso, à pena il quarto lustro compito, da gl'invidiosi ricevè la non consciuta, nè meritata morte, la qual non tanto à gli suoi parenti, & alla Patria rese indicibil dolore, quanto à tutte le Scuole d'Italia; stando elle con aspettatione, che nell'età più matura dovesse (ogni contraria opinion rimovendo) ne i passi più difficili delle scienze, concordare non solo Scoto con {{AutoreCitato|Tommaso d'Aquino|S. Tomaso}}, {{AutoreCitato|Aristotele|Aristotile}} con {{AutoreCitato|Platone|Platone}}, e con {{AutoreCitato|Eraclito|Heraclito}} {{AutoreCitato|Democrito|Democrito}}: mà serrare anche la bocca ad ogni Sofista, Hippocrita, e Tiranno, che con varij sillogismi, & ascoste fallacia oscurano il vero, e rendono ogni più certa Scienza dubbiosa.