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chè «Le anime morte» sono più regionali dei Promessi Sposi, meno divertevoli e incompiute.
{{Pt|chè|perchè}} «Le anime morte» sono più regionali dei Promessi Sposi, meno divertevoli e incompiute.


Di fronte alla classica opulenza dei Promessi Sposi, in cui si avvicendano con disinvoltura le scene di psicologia e quelle d’azione, le avventure e la morale, il pezzo di paese e la storia, ove il ritmo dell’interesse è battuto con mano maestra, ove lo splendore sobrio dello stile s’adatta agilmente a tutti gli atteggiamenti dello scrittore, infinitamente mutevoli, sempre umani e tali che tengono in sospeso, a questo modo e continuamente, l’animo del lettore; di fronte, dico, a questo romanzo, in cui non solo la tecnica e l’ampio afflato del romanziere, ma le vicende stesse sono avventurose e in cui il dramma è universale, abbiamo un romanzo incompiuto, in cui trionfa fin dai primo rigo, e continua fino all’ultimo, un solo assiduo, lugubre, monotono, faticoso atteggiamento ironico; in cui non c’è l’ombra di quel ''clima'' che, come insegnavano i greci, è necessario per concitare lo sviluppo drammatico dei fatti; abbiamo un romanzo, che è un solo interminato corteo di birbanti, ordinati come in un catalogo, uno dopo l’altro; un romanzo, finalmente, che per il soggetto è l’aria, dovrebbe — più che commuover un pubblico europeo — disorientarlo.
Di fronte alla classica opulenza dei Promessi Sposi, in cui si avvicendano con disinvoltura le scene di psicologia e quelle d’azione, le avventure e la morale, il pezzo di paese e la storia, ove il ritmo dell’interesse è battuto con mano maestra, ove lo splendore sobrio dello stile s’adatta agilmente a tutti gli atteggiamenti dello scrittore, infinitamente mutevoli, sempre umani e tali che tengono in sospeso, a questo modo e continuamente, l’animo del lettore; di fronte, dico, a questo romanzo, in cui non solo la tecnica e l’ampio afflato del romanziere, ma le vicende stesse sono avventurose e in cui il dramma è universale, abbiamo un romanzo incompiuto, in cui trionfa fin dai primo rigo, e continua fino all’ultimo, un solo assiduo, lugubre, monotono, faticoso atteggiamento ironico; in cui non c’è l’ombra di quel ''clima'' che, come insegnavano i greci, è necessario per concitare lo sviluppo drammatico dei fatti; abbiamo un romanzo, che è un solo interminato corteo di birbanti, ordinati come in un catalogo, uno dopo l’altro; un romanzo, finalmente, che per il soggetto è l’aria, dovrebbe — più che commuover un pubblico europeo — disorientarlo.