Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/325: differenze tra le versioni

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{{Pt|simi|solennissimi}} filosofi. ''Che ’nnanzi agli altri'', siccome più degni filosofi, ''più presso gli stanno. {{AutoreCitato|Democrito|Democrito}}'', supple vidi.
SOPRA DANTE 3o5

siml filosofi . Che 'nnanzi agli altri , siccome più
Democrito fu Ateniese, e fu il padre suo sì abbondante di ricchezze, che si legge lui aver dato un pasto al re Serse, e con lui a tutto il suo esercito, quando venne in Grecia, che scrive Giustino fosse un milione d’uomini d’arme. Dopo la morte del quale, Democrito dato tutto a’ filosofici studii, riserbatasi di sì gran ricchezza una piccola quantità, tutto il rimanente donò al popolo d’Atene, dicendo quella essere impedimento al suo studio. Esso secondochè Giovenale scrive, essendo nella piazza era usato di ridere di ciò che esso vedeva agli uomini fare; e domandato alcuna volta della cagione, rispose: io rido della sciocchezza di lutti quegli li quali io veggio, perciocchè io m’accorgo che con l’animo e col corpo tulli faticano intorno a cose, che nè onor nè fama lor posson recare, nè con loro oltre a ciò far lunga dimora. Costui perciocchè estimò il vedere esser nemico delle meditazioni, e grandissimo impedimento degli studii, per potere liberamente a questi vacare, si fece cavar gli occhi della testa. Altri dicono, lui aver ciò fatto perchè il vedere le femmine gli era troppo grande stimolo, e incitamento inespugnabile al vizio della carne. E domandato alcuna volta, che utilità si vedesse d’averlo fattoj nulla altro rispose, se non che per quello era d’uno più che l"* usato accompagnato, e questo era un fanciul che ’l guidava, Benchè Tullio nel V. delle Quistioai Tusculane dice, questa essere stala risposta d’Asclecojx. DI DANTE T, L 20
degni filosofi , piìi presso gli stanno . Democrito ,
supple vidi .
Democrito fu Ateniese , e fu il padre suo si ab-
bondante di ricchezze , che si legge lui aver dato un
pasto al re Serse , e con lui a tutto il suo esercito ,
quando venne in Grecia , che scrive Giustino fosse
un milione d" uomini d' arme . Dopo la morte del
quale , Democrito dato tutto a' filosofici studi i, riser-
batasi di si gran ricchezza una piccola quantità, lutto
il rimanente donò al popolo d'Atene , dicendo quella
essere impedimento al suo studio • Esso secondochè
Giovenale scrive , essendo nella piazza era usato di
ridere di ciò che esso vedeva agli uomini fare ^ e
domandato alcuna volta della cagione , rispose : io
rido della sciocchezza di lutti quegli li quali io veg-
gio, perciocché io m'accorgo che con l'animo e
col corpo tulli faticano intorno a cose , che né onor
né fama lor posson recare , né con loro oltre a ciò
far lunga dimora . Costui perciocché estimò il vede-
re esser nemico delle meditazioni, e grandissimo
impedimento degli studii , per potere liberamente a
questi vacare , si fece cavar gli occhi della testa . Al-
tri dicono , lui aver ciò fatto perché il vedere le fem-
mine gli era troppo grande stimolo , e incitamento
inespugnabile al vizio della carne . E domandato al-
cuna volta , che utilità si vedesse d' averlo fattoj nulla
altro rispose , se non che per quello era d' uno più
che l"* usato accompagnato , e questo era un fanciul
che '1 guidava , Benché Tullio nel V. delle Quistioai
Tusculane dice , questa essere stala risposta d' Ascle-
cojx. DI DANTE T, L 20