Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/315: differenze tra le versioni

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per questo ancora giovanetto fosse dato da Filippo per maestro ad Alessandro. Poi vogliono lui essere andato ad Atene ad udire filosofia, dove udì tre anni sotto {{AutoreCitato|Socrate|Socrate}}, in que’ tempi famosissimo filosofo: e lui morto, s’accostò a {{AutoreCitato|Platone|Platone}}, il quale le scuole di Socrate ritenne: e sotto lui udì nel torno di venti anni; perchè si per l’eccellenza del dottore, e sì ancora per lo perseverato studio con vigilanza, divenne maraviglioso filosofo; intanto che andando alcuna volta Platone alla sua casa, e non trovando lui, con alta voce alcuna volta disse: l’intelletto non c’è, sordo è l’auditorio. Visse appresso la morte di Platone suo maestro anni ventitrè, de’ quali parte ammaestrò Alessandro, e parte con lui circuì Asia, e parte di quelli scrisse e compose molti libri. Egli la dialettica, ancora non conosciuta pienamente, prima in altissimo colmo recò, e ad istruzione <ref>''instractione.''</ref> di quella scrisse più volumi. Scrisse similmente in rettorica: nè meno in quella apparve facondo<ref>''Facundio.''</ref>, che fosse alcun altro rettorico, quantunque famoso stato davanti a lui. Similmente intorno agli atti morali, ciò che vedere se ne puote per uomo, scrisse in tre volumi, etica, politica ed economica; nè delle cose naturali alcuna lasciò indiscussa, siccome in molti suoi libri appare: e oltre a ciò passò a quelle che sono sopra natura, con profondissimo intendimento, siccome nella sua metafisica appare: e brevemente egli fu il principio e ’l fondamento di quella setta di filosofi, i quali si chiamano peripatetici. E non è vero quello
per questo ancora giovanetto fosse dato da Filippo per maestro ad Alessandro. Poi vogliono lui essere andato ad Atene ad udire filosofia, dove udì tre anni sotto {{AutoreCitato|Socrate|Socrate}}, in que’ tempi famosissimo filosofo: e lui morto, s’accostò a {{AutoreCitato|Platone|Platone}}, il quale le scuole di Socrate ritenne: e sotto lui udì nel torno di venti anni; perchè si per l’eccellenza del dottore, e sì ancora per lo perseverato studio con vigilanza, divenne maraviglioso filosofo; intanto che andando alcuna volta Platone alla sua casa, e non trovando lui, con alta voce alcuna volta disse: l’intelletto non c’è, sordo è l’auditorio. Visse appresso la morte di Platone suo maestro anni ventitrè, de’ quali parte ammaestrò Alessandro, e parte con lui circuì Asia, e parte di quelli scrisse e compose molti libri. Egli la dialettica, ancora non conosciuta pienamente, prima in altissimo colmo recò, e ad istruzione<ref>''instractione.''</ref> di quella scrisse più volumi. Scrisse similmente in rettorica: nè meno in quella apparve facondo<ref>''Facundio.''</ref>, che fosse alcun altro rettorico, quantunque famoso stato davanti a lui. Similmente intorno agli atti morali, ciò che vedere se ne puote per uomo, scrisse in tre volumi, etica, politica ed economica; nè delle cose naturali alcuna lasciò indiscussa, siccome in molti suoi libri appare: e oltre a ciò passò a quelle che sono sopra natura, con profondissimo intendimento, siccome nella sua metafisica appare: e brevemente egli fu il principio e ’l fondamento di quella setta di filosofi, i quali si chiamano peripatetici. E non è vero quello