Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/184: differenze tra le versioni

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Sicchè Lara, avuta la formale promessa di consegnare a Mariarosa la lettera scritta la notte innanzi, diede Pasqua quella lettera, in cui, spinta dall’antica amicizia che faceva tacere nel suo cuore ogni altro affetto, le narrava tutta la sua vita, i dolori sofferti, le onte, le umiliazioni subite, per scolparsi del suicidio di Nunzio, e le narrava il nuovo amore per cui moriva, e che non aveva alcuna esitazione a svelarle, dal momento che fra poco nulla sarebbe rimasto di lei. Nel principio della febbre, Lara aveva così chiuso il suo racconto straziante, bagnato di lagrime: «Addio!... Addio!... Perdonami e prega per me... Io muoio... Addio!».
Sicchè Lara, avuta la formale promessa di consegnare a Mariarosa la lettera scritta la notte innanzi, diede Pasqua quella lettera, in cui, spinta dall’antica amicizia che faceva tacere nel suo cuore ogni altro affetto, le narrava tutta la sua vita, i dolori sofferti, le onte, le umiliazioni subite, per scolparsi del suicidio di Nunzio, e le narrava il nuovo amore per cui moriva, e che non aveva alcuna esitazione a svelarle, dal momento che fra poco nulla sarebbe rimasto di lei. Nel principio della febbre, Lara aveva così chiuso il suo racconto straziante, bagnato di lagrime: «Addio!... Addio!... Perdonami e prega per me... Io muoio... Addio!».


Pasqua pensò tanto a mantenere la sua promessa che, appena il potè, aprì la lettera e la lesse. Si mise a piangere dirottamente, e, con la lettera in mano, corse in casa di Marco. Lo trovò solo nello studio. Da qualche tempo Marco aveva pregato i giovani avvocati, che prendevano pratica con lui, di cercarsi un altro studio, perchè egli non poteva più riceverli nel suo. Rimase solo. Nessuno dei giovani si seppe spiegare questo procedere di Ferragna; ma Massimo pensò con un fremito a forse Marco faceva ciò per liberarsi di lui, la cui presenza pareva gli fosse tutto ad un tratto divenuta odiosa.
Pasqua pensò tanto a mantenere la sua promessa che, appena il potè, aprì la lettera e la lesse. Si mise a piangere dirottamente, e, con la lettera in mano, corse in casa di Marco. Lo trovò solo nello studio. Da qualche tempo Marco aveva pregato i giovani avvocati, che prendevano pratica con lui, di cercarsi un altro studio, perchè egli non poteva più riceverli nel suo. Rimase solo. Nessuno dei giovani si seppe spiegare questo procedere di Ferragna; ma Massimo pensò con un fremito che forse Marco faceva ciò per liberarsi di lui, la cui presenza pareva gli fosse tutto ad un tratto divenuta odiosa.