Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia: differenze tra le versioni

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=== Indice ===
* [[Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia/Introduzione|Introduzione]]
{{Cassetto
* [[Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia/Parte I|Parte prima]]
|MargineDestro=0
|Titolo=
* [[Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia/Parte I|Parte Prima - Il processo di cooperazione in rete]]
|Testo=
* [[Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia/Parte I/Dal percorso della costruzione sociale del pc ad oggi: la grande utopia della produzione collettiva di sapere|Dal percorso della costruzione sociale del pc ad oggi: la grande utopia della produzione collettiva di sapere]]
* [[Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia/Parte I/Storia e etica della cultura "hacker"|Storia e etica della cultura "hacker"]]
* [[Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia/Parte I/Rilettura dell’apparato ideologico all’interno della pratica “open-source”|Rilettura dell’apparato ideologico all’interno della pratica “open-source”]]
* [[Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia/Parte I/La struttura “a bazar” dell’open-source|La struttura “a bazar” dell’open-source]]
* [[Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia/Parte I/Auto-organizzazione nelle reti: il fenomeno dei “sistemi emergenti”|Auto-organizzazione nelle reti: il fenomeno dei “sistemi emergenti”]]
}}
{{Cassetto
|MargineDestro=0
|Titolo=
* [[Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia/Parte II|Parte Seconda - Le dinamiche auto-organizzate di produzione di sapere in Wikipedia]]
|Testo=
* [[Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia/Parte II/Conoscenza enciclopedica libera in rete - Introduzione|Conoscenza enciclopedica libera in rete - Introduzione]]
* [[Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia/Parte II/Conoscenza enciclopedica libera in rete - Cenni metodologici|Conoscenza enciclopedica libera in rete - Cenni metodologici]]
* [[Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia/Parte II/Conoscenza enciclopedica libera in rete - Prospettiva sociale|Conoscenza enciclopedica libera in rete - Prospettiva sociale]]
* [[Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia/Parte II/Conoscenza enciclopedica libera in rete - Prospettiva sociosimbolica|Conoscenza enciclopedica libera in rete - Prospettiva sociosimbolica]]
}}
* [[Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia/Conclusioni|Conclusioni]]
* [[Produrre sapere in rete in modo cooperativo - il caso Wikipedia/Bibliografia|Bibliografia]]
 
 
 
=PARTE II – Le dinamiche auto-organizzate di produzione di sapere in Wikipedia=
 
==Conoscenza enciclopedica libera in rete==
 
===Introduzione===
Il lavoro di indagine empirica è stato effettuato all’interno del progetto Wikipedia<sup>[[#Note|70]]</sup>.<br />
Wikipedia<sup>[[#Note|71]]</sup> è un’enciclopedia che assume la sua forma ed estensione in Internet, ma che, a differenza di opere similari come l’Enciclopedia Britannica<sup>[[#Note|72]]</sup>, rende disponibile il suo contenuto liberamente e non a pagamento. Si tratta inoltre di un progetto originale, in quanto si snoda attorno alla produzione cooperativa di sapere che avviene online tra coloro che desiderano collaborare.<br />
All’interno dei termini d’uso della Britannica si legge infatti: «Tutto il materiale in questo sito (dell’enciclopedia Britannica, per l’appunto), inclusi, senza limitazioni, la struttura del sito, le funzionalità, il design, il testo, le immagini, la grafica, i contenuti audio e video sono proprietà della Britannica, delle società affiliate o di coloro a cui è consentito dalla licenza e sono protetti dal copyright internazionale […]. Non è possibile pubblicare, copiare, esporre, distribuire, trasmettere, modificare, estrarre altri lavori derivati, o vendere alcun materiale […]<sup>[[#Note|73]]</sup>».<br />
Wikipedia è basata su l’esatto contrario. Come si legge nella pagina iniziale: «Stiamo creando un’enciclopedia libera e multilingue. Il progetto italiano ha preso l’avvio nel dicembre 2001 e conta in questo istante<sup>[[#Note|74]]</sup> 17693 articoli, caratterizzati da contenuto libero e punto di vista neutrale». Viene definita “multilingue” perché il progetto è differenziato in base alla lingua in cui è scritto: oltre a quella italiana, si ha quella inglese, la più grande in assoluto<sup>[[#Note|75]]</sup>, dalla quale è partita l’idea e si è sviluppata. Quindi tutte le altre: francese, spagnola, portoghese, tedesca e così via.<br />
Essendo Wikipedia basata fondamentalmente sulla potenzialità dell’ipertesto, la sua consultazione è resa semplice dalla logicità e dal metodo associativo che può essere messo in pratica durante l’esplorazione all’interno dell’enciclopedia.<br />
Ad esempio, cliccando su “contenuto libero” si viene rimandati a una pagina che descrive il principio alla base del funzionamento di Wikipedia, ovvero la GNU Free Documentation Licence. In base a questa legge di cui si è già parlato<sup>[[#Note|76]]</sup>, figlia di Richard Stallman e della Free Software Foundation, essa stabilisce che: «[…] ogni copia del materiale, anche se modificata, deve essere distribuita con la stessa licenza. Tali copie possono essere vendute e, se riprodotte in gran quantità, devono essere rese disponibili anche in un formato che faciliti successive modifiche. La Wikipedia è la più grande documentazione che utilizza questo tipo di licenza<sup>[[#Note|77]]</sup>».<br />
Inoltre Wikipedia si basa più specificamente sul copyleft, del quale anche in questo caso s’è già trattato<sup>[[#Note|78]]</sup>, e che, come si legge sulla stessa enciclopedia libera, è ciò che si intende quando si afferma che un documento è protetto dalla licenza GNU FDL: «L'espressione inglese copyleft, gioco di parole su copyright, indica un tipo di licenza libera per la quale pur garantendo le libertà previste dalla definizione, vengono imposte delle restrizioni sul rilascio di opere derivate in modo tale da far sì che queste si mantengano sempre libere, generalmente sotto la stessa licenza dell'opera originale<sup>[[#Note|79]]</sup>».<br />
 
In sostanza, su Wikipedia chiunque è libero di pubblicare, modificare, rielaborare contenuti di qualsiasi tipo, con il solo obbligo di non violare il diritto d’autore. Questo è possibile attraverso una buona documentazione e una rielaborazione di ciò che si è letto e appreso, effettuata “di proprio pugno”, senza cedere alla tentazione di un comodo “copia-incolla”.
Un Wikipediano di vecchia data parla così delle motivazioni che l’hanno spinto a collaborare a Wikipedia:<br />
« credo che il concetto di opensource si sposi bene con il concetto di enciclopedia; credo che it.wiki non diventerà un’enciclopedia come la Britannica, ma un portale del sapere (abbiamo 4000 pagine utili, non mi pare poco) sono contro la pirateria e dunque non ho scelta: pagare o open-source. Io ho scelto di non pagare. Voglio vedere come va a finire, voglio vedere come funziona una community open-source, voglio mettere in rete alcuni miei "appunti", voglio ritrovare tra qualche mese o anno i miei stessi appunti, magari ampliati, magari corretti, magari migliorati. Credo che l'open-source stia al diritto d'autore come il commercio equo-solidale alla pratica commerciale<sup>[[#Note|80]]</sup>».<br />
 
Gli articoli su Wikipedia non devono mai essere firmati e ogni contributo inserito risponde alla libera distribuzione di cui si è parlato.<br />
Osservando questo tipo di gestione viene spontaneo chiedersi come sia garantita la qualità e la correttezza di ciò che viene scritto e pubblicato sull’enciclopedia. Un gruppo non troppo numeroso di “volontari”, chiamati Wikipediani, dei quali ci si occuperà ampiamente in seguito, svolgono un lavoro di controllo e mantenimento dell’ordine: al di là delle regole formali per la stesura ottimale degli articoli, spesso difficili da comprendere e adottare in modo immediato, i Wikipediani si preoccupano anche di controllare i nuovi contributi apportati all’enciclopedia, soprattutto di verificare che non si tratti di articoli che violano il diritto d’autore<sup>[[#Note|81]]</sup>.<br />
D’altro canto, non possedendo, come è ovvio pensare, l’intero scibile umano, i Wikipediani si tutelano da eventuali contestazioni di errore con una sezione dedicata appositamente a problemi di questo genere: la pagine dei disclaimers<sup>[[#Note|82]]</sup>. In essa vi è riportata la seguente frase: «General disclaimer: Usa Wikipedia a tuo rischio! – Wikipedia non dà consigli medici – Wikipedia non dà consigli legali – Wikipedia può contenere trame o materiale discutibile: WIKIPEDIA NON DA GARANZIA DI VALIDITÀ DEI CONTENUTI».<br />
E ancora: «Nessuno degli autori, contributori, sponsor, amministratori, sistemisti, o chiunque altro sia in qualsiasi modo connesso a Wikipedia, può essere responsabile per il comparire di una qualsiasi informazione inaccurata o diffamatoria o per l'uso che può venire fatto, delle informazioni contenute su queste pagine web o su quelle raggiungibili da esse».<br />
 
Wikipedia è dunque un lavoro collettivo, frutto della collaborazione di moltissime persone: grazie al mezzo attraverso cui è accessibile, Internet, è caratterizzata da quello che si potrebbe definire un perenne “work in progress”. Ogni giorno infatti avvengono centinaia di modifiche e contributi che, come si vedrà in seguito, vengono regolati in base a determinate norme. Come si registra dalle parole di un Wikipediano:<br />
 
«Nell’ambito delle enciclopedie precedenti ci sono persone che sono pagate per assumersi la responsabilità e dare garanzie, queste operano secondo certi piani, sono meditati e derivano da esperienze di alto livello. Chi scrive sulle enciclopedie è persona autorevole e si avvale dell’esperienza delle enciclopedie che sono tra i libri più evoluti. Si arriva in genere a opere enciclopediche che sono portate avanti da qualche centinaio di persone. La solita Enciclopedia Britannica, che si prende come esempio, mi sembra che abbia qualche migliaio di redattori. È un numero troppo esiguo, è più utile di avere contributi di qualche genere, disciplinati in qualche modo, ma da più persone. Sono abbastanza evidenti dei settori in cui un’Enciclopedia Britannica è carente. Questo si verifica. La Wiki italiana ha lacune ancor più grosse, ma è giovane!<sup>[[#Note|83]]</sup>».<br />
====Storia di Wikipedia====
Wikipedia è in generale un progetto giovane. Soprattutto l’enciclopedia italiana è di recente creazione. Si potrebbe quasi definire il seguito di precedenti tentativi anche di grosse dimensioni, come Nupedia, la prima enciclopedia libera universale su Internet.<br />
Come si legge nella pagine dedicata alla sua storia, It.wiki, come è stata ribattezzata la Wikipedia in lingua italiana, pare sia nata nella seconda metà del 2001, forse in agosto, per opera di un personaggio ormai “mitico” all’interno della comunità, anche perché non ne si ha più notizia, di nome Gianfranco.<br />
La storia della Wikipedia inglese, la prima a vedere la luce in rete, risale al gennaio del 2001. In effetti si tratta solo di pochi mesi prima di quella italiana, ma gli ingenti contributi di cui è stata fornita, grazie soprattutto alla lingua inglese, più diffusa e conosciuta in ogni parte del mondo rispetto all’italiana, l’ha condotta ad una crescita fenomenale. Wikipedia, nel momento in cui si scrive<sup>[[#Note|84]]</sup>, conta ben 306581 articoli.<br />
È difficile risalire a un padre fondatore assoluto per il progetto di Wikipedia, ma come si legge sull’enciclopedia, tutto è partito da «contatti tra Larry Sanger e Ben Kovitz ed anche grazie all’impegno di Jimbo Wales<sup>[[#Note|85]]</sup>». Mentre dei primi due nomi citati non si sa nulla, Jimbo Wales è un personaggio assai celebre tra i Wikipediani: egli è stato colui che ha messo a disposizione i server necessari per sostenere il progetto. Il gruppo italiano ha avuto modo, nello scorso mese di giugno 2004, di conoscerlo di persona in occasione della conferenza tenuta all’interno del programma di Genova – Capitale della Cultura 2004. È stata un’occasione importante per il progetto italiano di farsi conoscere e, all’indomani dell’incontro tenutosi per l’appunto nella Biblioteca Berio del capoluogo ligure, molti sono stati i giornali che hanno coperto l’evento<sup>[[#Note|86]]</sup>.<br />
Tornando al primo passo di Jimbo Wales, esso è concretamente spiegabile riflettendo su come Wikipedia, pur essendo un progetto di enorme espansione e diffusione, sia in realtà localizzabile in una stanza che ospita una decina di computer accanto agli altri della Bomis.com Inc., un portale per il quale lavora per l’appunto Wales. Si tratta di un progetto universale perché lo sviluppo avviene su Internet, ma volendo riflettere su dove prende vita, in modo concreto, l’intera struttura, è necessario considerare la realtà locale e tangibile della sede dei server e delle case e degli uffici di tutti i collaboratori di Wikipedia.
 
====Wikipedia in altre lingue====
Al di là della “capostipite” inglese, la più grande e attiva al mondo, Wikipedia appare in altre ottanta lingue circa. La più grossa per estensione, dopo quella inglese, è la Wikipedia in tedesco che conta 115277 articoli nel momento in cui si scrive<sup>[[#Note|87]]</sup>.<br />
Seguono quella giapponese, con 59729 articoli, quindi la francese con 44079. A seguire la polacca, la svedese, l’olandese, la spagnola, il danese e l’esperanto<sup>[[#Note|88]]</sup>.<br />
La reciproca influenza che esercitano le Wikipedia nelle diverse lingue, e il conseguente arricchimento che ne deriva, sono tra i maggiori vantaggi che scaturiscono dallo sviluppo parallelo dei vari progetti: nello scrivere un articolo c’è sempre un rimando al corrispondente in altre lingue. I link che collegano alle altre lingue permettono il riferimento reciproco costante. Inoltre spesso, su parecchi aspetti, soprattutto di regolamentazione e di funzionamento, vengono ripresi direttamente e tradotti i testi in lingua inglese.<br />
Si rileva tra i Wikipediani un costante riferirsi, per lo meno tra i più, alle redazioni straniere:<br />
«Quando propongo in ambienti accademici un’enciclopedia aperta in cui si è liberi di scrivere c’è subito l’obiezione “chi garantisce che non ci siano delle fesserie?” e credo che al giorno d’oggi si possa essere confortati dalle esperienze delle enciclopedie maggiori e dal fatto che anche nelle medie, come la francese, e nelle piccole come quella italiana, si vedono degli sforzi che sono tesi a una crescita che io penso sia realizzabile. Non credo che si andrà verso una situazione di caos e disordine<sup>[[#Note|89]]</sup>».
 
====Altri progetti open-source====
Oltre a Wikipedia, ci sono altri progetti che rispondono alle stesse regole di contenuto libero e multilingue.<br />
Anzitutto, il Wikizionario, che come richiama il nome stesso è un dizionario aperto e multilingue. Ha preso piede, nella versione italiana, il 3 maggio 2004 e contiene 143 voci, fino ad ora<sup>[[#Note|90]]</sup>. Il suo scopo, come recita la pagina, è quello di descrivere parole in tutte le lingue, ma essendo la versione italiana, le definizioni si trovano esclusivamente scritte in italiano.<br />
Esiste inoltre Metapedia, o Meta-Wikipedia, un progetto ausiliario di tutti i progetti “wiki”. La sua funzione principale è quella di regolamentare le discussioni sui progetti: si tratta di un luogo dove è possibile dibattere qualcosa che non sia effettivamente “npov”<sup>[[#Note|91]]</sup>, ovvero caratterizzato da punto di vista neutrale; spesso infatti vi trovano spazio discussioni politiche o simili. È uno spazio dove confrontarsi tra le varie Wikipedia in lingua, ma anche per preparare contenuti e coordinare il lavoro.<br />
Infine si tratta di un punto dove implementare e sviluppare qualunque tipo di proposta o innovazione. Si potrebbe definire come il luogo adibito al reale movimento in progressione dei progetti “wiki”.<br />
Un altro interessante processo è quello denominato Wikibooks, per distribuire libri di testo, manuali e altri testi tutti a contenuto aperto e gratuiti. È assente lo sviluppo in lingua italiana. Il progetto ha preso il via il 10 luglio 2003 e da allora sono stati compilati 3619 manuali e testi di vario genere. Si ritrovano già molti contributi, soprattutto nel campo scientifico e delle lingue.<br />
Esiste inoltre Wikiquote, che raccoglie dal 27 giugno 2003 citazioni di vario genere in tutte le lingue, anche se in prevalenza sono in inglese.<br />
Infine si può consultare un progetto che riunisce tutti i testi in ogni lingua a contenuto aperto e regimentati dalla GNU FDL, chiamato Wikisources.<br />
====Wikimedia Foundation====
La Wikimedia Foudation Inc, abbreviabile a MediaWiki, si può quasi definire il corrispondente “wiki” della Free Software Foundation di Stallman.<br />
Si tratta infatti di un’organizzazione non-profit, dedicata alla crescita e allo sviluppo dei progetti “wiki”.<br />
Essa si sostiene grazie alle donazioni. Il direttore è il già citato Jimbo Wales.<br />
Dal dicembre 2003, grazie sempre alla supervisione della fondazione, Wikipedia si è trasferita su un nuovo software, scritto in linguaggio PHP e basato sul database MySQL. È un fondamentale strumento operativo per chi si impegna in sviluppo di conoscenza, si tratta di un software open-source giunto alla terza fase di sviluppo e creato in partenza da Magnus Manske, che chiamò il prodotto in fase uno col nome di UseModWiki.
 
===Cenni metodologici===
Prima di procedere con l’analisi della ricerca, è necessario definire le coordinate metodologiche del lavoro.<br />
Anzitutto, si è debitori dell’opera di Christine Hine<sup>[[#Note|92]]</sup>, Virtual Ethnography. L’autrice propone una nuova lettura del campo etnografico, ovvero dell’effettivo contesto studiato.<br />
La Hine afferma l’importanza di studiare la rete collegandola agli altri contesti di ricerca “paralleli”: «[…] Vedendo il campo, piuttosto che un sito, come un “campo di relazioni”. Gli etnografi dovrebbero ancora partire da un luogo particolare, ma sarebbero incoraggiati a seguire le connessioni che sono rese significative da quel contesto<sup>[[#Note|93]]</sup>».<br />
In sostanza: «L’approccio etnografico che è descritto qui [nell’opera dell’autrice] intende rendere giustizia alla ricchezza e alla complessità di Internet […]<sup>[[#Note|94]]</sup>».<br />
La definizione metodologica di Christine Hine rientra in un più ampio suo discorso che si concentra sulla differenziazione di Internet come “cultura” e “artefatto culturale”.<br />
Nel primo caso, si tratta di osservare le pratiche situate all’interno della rete. Nel secondo, di indagare sui discorsi sociali intorno ad Internet e alle varie pratiche di fruizione della Rete stessa.<br />
Riportando il discorso dell’autrice: «Gli studi etnografici dei contesti online hanno fornito un grosso contributo a creare la visione di Internet come di una cultura nella quale il modo in cui la gente usa le tecnologie a sua disposizione potrebbe essere oggetto di studio.<br />
[…]Il secondo modo di vedere Internet […] è quello che lo indica come un artefatto culturale. Questo approccio vede Internet come un prodotto della cultura: una tecnologia che è prodotta da persone particolari con scopi e priorità concettualmente situati<sup>[[#Note|95]]</sup>».<br />
A un’osservazione di tipo partecipante<sup>[[#Note|96]]</sup>, svolta in modo sistematico dal mese di gennaio 2004 al mese di luglio 2004, si sono affiancate a interviste<sup>[[#Note|97]]</sup> di tipo etnografico, su un campione di cinque soggetti, effettuate sia in sedute faccia a faccia o, in alcuni casi, mediante Microsoft Messenger, ad unico scopo di facilitare contatti altrimenti difficilmente raggiungibili. I soggetti intervistati hanno un’età che oscilla dai 18 ai 65 anni. Ulteriori contributi alla ricerca sono stati forniti da altri soggetti in modalità on-line.<br />
Infatti, al di là del lavoro “diretto” sull’enciclopedia, si è seguito il dibattito sulle varie “pagine di discussione”<sup>[[#Note|98]]</sup>, luogo fondamentale per la pratica del processo decisionale in Wikipedia e nelle quali si è registrato un notevole flusso di utenti e collaboratori. Ci si è concentrati anche sulla mailing list, nonostante sia un mezzo utilizzato sporadicamente, e sulla chat, strumento costituito recentemente e rispetto al quale i Wikipediani si trovano ancora in una fase di “appropriazione” del mezzo. È una fase cioè di attribuzione di significato alla chat da parte dei Wikipediani. Si è comunque rivelato uno spazio assai utile per i momenti di decisione e di confronto sui problemi dell’enciclopedia.<br />
Un altro importante momento nella ricerca è stato fornito dai raduni “locali”<sup>[[#Note|99]]</sup>: si è partecipato a due di questi, di cui il primo è stato in generale anche il primo incontro “faccia a faccia” dei Wikipediani italiani<sup>[[#Note|100]]</sup>. I due raduni si sono svolti il 29 maggio e il 12 giugno 2004.<br />
L’aspetto dell’“artefatto culturale”, indicato dalla Hine, è stato riscontrato soprattutto monitorando le pagine di discussione, che rientrano nello spazio dell’enciclopedia, pur isolandosi dall’effettiva pratica di compilazione della stessa, e all’interno della mailing list. In particolar modo si è trovato interessante focalizzare l’attenzione su una pagina denominata “WikiBar”, punto d’incontro “informale” per i Wikipediani e di confronto abbastanza diretto, prima della costituzione del mezzo sincrono della chat<sup>[[#Note|101]]</sup>.<br />
Come si riscontra nel lavoro di Christine Hine, la fondamentale importanza dell’utilizzo di una metodologia etnografica comporta che: «[…] l’etnografia produce una comprensione autentica di una cultura basata su concetti che emergono dallo studio piuttosto che essere imposta “a priori” dal ricercatore. Le culture sono studiate nel loro stato naturale, piuttosto che essere disturbate da tecniche di sondaggio o da scenari sperimentali<sup&gt;[[#Note|102]]</sup>».<br />
Ma è anche dimostrato nella ricerca che non si può esser sollevati dall’“obbligo relazionale” e l’esperienza diventa parte fondamentale della ricerca: «[…] la relazione tra l’etnografo, il lettore e gli oggetti di ricerca è ancora inscritta nel testo etnografico<sup>[[#Note|103]]</sup>. L’etnografo è ancora posizionato in modo privilegiato per render conto della posizione del campo».<br />
Nell’osservazione poi dei casi specifici di ogni soggetto intervistato, si è notato che vi è spesso un riscontro diretto tra ciò che è la loro vita “reale” e ciò di cui si occupano su Wikipedia. La Hine a questo proposito afferma: «La sfida dell’etnografia virtuale è di esplorare la costruzione dei limiti e di costituire delle connessioni, specialmente tra “virtuale” e “ reale”<sup>[[#Note|104]]</sup>».<br />
La pratica effettiva dell’etnografia proposta da Christine Hine conferma: «L’etnografia virtuale è interstiziale, cioè si inserisce nelle altre attività sia dell’etnografo sia dei soggetti<sup>[[#Note|105]]</sup>». Ciò significa che non si può considerare l’unico momento interazionale all’interno di Wikipedia, ma è necessario seguire quella rete di connessioni ed esperienze che rientrano in sfere diverse da quella del contesto ristretto di ricerca.<br />
Christine Hine ci indica come virtuale sia da intendere anzitutto come una facilitazione concessa dalle nuove tecnologie per la ricerca: «[…]L’etnografo è sia lontano da o compresente agli informatori. La tecnologia permette che queste relazioni siano nutrite e mantenute o portate avanti al di là delle differenze temporali e spaziali<sup>[[#Note|106]]</sup>».<br />
Ma virtuale, secondo l’autrice, non significa solo slegato dall’elemento corporale, bensì: «L’etnografia virtuale è adeguata per l’intento pratico di esplorare le relazioni dell’interazione mediata, anche se non si tratta della reale cosa intesa nei termini della pura metodologia<sup>[[#Note|107]]</sup>».<br />
La Hine traccia le linee di base della metodologia a partire da un caso specifico, che ha avuto luogo nel 1997: il processo di una ragazza inglese “alla pari”, Louise Woodward, accusata di aver ucciso il figlio della famiglia americana dove risiedeva. Vengono analizzati siti web che non si occupano direttamente dell’evento mediale – riprendendo l’aspetto della “cultura” – e i discorsi giornalistici e non sul fatto in sé per quanto riguarda il livello di “artefatto culturale”.<br />
Tutto questo imponente e complesso apparato risulta fondamentale per inquadrare i termini di tipo metodologico nei quali si è inserita la ricerca empirica trattata. Christine Hine ha il merito di aver mosso, per prima, il campo etnografico dal contesto limitato e ben definito a una situazione di integrazione dei diversi spazi e luoghi di interazione sociale, soprattutto facendo fluire uno nell’altro il momento mediato e quello faccia a faccia. Di qui le basi della cosiddetta “etnografia connettiva”, così come è possibile definire la metodologia di ricerca di Christine Hine.
 
===Prospettiva sociale===
La fase di ricerca si è concentrata soprattutto sul gruppo dei Wikipediani, andando a studiare quindi in particolar modo il coinvolgimento di una serie di individui, particolarmente coinvolti anche se a differenti livelli, nelle pratiche di auto-organizzazione di produzione del sapere in rete.<br />
In questa prima parte, si desidera focalizzare l’attenzione sulle dinamiche sociali e relazionali che nascono all’interno di un gruppo che coopera.<br />
Nello spazio di Wikipedia, vengono a strutturarsi dei veri e propri momenti chiave che finiscono per caratterizzare la “vita sociale” dei membri collaboratori.<br />
Da ciò che si è detto finora, Wikipedia appare come una struttura altamente democratica, dove ognuno è libero di apportare il proprio contributo nella misura in cui si sente in grado. In questo senso sembra vi sia un legame diretto con la comunità hacker descritta nella prima parte del lavoro.<br />
In realtà, un’analisi più approfondita rivela una struttura altamente complessa e relativamente democratica: una dimensione verticale di gestione dell’intero progetto, in una sorta di gerarchia più implicita che regolamentata, è ciò che caratterizza l’enciclopedia.<br />
Ci sono però due aspetti da non trascurare: anzitutto il “potere”, che più che altro si esplica nel momento decisionale che, come vedremo, non rientra mai nelle mani di una persona soltanto, quanto piuttosto di un’élite, fondamentalmente inquadrabile nei membri che da più tempo rientrano nel gruppo dei Wikipediani<sup>[[#Note|108]]</sup>.<br />
Per dirla con uno di loro:
 
«La democrazia è bella, ma non funziona<sup>[[#Note|109]]</sup>».
 
Il secondo aspetto non trascurabile è quello che può descrivere la situazione “orizzontale” di comunicazione tra pari<sup>[[#Note|110]]</sup>. Al di là di poche figure chiave, la situazione gerarchica in Wikipedia si annulla all’interno della maggioranza dei collaboratori. Non solo hanno lo stesso valore e potere decisionale, ma vengono considerati piuttosto indifferentemente, soprattutto nel loro apportare contributi. A questo proposito, è chiarificatrice la pratica che vede i Wikipediani più attivi e addetti al controllo delle pagine verificare ogni apporto proveniente da un anonimo; il fatto stesso che un articolo si sia scritto da un “nome” e non da un “indirizzo IP” garantisce circa la qualità del documento stesso:
 
«La prima cosa che faccio ogni mattina è guardare tra le “Recent Changes”. Controllo soprattutto i contributi degli anonimi… se vedo che ha scritto qualcosa Yuki so già che sarà ineccepibile, e lo passo a leggere dopo<sup>[[#Note|111]]</sup>».
 
Si vedrà più avanti come effettivamente si costruisce tale patto fiduciario.
 
 
====Wikipediani: comunità giovane e in crescita====
I Wikipediani possono anzitutto essere definiti una comunità virtuale? Sicuramente è possibile considerare questo approccio. La comunità si emancipa dai confini locali, dalla condivisione dello spazio e del tempo di interazione.<br />
La comunità subisce quella che, nel primo capitolo della raccolta da lui curata, De Benedittis chiama “astrazione della comunità”: «Il processo di astrazione della comunità va analizzato facendo riferimento a un suo duplice aspetto: da un lato abbiamo un’astrazione dal contesto spaziotemporale e dalle interazioni in carne e ossa; dall’altro si nota un progressivo svuotamento della relazione dai propri contenuti, con l’accento che viene posto sempre più sulla pura connettività e comunanza e la conseguente (relativa) indifferenza al nucleo attorno al quale si struttura l’appartenenza, che può essere agevolmente sostituita da un’altra, parimenti labile<sup>[[#Note|112]]</sup>».<br />
Non solo il disembedding di cui parla Giddens<sup>[[#Note|113]]</sup>, la collocazione dell’individuo in contesti spaziotemporali globali, ma anche una veloce perdita di importanza dell’aspetto relazionale.
In Wikipedia questo non accade. Anzitutto, al di là della costituzione del progetto, per il conseguimento del quale si potrebbe anche ignorare l’aspetto comunitario, il senso di appartenenza e di relazione nella comunità è assai percepito, nonostante si ritrovi alle prime fasi:
 
«perché secondo me c’è una comunità quando inizi a parlare non solo a fini… no… in realtà non è vero… non solo questo…perché già se parli a fini “enciclopedici”, sei già una comunità. Se ci sono delle idee comuni, dei progetti comuni, già secondo me puoi avere un abbozzo di comunità. In realtà secondo me, ha iniziato a essere pienamente una comunità quando abbiamo smesso di parlare solo di Wiki, ma se vuoi anche di iniziare a fare casino…<sup>[[#Note|114]]</sup>»
 
Pur essendo un fenomeno nuovissimo, è già forte e radicata l’idea di comunità nei Wikipediani più attivi:
 
« un po’… è nato… le basi, i primordi… vedendola a posteriori… col passaggio al nuovo software… perché lì ci siamo trovati a dover affrontare una serie di lavori pressoché infinita e a doverci coordinare per farli… e lì veramente abbiamo lavorato bene… quelli che c’erano hanno lavorato bene, han lavorato insieme… ci siamo dati da fare… se vuoi un numero irrisorio di articoli… che ne so, duemila… e un numero irrisorio anche di persone…una quarantina o giù di lì… per cui lì abbiamo iniziato a lavorare seriamente. Per cui già ci si parlava per forza… poi non c’è un momento preciso esattamente… s’è sentita… […]quando la gente ha iniziato a ridere e scherzare… sì… tutti erano più rilassati e non erano più concentrati in se stessi e nel fare l’enciclopedia…<sup>[[#Note|115]]</sup>»
 
Per i Wikipediani la comunità s’è formata nel momento in cui si è vista l’enciclopedia come un terreno e scopo comune, un ponte per costruire relazioni, al di là della compilazione in sé di Wikipedia.<br />
Il momento in cui si discute per questioni legate all’enciclopedia, si affianca a quello in cui si parla di sé:
 
«Più che altro le community sono incentrati su una cosa… Wiki non c’è un problema di avere il tema, è più universale… è un modo diverso di fare Internet. Per come lo conoscevo prima internet era chat, newsgroup, forum. Basta. Ed è distaccato questo per quanto tu puoi parlare, avrai sempre un tema. Wiki è su tutto, è immediata, è fondata sulla filosofia del software libero, mi pare di trovare gente che comunque la penserà come me. E posso andare a un raduno, perché comunque starò con persone che probabilmente pensano ciò che scrivono sulla Wiki, cosa che non accade mai a mio parere nelle chat. Sulle chat è difficile capire com’è una persona<sup>[[#Note|116]]</sup>».
 
Ma non solo, c’è anche chi lo definisce più “tecnicamente”:
 
«Un Wikipediano entra nella comunità quando effettuato almeno un certo numero di edit, ha partecipato ad almeno una discussione, ha allestito una pagina utente… ma son parametri che mi sono inventato ora, è una mia definizione. Non so… prendiamo per esempio un utente che arriva, fa due modifiche e poi non torna più, senza aver mai partecipato a una discussione: difficile dire che quell'utente faccia parte della comunità e se si vogliono decidere dei criteri convenzionali per definire chi vi fa parte e chi no, credo si dovrebbero usare i parametri che ho menzionato sopra, anche se si tratterebbe appunto di convenzione… in realtà è tutto più sfumato. […]L'amicizia si può costruire se si discute: se non si interagisce mai con un utente attraverso una discussione rimarrà molto distaccato, non vi sarà contatto. Comunque il fatto di essere qui, di veder crescere Wiki, di parteciparvi, di curarla e spendere il proprio tempo, mette le basi per future amicizie perché si ha qualcosa in comune… però non è sufficiente se non vi è poi relazione diretta<sup>[[#Note|117]]</sup>».
 
La costituzione di nuove forme di relazione comporta due tipi di fenomeni: Wikipedia è un progetto di produzione del sapere, arricchito dal momento relazionale, che prevede spazi ben precisi, come le pagine di discussione delle cosiddette “pagine utente” o il WikipediaBar<sup>[[#Note|118]]</sup>, dove costruire momenti di conoscenza reciproca e di confronto diretto, spesso a carattere scherzoso.
 
«Nessuno s’aspettava che… anzitutto un’enciclopedia… che… guarda… non è proprio nell’ordine di idee…uno pensa a un’enciclopedia come a una cosa pallosa, ti viene il dubbio, una roba di consultazione, lavoro, studio, bla bla bla… Ma che possa essere una cosa interessante non penso che venga in mente mai a nessuno. Cioè… o è veramente… lo studioso fissato… eccetera… oppure la parte più goliardica non se l’aspetta nessuno…<sup>[[#Note|119]]</sup>».
 
Vengono replicati molti dei meccanismi che caratterizzano le relazioni: dalle confidenze alle allusioni, fino al momento di “confronto più animato”:
 
«Io con Barney… lo conosco da una vita, il giorno che è arrivato gli ho rotto le palle in maniera infinita che mi stupisco sempre di come abbiano fatto lui e Kiwa a rimanere, perché nei primi articoli continuavo a contestargli violazioni di copyright su violazioni di copyright. E poi abbiamo iniziato a parlare e poi non abbiamo più finito…e lui un giorno fa un discorso serio, perché ci stiamo confrontando su qualcosa, un giorno stiamo sghignazzando su qualcos’altro, un’altra volta sono io che m’incazzo per come si comporta lui in giro… Cioè… una cosa son le persone che ti irritano, perché ce ne sono tante… vedi Musdow… vedi i troll<sup>[[#Note|120]]</sup> che passano ogni tanto… un’altra son le persone con cui ti arrabbi, però nel momento in cui ti metti lì a scrivergli una ramanzina… che è quello che fai… comunque sei lì che pensi alla sua esperienza, al tipo di persona che è, a come lo conosci, a come vuoi dirgli una cosa… siamo amici, mi permetto di dirtelo perché siamo amici.<sup>[[#Note|121]]</sup>».
 
Anche il litigio dunque viene legittimato dalla presenza di una relazione e del sentirsi “in diritto” di confrontarsi direttamente con qualcuno con cui si è in disaccordo. Inoltre l’interesse nel confronto sta anche nel considerare come estremamente importante l’opinione che uno ha dell’altro e viceversa.<br />
Ma come si spiega la nascita di una comunità, non solo in un luogo virtuale, disancorato da spazio e tempo ben definiti, ma anche legata a un progetto pragmatico preciso e chiaro che sembra limitato al Web? In realtà Wikipedia non risulta distaccata dal contesto offline, la relazione e l’azione segue i campi in cui la persona si muove:
 
«Wikipedia è un ambiente talmente stimolante, che ti porta ad aprirti, a vedere oltre… vai in giro e vedi le cose che posson essere utili per Wikipedia e viceversa…<sup>[[#Note|122]]</sup>».
 
L’aspetto comunitario e relazionale sembra assumere un potere forte, tanto che quando si entra in Wikipedia, soprattutto con propositi poco affini alla sua filosofia, ci si trova di fronte ad un tutt’uno compatto, a un insieme di persone quasi indistinguibili che rispondono al nome “collettivo” di Wikipediani.<br />
L’esperienza all’interno dell’enciclopedia risulta così intensa da influenzare anche ciò che sta fuori, come si diceva, anche all’interno del processo di costruzione di relazioni e della conoscenza tra gli individui:
 
«[…]Anche su Wikipedia mi piace se vuoi l’idea di vedere il progetto globalmente, seguire molto la comunità perché mi piacciono le persone… […] mi ha fatto vedere un nuovo modo di conoscere le persone, se vuoi ha aumentato quello che io credo sia il mio acume nel capire le persone. Perché non c’è l’elemento fisico e ne hai molti meno per capire una persona, però poi impari e ci riesci anche… è una sfida, ricalca un po’ il leggere un libro e immaginarsi il personaggio… solo che quello lì è un personaggio in continua evoluzione… nel senso che ti stupisce sempre, che ti dice cose sempre nuove. E quindi sì per forza, poi dopo anche le persone… le cose che hai imparato lì te le porti dietro, ti rimane come bagaglio, le persone che conosci le guardi con occhio diverso<sup>[[#Note|123]]</sup>».
 
Sembra quasi che la relazione sia un aspetto dal quale è impossibile prescindere:
 
«Uno può partecipare senza mai relazionarsi con nessuno, anche se, nel caso dovesse impegnare molto tempo su wiki, sarà abbastanza inevitabile avere a che fare con gli altri e questo porterà volenti o nolenti a relazionarsi, magari conservando la propria ritrosia alle relazioni<sup>[[#Note|124]]</sup>».
 
Anche se la comunità è ormai presente e ben definita in Wikipedia, l’effettiva pratica di produzione del sapere su cui si fonda l’enciclopedia non richiede indispensabilmente l’esistenza di una relazione o di un legame affettivo: è come se ognuno, rispondendo a logiche locali che si potrebbero riassumere nel contesto degli interessi e delle competenze individuali, creasse il macroprogetto considerabile come l’enciclopedia in sé<sup>[[#Note|125]]</sup>.
È una sensazione che alcuni di loro stessi hanno:
 
«Wikipedia è tutto quello che vuoi… è uno strumento per comunicare, con mille sfaccettature, più evoluto del Messenger… vive di vita propria, inizia ad avere un’anima. Si forma un sentire comune, dei modi di fare, cose che non sono standardizzate, che non devi dire perché la gente sa.
La Wiki è fatta da tante persone, ma è anche un tutt’uno che non pensa, ma sente<sup>[[#Note|126]]</sup>».
 
E ancora:
 
«È un po’ entrambi, per organismo intendiamo qualcosa di strutturato, di organizzato a livello di progetto che mette insieme tutta una serie di modalità perché la macchina possa funzionare, è una cosa che mi interessa, ma mi interessa sotto l’aspetto professionale, per la mia formazione di architetto, che vede nella concezione di qualcosa che ha coerenza e che funziona la specificità del mio mestiere. Per comunità invece intendo in ambito più… più umano, un rapporto quasi amicale. Non mi ha sorpreso vedere che in brevissimo tempo, oltre alla condivisione della conoscenza, sono diventato parte di una... come dire… di un gruppo di amici, di un gruppo di persone che poco alla volta si conoscono, si scoprono, si piacciono!<sup>[[#Note|127]]</sup>».
 
Un ultimo aspetto fondamentale da vagliare circa la comunità dei Wikipediani è quello del tempo trascorso sull’enciclopedia. Ci si è trovati di fronte a situazioni ben diverse, ma si è comunque notato che la stretta cerchia dei membri più attivi è accomunata dal trascorrere gran parte del tempo, per i motivi più vari, di fronte al monitor del pc.
 
«[Ho conosciuto Wikipedia tramite] una mailing list del Politecnico di Milano che mi ha indicato il mio ex… eravamo ancora insieme… maggio 2003… la storia con lui è finita a settembre. Ha influito più il mio lavoro però… per il tempo passato su Wikipedia… ho iniziato ad averne di più, a dover stare più in ufficio e quindi anche a passare più tempo su Wikipedia, poi nel frattempo Wikipedia è iniziata a crescere a dismisura, e per come la vedo io, a chiedermi più tempo e più energie per seguirla<sup>[[#Note|128]]</sup>».
 
Chi ricopre un ruolo di fondamentale importanza in Wikipedia, o comunque desidera far parte attivamente dei meccanismi dell’enciclopedia, si ritrova a trascorrere molto tempo online e spesso anche a favorire e a cercare le situazioni che gli consentono una presenza in Rete quasi costante:
 
«Dalla parte del lavoro faccio la muffa in ufficio dodici ore al giorno, in realtà è tutta una scusa per stare su Wikipedia.Ogni tanto mi dico di cambiare lavoro… ma ci rinuncio perché… dove trovo un altro lavoro che mi fa stare così tanto tempo su Wikipedia senza nessuno che disturbi?<sup>[[#Note|129]]</sup>».
 
Non è strano dunque che la maggior parte di coloro che collaborano e gestiscono attivamente Wikipedia siano coinvolti in attività di tipo per lo più informatico, in qualche caso con eccezioni di studenti universitari o di persone in pensione che dedicano svariato tempo a contribuire attraverso la loro esperienza alla sezione dell’enciclopedia che più risponde alle loro competenze.
 
====La regolamentazione e la conflittualità in Wikipedia====
Wikipedia è una struttura in continua crescita: per questo è difficile definire a priori delle regole di funzionamento che possano valere “per sempre”.<br />
Piuttosto diciamo che, come il progetto in sé, anche la struttura di regolamentazione si sviluppa e aggiorna.<br />
Per ora non si assiste a una rigida applicazione di regole ed eventuali sanzioni per chi non le rispetta: anzi, proprio perché si tratta di un progetto collaborativo in eterna progressione, l’errore, purché non sia creato apposta, è tollerato; si ritiene che ci sarà sempre qualcuno in grado di correggerlo.<br />
Inoltre, il numero relativamente ridotto e limitato di persone che finora hanno lavorato attivamente a Wikipedia ha permesso anche che non vi fossero rigide legislazioni a governare lo sviluppo dell’opera.<br />
C’è da sottolineare che, comunque, una base di regolamentazione è presente e, proprio per quanto riguarda il funzionamento di base dell’intero progetto e la gerarchia, seppur minima, che vige in Wikipedia, la versione italiana ha “ereditato” direttamente dall’inglese.<br />
Le regole quindi sono rintracciabili soprattutto a livello formale, nella stesura degli articoli che devono esser pubblicati sulla base di determinate strutture che sono stabilite a livello convenzionale.<br />
In generale, comunque, le regole scaturiscono per lo più da situazioni in cui i Wikipediani si imbattono e devono risolvere. Attraverso un meccanismo decisionale ben preciso, che si andrà a vagliare nel prossimo paragrafo, si arriva crea una nuova regola che potrà funzionare ad hoc nel caso il problema si ripresentasse.<br />
 
«Man mano che Wiki cresce si prendono decisioni di comune accordo: creazione di standard, modelli di voce, ecc… si tratta sempre di decisione condivise, però è chiaro, anche se non vi sono obblighi stringenti, si è tenuti a rispettare ciò che si è deciso. Un altro aspetto della minor libertà è il fatto che man mano Wiki cresce alcuni articoli che vorresti scrivere sono già stati scritti e magari non nel modo che pensavi. Insomma prima era come se ci fosse carta bianca, ora inizia a esserci una struttura, prima di iniziare hai tutte le possibilità di fronte<sup>[[#Note|130]]</sup>».
 
Per questo motivo, l’elemento che si potrebbe definire “conflittuale” non è frequente. Nella maggior parte dei casi, si è infatti riscontrato una sorta di equilibrio dinamico, all’interno della comunità dei Wikipediani. La dinamicità è data dal fatto che esiste il momento della discussione, solitamente con toni pacati ma brillanti, che poi rientra nella stabilità. La conflittualità è stata per lo più osservata in casi “eccezionali” e soprattutto provocata da elementi esterni, in particolar modo nuovi utenti che sollevano questioni spinose.<br />
Il caso emblematico è stato fornito da un utente, che verrà chiamato Thuner, protagonista di una discussione accesissima nei toni a proposito dei nomi di città e paesi che avrebbe voluto apparissero, nel caso ad esempio della regione Trentino-Alto Adige, sia in lingua italiana che in lingua ladina e tedesca. Essendo Wikipedia un’enciclopedia dichiaratamente italiana, si è scatenato un conflitto, spesso poco cortese nei toni assunti, del quale si riporta un passo<sup>[[#Note|131]]</sup>:
 
Thuner: «Perdo un'ora per leggere tutto questo papiro… e alla fine che ne ricavo? Che siete solo degli ignoranti!
Possibile mai che gente che non usa la punteggiatura, che usa l'articolo indeterminativo maschile per nomi femminili (frequente l'orrore un opinione in luogo di un'opinione), che non rispetta la regola maiuscole/minuscole si permetta di mettere mano a un'enciclopedia?!?»<br />
Replica di un wikipediano, Walxe: «Grazie per averci dato degli ignoranti, fa sempre piacere vedere gente che arriva qui e si lamenta degli errori invece di correggerli (dato che può). Tra l'altro anche tu hai fatto un errore di battitura, perché dimenticare ad esempio un apostrofo potrebbe anche essere dovuto a questo e non a ignoranza».<br />
 
Il momento della discussione sulla questione, non riportato interamente per l’eccessiva estensione, viene affiancato a istanti di effettiva collera e “insulto” della controparte.<br />
Si è osservato come però, nonostante questi episodi possano occupare molto tempo e svariate risorse da parte di entrambe le parti “lese”, si concludono solitamente con una forte posizione unitaria dei Wikipediani contro chi, elemento solitamente esterno, scatena la discussione.<br />
Questo non deve far pensare a una chiusura dei collaboratori attivi all’enciclopedia: c’è anzi una fondamentale apertura nei confronti dei nuovi arrivati. Quando però si scatena da subito un attacco dai toni polemici e provocatori, non esitano a compattarsi. C’è una sorta di reticenza verso chi dimostra di non possedere dimestichezza con i meccanismi dell’enciclopedia e desidera ugualmente imporre la propria visione.<br />
 
«Si è in pochi perché… per poter partecipare a una scelta è necessario informarsi, l’informazione richiede tempo, energie. Credo che, probabilmente, è un’ipotesi… la scarsa partecipazione ai momenti decisionali dipenda non tanto da, come dire... da mancanza di strumenti, ma da mancanza di voglia di impegnarsi in quel preciso momento su quel determinato argomento a raccogliere quello che serve per esprimere un parere… Per contro, c’è da dire un'altra cosa… che l’aspetto negativo è a volte quello invece di chi, pur non avendo gli strumenti, pur non avendo speso il tempo per raccoglierli… comunque dà il suo parere e questo è un problema della democrazia… c’è in ambito elettorale… chi conosce i programmi eccetera<sup>[[#Note|132]]</sup>».
 
È come se ci fosse una reazione “naturale” al tentativo di dittatura, espressa anche soltanto a livello di idee, da parte di una figura isolata e per lo più esterna alla comunità.
Questa appare come una vera e propria minaccia, la “catastrofe più grave” che potrebbe colpire Wikipedia facendola collassare in breve tempo:
 
«[Wikipedia potrebbe andar peggio se…]… non lo so… uno scenario catastrofico per cui Wikipedia involve e il progetto muore… prima o poi succederà qualcosa che la fermerà… ci sono persone alla base e non è prevedibile.<br />
Metti che arriva qualcuno che porta allo scompiglio e al rovesciamento di tutto e prende il potere… magari in tanti… e ci superano di numero, per ora sarebbe possibile e non so se riuscirei a rimanere se fosse qualcosa di diverso da adesso…<sup>[[#Note|133]]</sup>».
 
Quest’ultima battuta della Wikipediana potrebbe far pensare a un sostanziale timore per l’ignoto che avrebbe anche la forza di condurre a una “chiusura” nei confronti dell’esterno.<br />
In realtà un meccanismo del genere andrebbe letteralmente contro le prospettive di crescita e sopravvivenza di Wikipedia.<br />
Tant’è che, in verità, una visione di Wikipedia “in meglio” richiama uno scenario di questo tipo:
 
«Siamo in tanti, siamo un nome, non solo qualcosa di cui tutti parlano come un fenomeno, se leggi il tono ci dipingono come degli alieni attaccati al pc… Secondo me, per una fase temporanea della tua vita puoi farlo, dopodiché, Wikipedia è un ambiente talmente stimolante, che ti porta ad aprirti, a vedere oltre… vai in giro e vedi le cose che posson essere utili per Wikipedia e viceversa… è come un fotografo, io amo fotografare… quando entro nei periodi di fissa vedo il mondo attraverso l’occhio fotografico, come lo chiamo io… nel senso che sei lì e trasponi tutto nella fotografia<sup>[[#Note|134]]</sup>».
====Il processo decisionale: la pratica del voto====
Ogni struttura produttiva, o più in generale, qualsiasi gruppo di persone che si riuniscono insieme per un determinato scopo vengono chiamate a esprimere un giudizio e spesso a prendere una decisione. È un meccanismo che avviene anche in Wikipedia. La pratica del voto, che sta alla base di qualunque processo decisionale, si sviluppa anche qui.<br />
Il voto è soprattutto usato per le “elezioni”, ovvero l’assunzione di un ruolo ben preciso da parte di un Wikipediano: ad esempio quello di amministratore, una figura particolare che verrà trattata in seguito approfonditamente.<br />
Le votazioni solitamente rimangono aperte per due settimane e, per ora, soprattutto grazie al numero ridotto di votanti effettivi, si entra “in diritto” di esprimere la propria preferenza dopo i cinquanta edits, ovvero superata la suddetta soglia di “modifiche” di pagine.<br />
Inoltre anche le candidature sono regolamentate in modo piuttosto semplice: colui che viene proposto solitamente come possibile amministratore o quant’altro deve semplicemente aver “lavorato” parecchio su Wikipedia negli ultimi tempi. Si parla per lo più di una soglia di cinquecento edits nel mese appena trascorso.<br />
Ovviamente la proposta di candidatura deve essere accettata da colui che ne è stato investito.
 
«I candidati che ho proposto devono dire prima se accettano di candidarsi, altrimenti non ha senso un voto. Quando hanno messo un OK vicino al loro nome il voto viene aperto per due settimane come sempre. Importante: Non ho selezionato nessuno in base al suo "buon lavoro", solamente per il numero degli edit.
Se date un voto guardate prima cosa ha fatto quel candidato. Io non ho guardato!<sup>[[#Note|135]]</sup>»
 
Appare chiaro che tale metodo elettorale non è quasi per nulla regolamentato. Si è scelto un parametro quantitativo, per altro discutibile (il numero di edits) e ci si basa unicamente su quello per il processo di voto. Ovviamente per ora il modello “funziona” (anche se evidentemente è piuttosto approssimativo) in quanto il numero di persone coinvolte nell’intero meccanismo è assai ridotto: solitamente non votano più di quindici o venti soggetti al massimo.<br />
Per quanto riguarda la candidatura invece, tutto sta nel “buon senso” di chi viene proposto e nel suo ritenersi adatto o meno al ruolo da assumere.<br />
La “carriera” in Wikipedia è assolutamente meritocratica: si può guadagnare stima e alzare il livello di reputazione attraverso il lavoro fatto bene e con costanza. La pratica del voto però sembra funzionare invece in modo totalmente diverso, trascurando per l’appunto l’aspetto qualitativo.<br />
C’è da dire inoltre che Wikipedia, come si diceva all’inizio di questa sezione sulla ricerca empirica, non è una struttura definibile democratica a buon diritto. La collaborazione è sicuramente qualcosa di distribuito e accessibile per tutti, ma nel momento decisionale emerge chiaramente la gerarchia alla base dell’enciclopedia. Il voto, come s’è affermato poco sopra, è disponibile per chiunque superi una soglia irrisoria di modifiche apportate. In realtà, nel momento in cui si vagliano i risultati, non c’è una situazione di completa parità nel considerare il voto di un soggetto piuttosto che un altro. Spiegando con le parole di una Wikipediana:
 
«i 50 edits sono irrisori… compresi i minor<sup>[[#Note|136]]</sup>… una virgola e hai il voto…. È ridicolo, il voto di uno che c’è raramente vale come quello che c’è sempre… il rissoso ha lo stesso potere del cooperativo… ci sono anche i voti contro… che hanno molto valore.
Se io voto contro molti si fanno delle domande, se vota contro uno che è un casinista, non ci bada nessuno. Tra le regole proposte da Huzo c’è che per ogni voto contro di un amministratore, ci vogliono cinque voti positivi… tieni conto che, mediamente votano 15 persone, tre amministratori e quello lì non è più eletto… Non so… bisognerebbe regimentare di più… anche gli amministratori… finora siamo andati molto allo sbando, perché eravamo pochi, perché eravamo affannati a correre in giro, adesso siamo una truppa, ha senso se iniziamo a darci delle regole, a dividerci delle competenze<sup>[[#Note|137]]</sup>».
 
E riguardo alla non-democraticità dell’enciclopedia:
 
«Ha un po’ di ragione Koge quando dice che la democrazia è bella, però non funziona… non abbiamo soluzioni… lui parla di fare élite, dove gli amministratori devono contare… bisogna dire le cose come stanno... mi hanno messo al centro dell’attenzione… sono abituata che ogni mia parola conta il doppio di quella di un utente normale e comunque più di quella di un amministratore… io dico una parola e tutti la leggono…su 30.000 pagine di Wiki, la 27esima pagina più letta è la mia pagina di discussione…quindi io sono abituata che tutti leggano ciò che dico e che abbia peso ciò che dico. Così quando voto so che devo pensarci. La Wikipedia non è democratica<sup>[[#Note|138]]</sup>».
 
La comunità dei Wikipediani ha però intrapreso una lunga discussione che coinvolge i referendum. Si è in cerca di un modo più regolamentato di effettuare le votazioni. Il bisogno si è sentito soprattutto in seguito a una delle più grosse questioni nata in Wikipedia, quella di cui si è parlato nel paragrafo sulla conflittualità<sup>[[#Note|139]]</sup>.
La decisione di trovare delle norme fisse e convenzionali è scaturito anche dopo l’aver osservato che le discussioni non vengono quasi mai concluse. “Sfogliando” la pagina della categoria delle discussioni aperte<sup>[[#Note|140]]</sup>, ci si trova innanzi un lunghissimo elenco, addirittura ordinato alfabeticamente, con tutte le discussioni intraprese e non portate a termine.<br />
Si sta dunque tentando di risolvere il problema dibattendo (anche se può sembrare ironico è l’unico effettivo mezzo di confronto disponibile e per ora non si è ancora giunti a conclusione<sup>[[#Note|141]]</sup>) circa le regole da seguire per accedere alle votazioni. Si tenta soprattutto di alzare i parametri, in modo da rendere meno accessibile da parte di chiunque, il momento del voto. Questo non significa che vengano rifiutati i contributi esterni, ma è chiaro che se qualcuno di poco coinvolto nelle questioni avesse modo, come accade ora, di accedere alle votazioni, e soprattutto non fosse dotato di buonsenso, si avrebbero delle situazioni totalmente sfuggevoli e caotiche, oltre che poco realistiche nei risultati conseguiti.
 
 
====I rapporti tra It.wiki e le enciclopedie libere in altre lingue====
La Wikipedia italiana è un progetto definibile sostanzialmente “neonato”. Come si diceva in precedenza, pur essendo di creazione quasi contemporanea a quella inglese, quest’ultima è stata coinvolta in un processo rapidissimo di ascesa e di sviluppo che l’ha portata quasi al doppio dei contenuti rispetto a It.wiki.<br />
Sicuramente un motivo plausibile dell’afflusso di moltissimi soggetti alla En.wiki<sup>[[#Note|142]]</sup> è la lingua, in assoluto la più diffusa e conosciuta in Internet.<br />
Ma volendo spostare l’analisi a un livello più strettamente antropologico, si potrebbe sostenere che la spinta derivi soprattutto dal contributo intrecciato di diverse popolazioni che finiscono, grazie per l’appunto all’elemento linguistico, a collaborare insieme all’unico progetto inglese. In It.wiki invece, chi contribuisce è al 99% italiano. Slittando con l’attenzione sulla componente culturale, il fatto che vi sia un’unitarietà di influssi e di apporti per l’appunto culturali, porta It.wiki a una crescita costante ma lenta. Al contrario la varietà che costella En.wiki contribuisce direttamente ad uno sviluppo non solo rapido, ma anche differenziato.
 
«Prendiamo molta ispirazione dalla En.wiki… sui contenuti, la imitiamo… e poi ogni persona lo vive a modo suo… per me è per trarre spunto. Non siamo lo stesso progetto, siamo piuttosto paralleli, facciamo tutti la stessa cosa, ma son cose che si sono evolute in maniera diversa, in modo diverso. La differenza è numerica, sulla comunità, da noi è ancora sparuta… io ho in mente la mailing list internazionale, a cui sono iscritta… è tutta gente che collabora alla Wikipedia inglese, di varie provenienze... e c’è una comunità, c’è un sacco di gente, parlano, dibattono…<sup>[[#Note|143]]</sup>».
 
La struttura di Wikipedia è comunque pensata per un confronto e un legame con gli altri progetti in lingue diverse. È presente infatti una specie di organismo rappresentativo, chiamato ambasciata.
 
«L'Ambasciata di Wikipedia è l'ambasciata che la Wikipedia italiana mette a disposizione dei Wikipediani per il coordinamento fra le versioni della nostra enciclopedia nelle varie lingue. […]L'Ambasciata di Wikipedia viene creata come un luogo di riferimento e di incontro, oltre che come serbatoio di risorse per problemi nel rapporto fra le varie lingue, come ad esempio problemi legati alle differenze linguistiche, estensione delle regole e della policy, […]<sup>[[#Note|144]]</sup>».
 
Anche il ruolo dell’ambasciatore è ben definito:
«Un ambasciatore di Wikipedia dovrebbe tenere d'occhio l'Ambasciata e la mailing-list sui problemi linguistici del progetto (Intlwiki-L) e le mailing-list in inglese Wikipedia-L (http://www.wikipedia.org/wiki/Wikipedia-L) e Wikitech-L (http://www.wikipedia.org/wiki/Wikitech-L) per argomenti di comune interesse per le comunità che rappresentano. L'ambasciatore dovrebbe inoltre avere attenzione a istanze locali ed idee che potrebbero rivelarsi di interesse generale<sup>[[#Note|145]]</sup>».<br />
Nei discorsi tra i Wikipediani, emerge però una disposizione d’animo particolare nei confronti delle altre enciclopedie in lingua diversa.<br />
Si riscontra una sorta di “sottomissione” psicologica in gran parte degli utenti, nei confronti soprattutto della En.wiki. Questo sentimento si manifesta, in particolar modo, con un costante confronto tra la Wikipedia nella lingua madre e le altre e con un conseguente evidenziare le “mancanze” della progetto nazionale rispetto agli altri.
 
«C’è la speranza… attualmente in italiano non siamo alla situazione ideale, però c’è la possibilità di avvicinarsi a situazioni virtuose… è indispensabile il confronto con Wiki di altre lingue, seguite da tante persone, non c’è poca gente che contribuisce a costituire queste conoscenze, ma ci sono decine di migliaia di persone. Noi vediamo empiricamente che il meccanismo di confronto delle idee e la possibilità di intervenire abbastanza rapidamente a modificare le presentazioni hanno portato a delle esposizioni di livello molto buono. Qui in questo caso dovrebbe essere un confronto fra quello che sono queste Wiki maggiori, inglese e tedesca soprattutto, e enciclopedie precedenti<sup>[[#Note|146]]</sup>».
 
Pur essendo una visione piuttosto diffusa, c’è qualcuno che si oppone e non badando a statistiche, confronti e così via, afferma:
 
«Non abbiamo seguito nessun modello… Per altre persone si tratta di una sudditanza psicologica… e io mi imbestialisco…ma chissenefrega… bello, per carità… stesso scopo, ma persone diverse…. siamo diversi! È comunque un atteggiamento mentale, c’è chi la vive come una sfida diretta…<sup>[[#Note|147]]</sup>».
 
In realtà le diverse Wikipedie sono da considerare progetti paralleli, dove ognuno è libero di seguire i propri tempi e meccanismi di sviluppo personali.<br />
La En.wiki ha sicuramente determinato molti aspetti, di fatto la struttura di base, il funzionamento sono stati messi a punto in questa versione e poi riprese dalle altre. Ma il costante confronto mirato a farle coincidere e a renderle un unico flusso in movimento sincronizzato è un approccio errato o per lo meno falsificato. Sono prodotti di mani e menti differenti ed è impossibile che essi arrivino a coincidere sia nei tempi sia nelle modalità.
 
 
====Un progetto in perenne sviluppo: lo stub====
I principi fondamentali alla base di Wikipedia sono la collaborazione dei soggetti che prendono parte all’opera e il miglioramento dell’enciclopedia che segue un andamento costante, teoricamente senza mai fine.<br />
Il termine usato per indicare quegli articoli, la maggior parte in realtà, che sono passibili di modifiche, aggiunte, miglioramenti è stub.<br />
«Uno Stub (da un termine gergale inglese) è un articolo il cui contenuto è davvero minimo, tale da non potersi considerare un vero e proprio articolo da enciclopedia.
Così sono, ad esempio, quelle definizioni che si limitano a citare - poniamo - di una città: X, città del Belgio. Un articolo di enciclopedia descrive i concetti che sono compresi nel termine che si va definendo, cerca di comprenderne le cause e gli effetti, non si limita ad una telegrafica definizione linguistica<sup>[[#Note|148]]</sup>».<br />
È ovvio che le modifiche possono essere apportate non solo agli stub, ma anche agli articoli che non portano nella pagina la segnalazione:
«Questo articolo è uno stub: ciò vuol dire che necessita di essere ampliato correttamente secondo i canoni di Wikipedia. Se puoi contribuisci a renderlo dettagliato come dev'essere un articolo di enciclopedia o almeno segnalalo nell'apposita pagina degli stub. Grazie<sup>[[#Note|149]]</sup>».<br />
È sicuramente opinione diffusa tra i Wikipediani il fatto che un articolo già iniziato e incompleto sia in realtà più complicato e difficile da aggiornare o ampliare rispetto all’“aprire” una nuova voce. Correggere il lavoro altrui è impegnativo e spesso richiede competenze e sforzi ingenti. Ma lo stub e il processo in sé di correzione e modifica è alla base della produzione cooperativa di sapere che ha luogo all’interno di Wikipedia. Spesso i Wikipediani più attivi e chi si sente maggiormente responsabile, si definiscono un elenco di pagine o articoli “da tener d’occhio”, come recita il gergo diffuso. Addirittura il nuovo software ha messo a disposizione una funzionalità che permette di indicare, quando lo si desidera, la pagina “da seguire”. La funzione è disponibile per ogni pagina di Wikipedia.<br />
Il processo di collaborazione e di lavoro cooperativo ha grande importanza all’interno della dimensione sociale dell’enciclopedia per due motivi.<br />
Anzitutto la manipolazione di qualcosa che è già stato prodotto da altri e la possibilità che il proprio lavoro a sua volta venga elaborato successivamente consente di amplificare il senso di comunità, intesa come appartenenza a un gruppo con medesimo scopo, che condivide il significato attribuibile all’opera.<br />
Inoltre la cooperazione permette anche di migliorare l’immagine “all’esterno”. L’enciclopedia, basando la propria notorietà sulla visibilità, necessita di acquisire la più vasta credibilità possibile.<br />
Apparendo come un progetto in continuo sviluppo, dove tutti lavorano al fine di rendere l’opera sempre più completa e curata nell’edizione, Wikipedia potrebbe raccogliere sempre maggiori visite e possibili future collaborazioni.
 
====Il raduno====
Il momento del raduno<sup>[[#Note|150]]</sup> vede l’incontro dei Wikipediani in un contesto offline e soprattutto mette in gioco le pratiche d’interazione “faccia a faccia”.<br />
La “giovane età” della comunità ha costituito una motivazione importante per il recente istituirsi di tali incontri in “real life”.<br />
Le iniziali impressioni della comunità a riguardo erano:<br />
«It.wiki è una realtà ancora in divenire. Non c'è ancora niente di consolidato: abbiamo appena cambiato software, il nucleo di wikipediani "molto" attivi (diciamo con almeno un passaggio al mese) è piuttosto ristretto, siamo ancora poco conosciuti… per cui siamo tutti impegnati a crescere e la nostra attenzione è più volta all'enciclopedia che agli altri enciclopedisti…. non ci abbiamo mai pensato!!<sup>[[#Note|151]]</sup>».<br />
I contatti quindi fino a un certo punto sono stati unicamente “telematici”. Di fatto, le necessità di incontro sono nate più di recente, nel momento in cui si è prospettata la partecipazione alla manifestazione di Genova, Capitale della cultura.<br />
L’incontro è stato occasione di confronto diretto sul lavoro online. Effettivamente il “terreno” comune dato dall’enciclopedia ha contribuire a superare gli imbarazzi e le leggere timidezze che caratterizzano ogni primo incontro tra individui di persona.<br />
La conoscenza virtuale contribuisce spesso a creare delle aspettative e delle immagini degli altri che non desiderano scontrarsi con la realtà. I dubbi e i timori di non trovare riscontro inquietano.<br />
L’aumento dei collaboratori e la conseguente crescita della comunità ha portato a rendere più fattibili e desiderati i meeting:
 
«si incontreranno per la prima volta a Genova, ma si tratta di un incontro una tantum… non si prevede al momento che vi sarà regolarità, ma con l’aumento della comunità è probabile che ci si incontrerà sempre più spesso<sup>[[#Note|152]]</sup>».
 
Pur essendo una trasposizione nella realtà fisica del lavoro online, con dibattiti, discussioni, confronti, proposte, idee e così via, i raduni hanno dato modo ai Wikipediani di conoscersi meglio e di creare un rapporto forse più solido. La relazione s’è via via intensificata.
 
«L’amicizia si fa ai raduni, io posso conoscere su Wiki un nick, posso sapere che quella persona la pensa come me e che scrive cose giuste e sensate che non devo controllare, controllo solo gli anonimi o chi non conosco. Le amicizie si fanno poi in reale, in real life, come si diceva una volta…[…] È più compenetrata oggi… ci sono molte persone che pensano che su internet si possa fare ciò che si fa in vita reale. Secondo me non è così, in vita reale ci sono più possibilità, e anche meno, perché non costruisci qualcosa di fisico. In rete crei Wiki e qualcuno può andare a vedere che l’hai fatto tu… in vita reale posso costruire qualcosa tra me e un’altra persona<sup>[[#Note|153]]</sup>».
 
La visione forse un po’ estremistica di questo Wikipediano che non contempla la nascita di relazioni su Internet, rispecchia bene però l’aspettativa che solitamente viene soddisfatta dal raduno.<br />
La piacevole situazione che si crea nel meeting e le situazioni di lavoro e divertimento che si fondono una nell’altra hanno condotto alla pianificazione di questi con una certa regolarità.<br />
Il primo, al CNR di Milano, è scaturito forse dal fatto che chi l’ha proposto preferisce il confronto “non-virtuale”. Sono in realtà due piani complementari: il reale comporta una maggiore spesa interazionale, ma è sicuramente più tempestivo e adatto per discutere su problemi ampi e complessi.<br />
La dimensione online d’altro canto permette di mantenere l’attenzione direttamente concentrata sull’enciclopedia e sicuramente il confronto è più dilazionato nel tempo.<br />
Il raduno di Genova si è rivelato invece diverso, perché ha perso la sua “località”: ha infatti raccolto Wikipediani assenti agli altri incontri e in particolar modo ha visto la partecipazione di Jimbo Wales, il co-fondatore del progetto Wikipedia.<br />
Sicuramente la parzialità della partecipazione ai meeting presuppone una limitatezza nei processi decisionali. Solitamente emergono dei suggerimenti che poi vengono vagliati dall’intera comunità online.<br />
C’è da evidenziare però come in realtà:
 
«L’incontro iniziale è stato dato dal fatto che qualcuno non era abituato al virtuale… lo “maltollera”. Il raduno rispecchia le persone attive, geografica, ma le persone attive son quelle anche più vicine. Chi è attivo, è attivo anche nei raduni perché c’è confronto. [Wikipedia] inoltre ti rimanda a molte cose all’esterno (Wikipedia) perché devi fare un sacco di cose “fuori” per Wiki<sup>[[#Note|154]]</sup>».
 
===Prospettiva sociosimbolica===
Dopo aver affrontato la dimensione sociale all’interno del progetto di Wikipedia e dopo aver quindi analizzato la diverse pratiche sociali che contraddistinguono la comunità dei Wikipediani, è necessario ora focalizzare l’attenzione su alcuni meccanismi che coinvolgono direttamente l’identità dei soggetti che fanno parte ed anzi costituiscono tale comunità.<br />
In un percorso che si snoda in tre tappe, vedremo anzitutto la figura del Wikipediano “da vicino”, differenziandola da quella del lettore e dell’utente non registrato.<br />
Nel paragrafo successivo, ci si concentrerà sul “troll”, uno dei più grossi motivi di disordine all’interno dell’enciclopedia.<br />
Infine si tratterà la questione della gerarchia in Wikipedia, fissando soprattutto l’occhio sui vari ruoli assumibili e le rispettive caratteristiche: propriamente si tratta di un aspetto squisitamente sociostrutturale, ma nel caso dei Wikipediani, ciascun ruolo è associato ad un preciso, peculiare e largamente condiviso sistema simbolico di status, costruito principalmente su fama e carisma, che costituisce anche un forte incentivo all'impegno.<br />
Per tale motivo ce ne si occupa in questa sede: il sistema di ruoli riflette l'ethos della comunità, l'orizzonte sociosimbolico condiviso che la tiene unita, la motiva alla cooperazione e finisce anche per riverberare sulle identità dei suoi membri.<br />
Il lavoro si chiuderà su una riflessione che metta in relazione e faccia comunicare tra loro i nodi teorici e la ricerca empirica.
 
====Il Wikipediano: la reputazione tra pari====
Il Wikipediano è la figura centrale all’interno della enciclopedia.<br />
Egli si differenzia dal semplice lettore per una componente, si potrebbe dire, attivista. Mentre chi consulta l’enciclopedia la sfrutta solamente per i suoi fini e per ciò che è il progetto in sé, a livello strumentale, il Wikipediano collabora non solo alla compilazione, ma anche al mantenimento dell’intera struttura, attraverso il compimento di una piccola parte di lavoro, che si ritaglia in base ai propri interessi e competenze.<br />
Il Wikipediano si distingue però anche dal soggetto definibile come “utente non registrato” o anonimo. Questi collabora saltuariamente a Wikipedia, spesso accade che lo faccia una volta, la prima, soltanto.<br />
Forse per mancanza di interesse nell’apprendere le linee guida del funzionamento dell’enciclopedia o per l’approccio superficiale che gli mostra Wikipedia come uno dei tanti siti presenti in rete, l’anonimo non procede alla registrazione.<br />
Il Wikipediano è quindi colui che decide di far corrispondere il proprio indirizzo IP<sup>[[#Note|155]]</sup> a un determinato nickname (la registrazione, per l’appunto).
 
«[Essere Wikipediano] significa partecipare al progetto, pensando strettamente all'enciclopedia<sup>[[#Note|156]]</sup>».
 
Non solo. La registrazione presuppone che ogni azione che venga svolta su Wikipedia da parte dell’utente registrato sia riconoscibile, nel momento in cui si sia loggato<sup>[[#Note|157]]</sup>.<br />
Ogni Wikipediano è caratterizzato da questo aspetto: l’esser riconoscibili comporta che vi sia la possibilità di compiere gesti, azioni e più in generale assumere atteggiamenti che siano per l’appunto collegabili a un nickname. Chi decide di prodigarsi per l’enciclopedia e di lavorare parecchio all’interno di essa, mediante il riconoscimento, potrà suscitare il meccanismo della reputazione tra pari, di cui si è parlato a proposito della comunità hacker.
 
«Io dico una parola e tutti la leggono… su 30.000 pagine di Wiki, la 27esima pagina più letta è la mia pagina di discussione… quindi io sono abituata che tutti leggano ciò che dico e che abbia peso ciò che dico<sup>[[#Note|158]]</sup>».
 
Questo comporta che, ad esempio, ci sia una sorta di stabilità e fiducia tra i Wikipediani più attivi. Ci si confronta, si discute, ma difficilmente si dubita della correttezza di ciò che viene scritto o fatto nell’enciclopedia.
 
«tengo d'occhio le modifiche fatte da utenti non registrati che sono più a rischio di atti vandalici o violazione del copyright<sup>[[#Note|159]]</sup>».
 
Ma cosa spinge un soggetto a dedicare tanto tempo a un progetto di questo tipo?<br />
Le motivazioni riscontrate sono di vario genere: c’è chi dice che è un buon modo per spendere il proprio tempo, altri che affermano di divertirsi nell’apprendere e nel far parte di una forma di “volontariato avanzato”:
 
«[Wikipedia] diventerà uno strumento potentissimo, di sviluppo anche. Credo che non sia secondario anche l’aspetto del volontariato… inteso come... una volta avevo letto una frase bellissima… forse di Gino Strada… che la maniera migliore per aiutare paesi in via di sviluppo non è portargli denaro, ma è portargli sapere… non portare il pesce, ma insegnargli come pescarlo e conservarlo<sup>[[#Note|160]]</sup>».
 
A molti piace condividere il sapere e il fatto di produrlo li stimola al confronto con altri:
 
«Mi piace l'idea di mettere a disposizione di tutti una fonte di conoscenza… non è necessario che stiamo qui a discutere sull'importanza della conoscenza e di quanto più lo sia tanto più è accessibile… per cui c'è un aspetto del tipo "miglioriamo il mondo"! Poi qualcosa di più personale: in particolare sono interessato alla chimica e mi piacerebbe che fosse più conosciuta e apprezzata, che fosse capita per quello che è<sup>[[#Note|161]]</sup>».
 
L’aspetto più interessante però è quello che fa riferimento al meccanismo della gratificazione e all’accrescimento del proprio ego, anche questo un concetto ripreso dai fondamenti dell’etica hacker.
 
«A un livello ancora più personale, mi piace l'idea che sul web ci siano articoli scritti da me, è vanità, mi piace che possano essere migliorati. È bello curare un progetto comune, la collaborazione è forse una delle motivazioni principali e questa è una cosa che si ritrova in numerosissimi altri ambiti: quando si inizia a curare qualcosa ci si affeziona sempre più e dunque si innesca un meccanismo autocatalitico, un interesse crescente, perché consideri il progetto sempre più tuo. “Tuo" in questo caso non deve essere inteso come possesso… poi ci sono altri motivi legati alle relazioni con gli altri utenti: le affinità con alcuni possono rendere piacevole la collaborazione<sup>[[#Note|162]]</sup>».
 
Wikipedia, nel momento in cui viene considerata come parte della propria vita a tutti gli effetti, può anche essere considerata “un lavoro”:
 
«In alcuni casi ci si sente anche in dovere, dunque non sempre si tratta di una collaborazione spontanea… insomma se su un utente è riposta la fiducia degli altri, ci si aspetterà che questo intervenga, partecipi, etc. Se ci sono discussioni su questioni nodali, mi viene in mente per esempio il caso che abbiamo sotto mano, quello delle categorie, poiché comporterà diverse conseguenze e si tratta quindi di una questione importante, gli utenti non possono fare finta di niente… quello che intendo è che se si prospettano cambiamenti e questi stanno prendendo una piega che non piace a un utente, seppur non interessato particolarmente alla questione sarebbe indotto a parteciparvi<sup>[[#Note|163]]</sup>».
 
Anche in questo caso però, nella maggior parte dei casi è un lavoro che si basa sulla visione del medesimo da un punto di vista hacker:
 
«Di Wikipedia ti innamori o no… non ti costa fatica… non ci dormi la notte, però non lo patisci, non lo soffri, è la priorità… come quando ho presentato Jimbo a Genova… ho detto come si fa a parlare di una persona che ti ha regalato un sogno che non sapevi di avere? Wikipedia è fare qualcosa e farlo come piace a me, collaborando, dove per certi versi vai avanti davvero in maniera meritocratica… è autosoddisfacente… tu non ti puoi aspettare niente da Wikipedia, come feedback, ma in realtà poi scopri che ci son dietro un sacco di cose, nei termini più disparati…dal tuo articolo in prima pagina allo svegliarti e dire: caspita ho un sacco di nuovi amici… molti non son più solo Wikipediani, sono amici… profonda sintonia… ti capiscono per una cazzata che hai scritto su una pagina<sup>[[#Note|164]]</sup>».
 
Come si è letto, il fenomeno della reputazione, dal momento in cui si innesca, si auto-alimenta. Di fatto si entra in una sorta di “circolo virtuoso” per cui è impossibile non sapere “come va su Wikipedia”, “chi ha detto cosa”, “quale modifica è stata apportata a quell’articolo” e così via.<br />
Si finisce a far rientrare ogni sfera della propria vita in Wikipedia, tanto da non cosiderarsi mai “fuori” da essa anche quando a livello fisico lo si è.
 
«[Con gli amici “fuori”] ultimamente ne parlo molto, perché ha molti impatti sulla mia vita…<sup>[[#Note|165]]</sup>».
 
Le identità si fissano dunque: non in senso di staticità e di chiusura al rinnovamento (spesso anzi la conoscenza sempre più approfondita riserva molte sorprese), ma piuttosto nei termini del riconoscimento.<br />
L’assunzione di un’identità definibile e rintracciabile comporta un riconfiguramento sia degli orizzonti sociali interni alla comunità, sia della prospettiva sociosimbolica che accompagna la definizione personale della propria identità.
 
 
====Il troll====
Il troll è, nel gergo dei Wikipediani, colui che commette il cosiddetto un atto vandalico, ovvero un’azione intenzionale volta a rovinare il contenuto dell’enciclopedia.
 
«[I troll sono] vandali. Quello che ti mette dentro 18 violazioni di copyright in un minuto, 24 parolacce, su un articolo esistente…è un lavoro incredibile… devi leggertelo e vedere cos’ha modificato… trovare parolacce o magari virgole modificate che scombinano il senso… devi riguardarlo, eventualmente chiedere a chi l’ha scritto, qualcuno che è competente in quel ramo…<sup>[[#Note|166]]</sup>».
 
Il più comune gesto di questo tipo consiste nell’introduzione di insulti, bestemmie e così via all’interno di un articolo.<br />
Spesso anche viene cancellato l’intero pezzo o, ancora peggio, vengono apportate piccole modifiche, difficilmente rintracciabili, come il cambiamento della punteggiatura o di qualche lettera nel testo in modo da stravolgere completamente il significato.<br />
Il più delle volte si trova sotto forma di “scherzo” con poche righe in stile tutt’altro che enciclopedico:
 
«[Alla voce “razza ariana” si è trovato scritto:] Hitler credeva che la razza ariana fosse la migliore, che la loro razza fosse pura. Probabilmente perseguitò gli Ebrei per via del padre, o della madre, ebrei che gli hanno “fatto un torto”. Gli ariani di solito hanno i capelli biondi, mentre se vedi Hitler aveva i capelli neri, per cui si capisce che non può essere ariano, o almeno di razza ariana pura come diceva lui<sup>[[#Note|167]]</sup>».
 
O ancora si sono registrati casi di “prese in giro”, come questa nella quale un utente qualunque ha inserito la propria data di nascita nell’elenco di quelle dei personaggi celebri:
 
[[1976]] - [[UnionJackson]], co-fondatore MJPortal
[[1977]] - [[Seann William Scott]], attore
[[1984]] - [[Gareth Gates]], cantante britannico<sup>[[#Note|168]]</sup>
 
La situazione riguardo questo fenomeno è variata notevolmente nell’arco di tempo in cui la sottoscritta ha seguito Wikipedia. In principio<sup>[[#Note|169]]</sup> vi era una ridottissima affluenza di atti vandalici dovuta per lo più alla scarsa celebrità dell’enciclopedia. Nell’osservare tale pratica allora si registravano impressioni poco preoccupate e sicure di arginare il problema senza eccessivo sforzo:
 
«Fino a quando il vandalismo si manifesterà come è accaduto finora non ci sono problemi a contenerlo, è possibile in realtà che vi sia in giro qualche articolo vandalizzato sfuggito al controllo, ma non appena qualcuno dovesse capitarci per caso lo sistemerebbe<sup>[[#Note|170]]</sup>».
 
Ultimamente però, a seguito di eventi come quello che ha visto Wikipedia protagonista a Genova, l’enciclopedia è stata parecchio pubblicizzata. Molti giornali, online e non, se ne sono occupati e questo senza dubbio ha condotto a un ingente numero di affluenze.<br />
Se, da un lato, questo può esser considerato un fenomeno positivo per l’aumento dei contributi e degli utenti in grado di far crescere Wikipedia, dall’altro vi è stata una vera e propria invasione di troll:
 
«Se il Wikipediano scrive aumentano gli articoli, l’enciclopedia acquisisce visibilità, arriva più gente. È un equilibrio dinamico… non stabile… ci sono diverse situazioni di equilibrio, ma tanti momenti di disequilibrio… ben identificati… per un flusso infinito di nuove persone, una fila di troll che commettono una serie di atti vandalici…<sup>[[#Note|171]]</sup>».
 
Il troll impone dunque un momento di collaborazione e cooperatività tra i Wikipediani, che si uniscono per risolvere il problema che questo ha creato. Inoltre la figura del troll consente indirettamente di definire con una certa precisione i membri più attivi nell’enciclopedia. Chiunque infatti può eliminare un atto vandalico, cancellando il contenuto errato o fuori luogo. E sicuramente chi più frequenta Wikipedia, o meglio con la maggiore regolarità, ha modo di riscontrarli tempestivamente.<br />
L’atto vandalico e la conseguente azione che si scatena su di esso influenzano un’ulteriore differenziazione che verrà sviluppata nel prossimo paragrafo: quella tra amministratore e semplice Wikipediano.
 
====L’assunzione di ruolo: la gerarchia in Wikipedia====
Come è già stato detto, Wikipedia non è una struttura definibile pienamente democratica. È in vigore una vera e propria gerarchia, che fa direttamente riferimento alla corrispondente dell’enciclopedia in lingua inglese.
 
{|
|- align="center"
|Jimbo
|- align="center"
| <nowiki>|</nowiki>
|- align="center"
| Developers
|- align="center"
| <nowiki>|</nowiki>
|- align="center"
|Stewards
| <nowiki>|||</nowiki>
|- align="center"
| Bureaucrats
| <nowiki>|||</nowiki>
|- align="center"
| Sysops
|- align="center"
| <nowiki>|||</nowiki>
|- align="center"
| Registered users
|- align="center"
| <nowiki>|||</nowiki>
|- align="center"
| Unregistered users
|}
 
 
La gerarchia riprende i ruoli presenti in Wikipedia. Il fondatore, Jimbo Wales, a capo di tutto. Seguono i developers o sviluppatori, che sono coloro che si preoccupano di portare avanti il software e la sua manutenzione. Per questo motivo si trovano, per grado, appena sotto il fondatore. Sono coloro ai quali si deve la creazione di MediaWiki.<br />
Con la categoria degli “stewards” ha inizio la comunità, si tratta di una sorta di “creatore” di amministratori e burocrati. È colui che dà il diritto d’accesso agli utenti, o meglio è colui che dà agli amministratori e ai burocrati i diritti di “supervisione” e può, eventualmente in caso di abuso, privarli degli stessi.<br />
Seguono i burocrati (bureaucrats) e gli amministratori (sysops): i primi sono degli amministratori che possono creare amministratori, in sostanza si occupano di dare istruzioni in merito al ruolo stesso.<br />
Gli amministratori cancellano le pagine e bloccano gli utenti anonimi. Teoricamente non hanno alcun altro potere.
 
«Gli amministratori sono dei Wikipediani che hanno i privilegi di sysop, ma non hanno nessuna speciale autorità, e sono uguali a tutti gli altri in termini di responsabilità editoriali<sup>[[#Note|172]]</sup>».
 
È curioso però notare come invece il “sentire” comune e il gioco della reputazione gli attribuisce un particolare peso nella comunità.<br />
A livello normativo però non hanno alcun diritto in più per quanto riguarda l’aspetto editoriale. <br />
Quindi vengono, nell’ordine gerarchico, i Wikipediani (o registered users) e infine gli anonimi (unregistered users).<br />
A parte vi è poi una categoria speciale, quella dei bot, dei programmi che automatizzano determinate procedure e collegano gli articoli. Sono ovviamente puro software, ma è interessante vedere come venga utilizzata una terminologia, a loro riguardo, che richiama l’elemento umano:
 
«Bisogna attendere che passi il bot…<sup>[[#Note|173]]</sup>».
 
L’assunzione di un ruolo è direttamente collegata alla reputazione. Al di là della candidatura che, come si è visto, per ora procede secondo un criterio quantitativo, la scalata gerarchica avviene per vie esclusivamente meritocratiche.
 
«Possiamo cancellare una voce e bloccare gli anonimi… gli utenti ancora non sappiamo come si fa… ma credo che dovremo impararlo purtroppo… il giorno che si registra il pazzo che fa i cavoli suoi... ci ha provato Maxis… poi grazie al cielo, gli ho mandato una mail, ho messo il contatto sul Messenger, ci ho parlato, e lo tengo a bada. Funziona così… c’è andata bene, siamo sempre riusciti a parlarci e fermarli… il famoso Thuner… se n’è andato per disperazione… ci ha visto tutti compatti e se n’è andato […]. Ci son diversi modi per essere amministratori… devi saper pensare… non è vero che non devi essere impulsivo… s’è candidato Koge, che è un impulsivo… e io l’ho pure votato… e gli ho anche detto che secondo me doveva candidarsi. All’epoca ne parlavo con Ludok e io ero scettica, però adesso ho cambiato idea… perché è un irruente e all’epoca non aveva preso le misure a Wikipedia. Deve esserci una discreta presenza su Wikipedia, una disponibilità a parlare con la gente…se sei amministratore viene e ti parla, la consapevolezza che le tue parole hanno un peso diverso da quelle degli altri, anche se sulla carta non è scritto così<sup>[[#Note|174]]</sup>».
 
Inoltre, il numero comunque ridotto di persone comporta dei casi di sovrapposizione di ruoli:
 
«Sono stata il primo amministratore dopo che Gianfranco è sparito, sono donna, sono l’unico burocrate, sono l’addetto stampa, sono la fondatrice e la moderatrice della mailing list… è un circolo virtuoso, una cosa tira l’altra… ho iniziato a fare perché avevo voglia, poi mi ci sono trovata in mezzo… c’erano cose che non faceva nessuno e allora le ho fatte io […]. [Al ruolo di burocrate] mi ha candidato Huzo… io non mi tiro indietro, se lo fanno in maniera meritocratica, non ha senso… in maniera qualitativa non ti devi tirare indietro, se ti senti adatto… anzi, ringrazi per la bella opportunità e fiducia<sup>[[#Note|175]]</sup>».
 
Proprio perché fondamentalmente l’assunzione di ruolo è una procedura “formale” di ciò che già è risaputo all’interno della comunità (ovvero che costui sia adatto, meritevole, ecc.), il momento della votazione non riserva spesso nulla di sorprendente o inaspettato. Chi solitamente non intende assumersi responsabilità si ritira dalla candidatura prima ancora di entrare in votazione.<br />
È dunque scontato che, pur con alcune eccezioni che però son da ritenersi trascurabili<sup>[[#Note|176]]</sup>, la votazione sarà per lo più già nota ancor prima di esser conclusa.
==Conclusioni==
La produzione cooperativa di sapere in rete è dunque un processo articolato e complesso.<br />
Come ampiamente dimostrato attraverso l’analisi della ricerca empirica, tale fenomeno risponde certamente alle logiche comunitarie, soprattutto via via che si sviluppa e si consolidano i legami tra coloro che vi prendono parte. D’altro canto però, per ciò che riguarda strettamente il momento di produzione di conoscenza in modo cooperativo, non ci si trova di fronte a meccanismi che esigono imprescindibilmente la presenza di nessi relazionali: di fatto, la produzione di sapere può essere un frutto perfetto, un risultato organico di una cooperazione “spontanea”, che non presenta nulla di simile ad un’intelligenza sovraordinata alla quale i membri cooperatori debbano obbedire.<br />
Si tratta comunque, come si è visto, di approcci completamente diversi, che sul terreno di dissertazione teorica arrivano ad escludersi vicendevolmente.<br />
Laddove sussiste una comunità non può esserci l’organizzazione apparentemente casuale che caratterizza il sistema emergente. Questo è stato affrontato soltanto in situazioni particolari, dove spesso non si hanno nemmeno gli elementi base, ad esempio un’intelligenza di tipo umano, capace di sentimenti, per costituire rapporti di relazione e di appartenenza ad una comunità.
Nella ricerca in Wikipedia, ci si è imbattuti in un contesto peculiare, dove i due elementi sembrano coesistere quasi al di là di ogni conflitto.<br />
L’ipotesi che potrebbe giustificare tale strutturazione è la costituzione recentissima della comunità dei Wikipediani all’interno del progetto dell’enciclopedia.<br />
Si è riscontrato uno slittamento dal funzionamento dell’intero meccanismo ad opera di individui integrati, ma non relazionati tra loro, così come accadeva nei primi tempi. Ognuno, rispondendo ad un’attività locale di compilazione o di risoluzione dei problemi, contribuiva alla coerenza globale di Wikipedia. Con il passare del tempo e l’accrescersi dei contatti e dei confronti sui sempre più frequenti problemi dell’enciclopedia (lo sviluppo comporta un proporzionale aumento delle questioni da risolvere), si sono creati una serie di legami prima cooperativi in senso stretto, con la creazione di piccoli gruppi orientati a uno scopo. In seguito la relazione si è sviluppata al di là di affari puramente “enciclopedici” ed ha assunto le sembianze, in diversi casi, di una vera e propria amicizia, fondata su intimità, confidenze, consigli e così via.<br />
È apparso dunque che, almeno in una fase iniziale di costituzione di un progetto di produzione cooperativa di sapere in rete, sia possibile la coesistenza di una comunità basata sulle relazioni tra i membri e di un “sentire comune” che ritrovi le sue radici in quella sorta di “superorganismo” coerente, di intelligenza collettiva di cui si è trattato a proposito dell’emergenza.<br />
Sarà interessante osservare come, con lo sviluppo, la crescita e, in un certo senso, l’“invecchiamento” del progetto si possa assistere a una prevalenza di uno o dell’altro, al rovesciamento della supremazia conquistata da una parte piuttosto che dall’altra, magari a seguito di un evento causante lo scompenso dell’equilibrio o piuttosto la permanenza di un’armonia dove i due elementi arrivino a stabilire un equilibrio organico e osmotico di reciproca sussistenza.
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==Note==
11: Cfr. Castells 2001, p. 49<br/>
12: Cfr. il film Revolution OS (2002) di J.T.S. Moore, Ed. Apogeo<br/>
13: L. Torvalds è il creatore del kernel, il nucleo base del sistema operativo, al quale darà il nome “Linux”. Linux è un sistema operativo per personal computer, ovvero un’applicazione che permette agli altri programmi di funzionare. È caratterizzato da circa dodici milioni di utenze ed è sviluppato da un centinaio di operatori che collaborano su Internet.<br/>
14: Trattasi dell’ITS, Incompatibile Timesharing System. Come indica Stallman, nel documentario Revolution OS, il nome vuol ricalcare lo spirito giocoso dell’intelligenza vivace che caratterizza l’hacker.<br/>
15: Si ricorda che un sistema operativo è un insieme di applicazioni informatiche che rendono disponibili le risorse necessarie ai programmi per funzionare, anche in contemporanea, senza entrare in conflitto tra di loro.<br/>
16: GNU è un acronimo ricorsivo, un “trucchetto” linguistico molto diffuso nella comunità hacker, che significa “Gnu is not Unix”, ovvero “Gnu non è Unix” (e quindi non si tratta di un software proprietario).<br/>
17: Emacs è un programma di editing, ad architettura aperta.<br/>
18: Cfr. Berra-Meo 2001, p. 88<br/>
19: La versione 2 è datata Giugno 1991<br/>
20: Cfr. Himanen 2001, p. 10<br/>
21: Cfr. ibidem, pp. 11-12<br/>
22: Cfr. Weber 2001<br/>
23: Cfr. ibidem<br/>
24: Cfr. Himanen, ibidem, p. 20<br/>
25: Cfr. ibidem, p. 24<br/>
26: Cfr. ibidem, pp. 27-39<br/>
27: Cfr. Barabási 2004, p. 46<br/>
28: Con i termini si indica sostanzialmente l’aggiornamento di un programma<br/>
29: Cfr. Raymond 1998, disponibile all’indirizzo web: www.apogeonline.com/openpress/doc/cathedral.html<br/>
30: Cfr. Castells, ibidem.<br/>
31: Cfr. Himanen, ibidem, p. 50<br/>
32: Cfr. Stallman, citato in Himanen 2001, p. 53<br/>
33: Cfr. Himanen, ibidem, p. 63<br/>
34: Cfr. ibidem, p. 103<br/>
35: Cfr. Berra-Meo, ibidem, p. 148<br/>
36: Cfr. Goudbout 1993 (ed or. L’esprit du don, La Découverte, Paris 1992), citato in Berra-Meo 2001<br/>
37: Riferimento debitore della metafora drammaturgica di Erving Goffman, per la quale l’individuo è un attore che mette in scena il proprio comportamento e una determinata maschera, costruita e preparata nel “retroscena”, nell’ambito della “scena” sociale che prevede l’interazione con uno o più altri attori sociali.<br/>
38: Cfr. Goudbout ripreso da Berra-Meo 2001, p. 151<br/>
39: Cfr. ibidem, p. 152<br/>
40: Cfr. ibidem, p. 157, citato da Cordonnier, Cooperation et réciprocité, pp. 8-9<br/>
41: Cfr. ibidem, p. 162<br/>
42: Così come citato in Berra-Meo 2001, p.171<br/>
43: Cfr. ibidem, pp.168-174<br/>
44: Cfr. Perens 1997<br/>
45: Cfr. Revolution OS, ibidem<br/>
46: Il termine è usato in senso tecnico, inteso come “casa distributrice”: ad esempio, la RedHat per Linux.<br/>
47: Cfr. Perens, ibidem<br/>
48: Famosa industria di software e in particolare di browser per la navigazione in Internet
49: Discorso di Raymond, rintracciabile in Revolution OS<br/>
50: Cfr. Hobbes 2001<br/>
51: Cfr. Rousseau 1996<br/>
52: Cfr. Raymond, ibidem<br/>
53: Cfr. Rheingold, ibidem<br/>
54: Si tratta di una versione aggiornata del software.<br/>
55: Cfr. Raymond, ibidem<br/>
56: Cfr. ibidem<br/>
57: Ci si riferisce a: Colonizzare la noosfera, La Cattedrale e il Bazar e Il calderone Magico, disponibili all’indirizzo web: www.apogeonline.com/openpress<br/>
58: I riferimenti sono, in questo paragrafo, direttamente ripresi da Il calderone magico di E. S. Raymond, 1999.<br/>
59: Cfr. Berra-Meo, ibidem<br/>
60: Cfr. Raymond 1998, Colonizzare la noosfera, paragrafo conclusivo.<br/>
61: Cfr. paragrafo 2.3.2<br/>
62: Riferimento ad una macroarea biologica che riconosce il “complesso” in una serie di comportamenti che, rispondendo a logiche locali, finiscono per creare un insieme omogeneo con comportamento riconoscibile come prodotto di tale “tutto”.<br/>
63: D’ora innanzi, per tutto il capitolo, si userà il termine “complessità” e l’aggettivo derivato nel senso esplicato nella nota precedente.<br/>
64: Si veda a proposito Kelly 1994 e Johnson 2001 che hanno abbondantemente trattato lo studio etologico dei formicai.<br/>
65: Cfr. Barabási 2004, ed. or. 2002<br/>
66: Ibidem, viene fatto il riferimento alla ricerca di un lavoro: come appare a livello empirico, spesso è più utile seguire un legame debole che però potrebbe a sua volta avere un collegamento utile per il mio scopo, che un legame forte dettato da affetto e tradizione.<br/>
67: Cfr. Johnson, ibidem<br/>
68: Cfr. Kelly, ibidem<br/>
69: Cfr. Rheingold 2002<br/>
70: Nel nome, “wiki” deriva dalla lingua hawaiana e significa “veloce”.<br/>
71: Cfr. all’indirizzo web http://it.wikipedia.org<br/>
72: Cfr. all’indirizzo web http://www.britannica.com<br/>
73: Cfr. all’indirizzo web http://corporate.britannica.com/termsofuse.html<br/>
74: Registrato in data 17 luglio 2004, ore 9.44<br/>
75: Si veda http://en.wikipedia.org/wiki/Main_Page<br/>
76: Cfr. paragrafo 2.2.2<br/>
77: Disponibile all’indirizzo web http://it.wikipedia.org/wiki/GNU_Free_Documentation_License<br/>
78: Cfr. paragrafo 2.2.2<br/>
79: Si veda http://it.wikipedia.org/wiki/Copyleft<br/>
80: Ander, 39, maschio, “talk” della pagina utente di chi scrive. Per le modalità metodologiche secondo le quali si è svolta l’indagine empirica, cfr. paragrafo 5.2<br/>
81: Atto facilmente riscontrabile nel momento in cui l’editore dell’articolo operi un semplice “copia-incolla” da un’altra pagina web o da un qualunque altro testo, appropriandosi in tal modo, indebitamente, del contenuto o di informazioni altrui senza render conto di tale operazione.<br/>
82: Si veda http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:General_disclaimer<br/>
83: Giumo, 65, maschio, intervista in RL<br/>
84: In data 17 luglio 2004, ore 10.21<br/>
85: Si veda http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia<br/>
86: Si veda, ad esempio, http://www.repubblica.it/2004/f/sezioni/scienza_e_tecnologia/wikiped/wikiped/wikiped.html<br/>
87: In data 17 luglio 2004, ore 10.41<br/>
88: Riferimento a http://en.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Multilingual_statistics<br/>
89: Giumo, 65, maschio, intervista in RL<br/>
90: In data 17 luglio 2004, ore 10.49<br/>
91: Si legga “neutral point of view”<br/>
92: Cfr. Hine 2000 (ed. or.)<br/>
93: Cfr. ibidem, p. 60. Da qui in avanti, la traduzione dall’edizione originale è da intendersi a cura di chi scrive.<br/>