Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/385: differenze tra le versioni

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frutta in guisa fecondi, che sebbene l'esercito quivi a campo ne prendesse una satolla , pure non vi rimase traccia della sua ghiottornia.
frutta in guisa fecondi, che sebbene l'esercito quivi a campo ne prendesse una satolla , pure non vi rimase traccia della sua ghiottornia.


VI. Gilimero avuto in Ermione il nostro appressarsi scrive in Cartagine a suo fratello Ammata che dia morte a Ilderico ed a tutti i prigioni di regal sangue o comunque parenti del monarca; gli ordina contemporaneamente di tenere apparecchiati i Vandali e quanti eranvi di presidio, acciocché i Romani colti in luogo stretto presso Decimo, borgata della città, ed accerchiati da ambi gli eserciti debbano, senza modo allo scampo, com'entro una rete perire. Ammata, giusta il comando uccide Ilderico, Evagene e quanti eranvi Africani, favoreggiatori delle costoro parti; quindi appresta i Vandali affinché al primo cenno sien pronti a combattere. Gilimero poi venivaci furtivamente dalle spalle desideroso che non ne avessimo alcun sentore : ma la notte medesima in cui l'esercito stanziò a Gressa gli esploratori suoi azzuffaronsi co' nostri, i quali subito retrocedendo ne chiarirono dell'avvenuto. Di qui inoltrati perdemmo di vista il navilio a cagione degli altissimi scogli allargantisi in grande giro nel mare, e d'un promontorio<ref name="pg361">(1) Ermeo o di mercurio, la cui parte interna, dai geografi moderni detta Ras-Addar, nomavasi dagli antichi promontorio Bello. ( V. {{AutoreCitato|Autore:Jean-Baptiste Bourguignon d'Anville|Danville}} ed {{AutoreCitato|Christian Gottlob Heyne|Heyne}}, Opusc. acad., vol. {{Sc|iii}}, ec. ). Di questo leggiamo in {{AutoreCitato|Polibio}} : « Ora il promontorio Bello è quello che giace avanti Cartagine e guarda verso settentrione, oltre il quale verso mezzogiorno vietano i Cartaginesi a' Romani di andar con navi lunghe, non volendo essi, a ciò che mi {{Pt|sem-}}</ref> con la borgata Ermea dappresso. Laonde {{Pt|Beli-|}}
VI. Gilimero avuto in Ermione il nostro appressarsi scrive in Cartagine a suo fratello Ammata che dia morte a Ilderico ed a tutti i prigioni di regal sangue o comunque parenti del monarca; gli ordina contemporaneamente di tenere apparecchiati i Vandali e quanti eranvi di presidio, acciocché i Romani colti in luogo stretto presso Decimo, borgata della città, ed accerchiati da ambi gli eserciti debbano, senza modo allo scampo, com'entro una rete perire. Ammata, giusta il comando uccide Ilderico, Evagene e quanti eranvi Africani, favoreggiatori delle costoro parti; quindi appresta i Vandali affinché al primo cenno sien pronti a combattere. Gilimero poi venivaci furtivamente dalle spalle desideroso che non ne avessimo alcun sentore : ma la notte medesima in cui l'esercito stanziò a Gressa gli esploratori suoi azzuffaronsi co' nostri, i quali subito retrocedendo ne chiarirono dell'avvenuto. Di qui inoltrati perdemmo di vista il navilio a cagione degli altissimi scogli allargantisi in grande giro nel mare, e d'un promontorio<ref name="pg361">(1) Ermeo o di mercurio, la cui parte interna, dai geografi moderni detta Ras-Addar, nomavasi dagli antichi promontorio Bello. ( V. {{AutoreCitato|Jean-Baptiste Bourguignon d'Anville|Danville}} ed {{AutoreCitato|Christian Gottlob Heyne|Heyne}}, Opusc. acad., vol. {{Sc|iii}}, ec. ). Di questo leggiamo in {{AutoreCitato|Polibio}} : « Ora il promontorio Bello è quello che giace avanti Cartagine e guarda verso settentrione, oltre il quale verso mezzogiorno vietano i Cartaginesi a' Romani di andar con navi lunghe, non volendo essi, a ciò che mi {{Pt|sem-}}</ref> con la borgata Ermea dappresso. Laonde {{Pt|Beli-|}}