Pagina:Campanella - La Città del Sole, manoscritto, 1602.djvu/53: differenze tra le versioni

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<section begin="v1" />fatto il mondo come l’Hebrei, e Caldei antichi, no(n) li moderni excogitano, e cossi alzando p(er) rifar il suo stà più giorni in Settentrione che in Austro, e par salire in eccentrico. Tengono dai Principÿ fisici il sole padre, e la t(er)ra madre e l’aere essere cielo impuro, et il fuoco venir dal sole; et il mare esser sudor della t(er)ra liquefatta dal sole: e l’unir l’aere con la terra com’il sangue, il spirito col corpo humano; et il mondo esser’animale grande, e noi star intra lui, come i vermi nel n(ost)ro corpo, e però noi appartenemo alla providenza di Dio, e non del mondo; e delle stelle perche rispetto à loro siamo casuali, ma rispetto à Dio, di cui essi sono stromenti siamo previsti, et provisti, però à Dio solo havemo l’obligo di Signore, di Padre, e di tutto. Tengono per certa cosa l’immortalità dell’anima, et che s’accompagni moendo co(n) spiriti buoni, è rei secondo il merito, ma li luochi delle pene, e premÿ no(n) l’hanno pertanto certe, ma assai ragionevole pare che sia il cielo, et li luochi sotterranei. Stanno anche molto curiosi di sapere se queste pene sono eterne, ò nò. Di più son certi che vi siano angeli buoni, e tristi, com’avviene frà l’huo(min)i; ma quello, che sarà di loro aspettano aviso dal cielo. Stanno in dubio se ci siano<section end="v1" />
<section begin="v1" />fatto il mondo come l’Hebrei, e Caldei antichi, li moderni excogitano, e cossi alzando rifar il suo stà più giorni in Settentrione che in Austro, e par salire in eccentrico & Tengono dai Principÿ fisici il sole padre, e la t̃ra madre e l’aere essere cielo impuro, et il fuoco venir dal sole; et il mare esser sudor della t̃ra liquefatta dal sole: e l’unir l’aere con la terra com’il sangue, il spirito col corpo humano; et il mondo esser’animale grande, e noi star intra lui, come i vermi nel ñro corpo, e però noi appartenemo alla providenza di Dio, e non del mondo, e delle stelle perche rispetto à loro siamo casuali, ma rispetto à Dio, di cui essi sono stromenti siamo previsti, et provisti, però à Dio solo havemo l’obligo di Signore, di Padre, e di tutto. Tengono per certa cosa l’immortalità dell’anima, et che s’accompagni morendo spiriti buoni, e rei secondo il merito, ma li luochi delle pene, e premÿ l’hanno pertanto certe; ma assai ragionevole pare che sia il cielo, et li luochi sotterranei. Stanno anche molto curiosi di sapere se queste pene sono eterne, ò nò. Di più son certi che vi siano angeli buoni, e tristi, com’avviene frà l’huõi; ma quello, che sarà di loro aspettano aviso dal cielo. Stanno<ref>Possibile lettura ''Hanno in dubio''' ecc., ndt</ref> in dubio se ci siano<section end="v1" />




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<section begin="v2" />fatto il mondo come l’Ebrei, e Caldei antichi, non li moderni excogitano, e cossi alzando per rifar il suo sta più giorni in Settentrione che in Austro, e par salire in eccentrico. Tengono dai Principi fisici il sole padre, e la terra madre e l’aere essere cielo impuro, et il fuoco venir dal sole; e il mare esser sudor della terra liquefatta dal sole: e l’unir l’aere con la terra com’il sangue, il spirito col corpo umano; e il mondo esser’animale grande, e noi star intra lui, come i vermi nel nostro corpo, e però noi appartenemo alla providenza di Dio, e non del mondo; e delle stelle perché rispetto a loro siamo casuali, ma rispetto a Dio, di cui essi sono stromenti siamo previsti, e provisti, però a Dio solo avemo l’obligo di Signore, di Padre, e di tutto. Tengono per certa cosa l’immortalità dell’anima, et che s’accompagni morendo con spiriti buoni, e rei secondo il merito, ma li luochi delle pene, e premi non l’hanno pertanto certe, ma assai ragionevole pare che sia il cielo, e li luochi sotterranei. Stanno anche molto curiosi di sapere se queste pene sono eterne, o no. Di più son certi che vi siano angeli buoni, e tristi, com’avviene fra l’uomini; ma quello, che sarà di loro aspettano aviso dal cielo. Stanno in dubio se ci siano
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fatto il mondo come l’Hebrei, e Caldei antichi, no(n) li moderni excogitano, e cossi alzando p(er) rifar il suo stà più giorni in Settentrione che in Austro, e par salire in eccentrico. Tengono dai Principÿ fisici il sole padre, e la t(er)ra madre e l’aere essere cielo impuro, et il fuoco venir dal sole; et il mare esser sudor della t(er)ra liquefatta dal sole: e l’unir l’aere con la terra com’il sangue, il spirito col corpo humano; et il mondo esser’animale grande, e noi star intra lui, come i vermi nel n(ost)ro corpo, e però noi appartenemo alla providenza di Dio, e non del mondo; e delle stelle perche rispetto à loro siamo casuali, ma rispetto à Dio, di cui essi sono stromenti siamo previsti, et provisti, però à Dio solo havemo l’obligo di Signore, di Padre, e di tutto. Tengono per certa cosa l’immortalità dell’anima, et che s’accompagni moendo co(n) spiriti buoni, è rei secondo il merito, ma li luochi delle pene, e premÿ no(n) l’hanno pertanto certe, ma assai ragionevole pare che sia il cielo, et li luochi sotterranei. Stanno anche molto curiosi di sapere se queste pene sono eterne, ò . Di più son certi che vi siano angeli buoni, e tristi, com’avviene frà l’huo(min)i; ma quello, che sarà di loro aspettano aviso dal cielo. Stanno in dubio se ci siano<section end="v2" />