Pagina:La Divina Commedia Napoletano Domenico Jaccarino-Nfierno.djvu/163: differenze tra le versioni
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''{{pt|ma|Poema}}'' dell’Alighieri in lingua napoletana. Senza dubbio lo scopo dello scrittore è ottimo, quello cioè di portare a conoscenza del popolo il nostro Dante, onde noi nutriamo fiducia il pubblico farà sempre più buon viso al giornale del sig. Jaccarino.» |
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Il ''Vero Messaggiero del Mattino'' di Napoli, nel suo n. 296 anno II. del dì 8 agosto 1867, recò l’annunzio dell’opera con queste parole che riportiamo testualmente: «Il sig. Domenico Jaccarino sta pubblicando nel giornale ''La Partenope'' una sua traduzione in dialetto napolitano della ''Divina Commedia'' del Dante Alighieri. |
Il ''Vero Messaggiero del Mattino'' di Napoli, nel suo n. 296 anno II. del dì 8 agosto 1867, recò l’annunzio dell’opera con queste parole che riportiamo testualmente: |
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«Il sig. Domenico Jaccarino sta pubblicando nel giornale ''La Partenope'' una sua traduzione in dialetto napolitano della ''Divina Commedia'' del Dante Alighieri. |
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Il Ministro della Pubblica Istruzione, scriveva al Jaccarino dal suo Gabinetto Particolare, Firenze 7 agosto 1867. |
Il Ministro della Pubblica Istruzione, scriveva al Jaccarino dal suo Gabinetto Particolare, Firenze 7 agosto 1867. |
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Illustrissimo Signore |
::Illustrissimo Signore |
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Sarà sempre degno di molta lode chiunque fa opera, con qualsiasi mezzo, di educare il popolo a nobili sentimenti, di istillargli l’amor del lavoro, il rispetto alle leggi, e tutte quelle altre virtù che formano l’uomo onesto ed il buon cittadino. Se Ella stima ed ha provato mezzo utile a ciò lo spiegare il Dante a cotesto popolo nel suo dialetto io non posso che commendarla e rallegrarmi del bene che son certo deriverà dalle sue fatiche, giacchè non mi è dubbio che Ella saprà dai tesori di sapienza riposti nella Divina Commedia cavare argomenti atti a infondere a ne’ suoi uditori quelle virtù ch’io diceva. |
«Sarà sempre degno di molta lode chiunque fa opera, con qualsiasi mezzo, di educare il popolo a nobili sentimenti, di istillargli l’amor del lavoro, il rispetto alle leggi, e tutte quelle altre virtù che formano l’uomo onesto ed il buon cittadino. Se Ella stima ed ha provato mezzo utile a ciò lo spiegare il Dante a cotesto popolo nel suo dialetto io non posso che commendarla e rallegrarmi del bene che son certo deriverà dalle sue fatiche, giacchè non mi è dubbio che Ella saprà dai tesori di sapienza riposti nella Divina Commedia cavare argomenti atti a infondere a ne’ suoi uditori quelle virtù ch’io diceva. |
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Resta ch’io auguri all’impresa della S.<sup>a</sup> V.<sup>a</sup> quel buon successo di cui è degno, e profitto di questa occasione per offerirmi alla S.<sup>a</sup> V.<sup>a</sup> |
Resta ch’io auguri all’impresa della S.<sup>a</sup> V.<sup>a</sup> quel buon successo di cui è degno, e profitto di questa occasione per offerirmi alla S.<sup>a</sup> V.<sup>a</sup> |
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