Pagina:Catullo e Lesbia.djvu/17: differenze tra le versioni

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mano ogni suo privilegio; il senato, di cui s’inforsò l’autorità; il popolo, a cui si resero impossibili i comizi:<ref>{{AutoreIgnoto|Laboulaye}}, ''Organis. des tribunaux'', etc.</ref> gl’Italici, vinti in campo con l’armi, vinceano col voto in città. La responsabilità dei magistrati diminuita in ragione diretta dell’estensione delle conquiste; prorogate le magistrature e gl’imperi: ai tribuni per poter meglio resistere e per far più dispetto alla nobiltà; ai consoli per mal inteso zelo d’utilità pubblica;<ref>{{AutoreCitato|Machiavelli}}, ''{{TestoCitato|Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio|Discorsi}}'', [[Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro terzo/Capitolo 24|lib. III, 24.]]</ref> accordati pieni poteri ai governatori, semplici magistrati a Roma, magistrati supremi ed inappellabili nelle province. Da ciò quattro mali: la riputazione e le cariche ristrette in pochi; la prepotenza dei proconsoli e dei pretori; l’oppressione e il malcontento dei provinciali; la corruzione dell’esercito divenuto servo del mestiere e partigiano di chi il comandava.
mano ogni suo privilegio; il senato, di cui s’inforsò l’autorità; il popolo, a cui si resero impossibili i comizi:<ref>{{AutoreCitato|Édouard René de Laboulaye|Laboulaye}}, ''Organis. des tribunaux'', etc.</ref> gl’Italici, vinti in campo con l’armi, vinceano col voto in città. La responsabilità dei magistrati diminuita in ragione diretta dell’estensione delle conquiste; prorogate le magistrature e gl’imperi: ai tribuni per poter meglio resistere e per far più dispetto alla nobiltà; ai consoli per mal inteso zelo d’utilità pubblica;<ref>{{AutoreCitato|Niccolò Machiavelli|Machiavelli}}, ''{{TestoCitato|Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio|Discorsi}}'', [[Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro terzo/Capitolo 24|lib. III, 24.]]</ref> accordati pieni poteri ai governatori, semplici magistrati a Roma, magistrati supremi ed inappellabili nelle province. Da ciò quattro mali: la riputazione e le cariche ristrette in pochi; la prepotenza dei proconsoli e dei pretori; l’oppressione e il malcontento dei provinciali; la corruzione dell’esercito divenuto servo del mestiere e partigiano di chi il comandava.


Il senato, già mente e cuore della repubblica, degno, come dice Bossuet, delle lodi dello Spirito Santo, che non isdegnò di notare nel {{TestoCitato|Sacra Bibbia/Antico Testamento/Maccabei I|libro dei Maccabei}} l’alta prudenza ed i vigorosi consigli di quella sapiente assemblea,<ref>{{Ac|Jacques Bénigne Bossuet|Bossuet}}, ''Disc. sur l’Hist. univ.'', III, 6.</ref> il senato perde mano mano ogni podestà; soggiace alla forza delle armi, o all’astuzia degl’intrighi; vien reclutato dal più potente,<ref>{{AutoreCitato|Svetonio}}, ''in Jul. Caesare'', 41.</ref> invaso un po’ per volta da quella razza bastarda di ricchi, venuta su a furia di concussioni e di ladronecci, che non contenta di spadroneggiare nelle province soggette, s’insinua mascheratamente in Roma, compra le anime degli altri per vender poi la propria alla sua volta; schiaccia i
Il senato, già mente e cuore della repubblica, degno, come dice {{AutoreCitato|Jacques Bénigne Bossuet|Bossuet}}, delle lodi dello Spirito Santo, che non isdegnò di notare nel {{TestoCitato|Sacra Bibbia/Antico Testamento/Maccabei I|libro dei Maccabei}} l’alta prudenza ed i vigorosi consigli di quella sapiente assemblea,<ref>{{Ac|Jacques Bénigne Bossuet|Bossuet}}, ''Disc. sur l’Hist. univ.'', III, 6.</ref> il senato perde mano mano ogni podestà; soggiace alla forza delle armi, o all’astuzia degl’intrighi; vien reclutato dal più potente,<ref>{{AutoreCitato|Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio}}, ''in Jul. Caesare'', 41.</ref> invaso un po’ per volta da quella razza bastarda di ricchi, venuta su a furia di concussioni e di ladronecci, che non contenta di spadroneggiare nelle province soggette, s’insinua mascheratamente in Roma, compra le anime degli altri per vender poi la propria alla sua volta; schiaccia i