Pagina:De Amicis - Il romanzo d'un maestro, Treves, 1900.djvu/399: differenze tra le versioni

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{{Pt|fari|affari}} del comune a un tal punto, che un capo ragioniere mandato dal sotto-prefetto a fare un’ispezione aveva trovato l’uffizio comunale in uno stato deplorevole, gli archivi in disordine, mancanti gl’inventari, i registri di contabilità sottosopra, e perduto persino il sussidio governativo per una nuova strada, per non esser state fatte in tempo le pratiche necessarie. Per questo il sindaco era andato giù, e n’era venuto un altro, tutto carne e pelle col parroco, il quale era diventato il vero re del paese. Il Ratti domandò notizie del segretario. Il segretario era scappato appena caduto il sindaco, lasciando pien di chiodi il paese e desolata la maestrina; la quale aveva finito, nonostante il ''voto fatto'' a innamorarsi di lui, tanto che alla prima notizia della fuga, s’era chiusa in camera, dando a sospettare che si volesse asfissiar col carbone; ma il padre e i vicini, sfondata la porta, l’avevan trovata che copiava in bella una poesia. Siccome poi, in quell’anno, compiva i ventinove, così tutti stavano aspettando che, giusta il suo proposito, pubblicasse le cose proprie: essa diceva che aveva tutto in pronto, e che voleva dedicar le sue opere alla regina di Portogallo. — E sa, — concluse la Strinati, accomiatandosi; — le scuole son sempre nel medesimo stato. Non c’è che qualche vetro rotto di più.
{{Pt|fari|affari}} del comune a un tal punto, che un capo ragioniere mandato dal sotto-prefetto a fare un’ispezione aveva trovato l’uffizio comunale in uno stato deplorevole, gli archivi in disordine, mancanti gl’inventari, i registri di contabilità sottosopra, e perduto persino il sussidio governativo per una nuova strada, per non esser state fatte in tempo le pratiche necessarie. Per questo il sindaco era andato giù, e n’era venuto un altro, tutto carne e pelle col parroco, il quale era diventato il vero re del paese. Il Ratti domandò notizie del segretario. Il segretario era scappato appena caduto il sindaco, lasciando pien di chiodi il paese e desolata la maestrina; la quale aveva finito, nonostante il ''voto fatto'' a innamorarsi di lui, tanto che alla prima notizia della fuga, s’era chiusa in camera, dando a sospettare che si volesse asfissiar col carbone; ma il padre e i vicini, sfondata la porta, l’avevan trovata che copiava in bella una poesia. Siccome poi, in quell’anno, compiva i ventinove, così tutti stavano aspettando che, giusta il suo proposito, pubblicasse le cose proprie; essa diceva che aveva tutto in pronto, e che voleva dedicar le sue opere alla regina di Portogallo. — E sa, — concluse la Strinati, accomiatandosi; — le scuole son sempre nel medesimo stato. Non c’è che qualche vetro rotto di più.