Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/450: differenze tra le versioni

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tenendo l’esercito straniero inespugnabile pensarono disertare le patrie terre, e procacciarsi un asilo nella vicina Egitto, da dove poscia, di soverchio moltiplicati in grazia della prole e venendo loro meno gli agi della vita per la ristrettezza del suolo, furono costretti a penetrare nell’Africa, occupandone molte città e quanto havvi di terra sino alle Colonne d’Ercole <ref>(1) Leggiamo in {{AutoreCitato|Apollodoro|Apollodoro}} l’origine mitologica di questo nome. Riferendo lo storico le dodici imprese da Euristeo comandate ad Ercole, venuto alla decima, che fa di condurgli ila Erizia le vacche di Gerione, scrive: « Andando adunque Ercole per quelle vacche di Gerione dalla parte d’Europa, e molti mostri per via trapassando recossi il Libia: ma fatto cammino per Tartesso, volle lasciar monumento di quel suo viaggio, e piantò ai confini di Europa e di Libia due opposte colonne » (Bibl., lib. {{Sc|ii}}, trad. del {{AutoreCitato|Giuseppe Compagnoni|Compagnoni}}).</ref>, parlandosi eziandio sopr’essa mezzo fenicio linguaggio. Edificarono altresì nella Numidia la città di Tinge<ref>(2) Rammentata da {{AutoreCitato|Strabone}} (lib. {{Sc|iii}}); Tanger ai moderni geografi. « Edificarono un forte nella Numidia, ov’è ora la città di Tigiso. ({{AutoreCitato|Louis Cousin|Cous.}}) »
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</ref> scegliendo all’uopo un munitissimo luogo, ed inalzaronvi presso ad una gran fonte due colonne di marmo bianco su cui leggonsi queste parole scolpite in caratteri fenicii : ''Noi siamo fuggiti dal cospetto del ladrone Giosué, prole di Nave''. Prima di costoro tuttavia altri popoli dimoravano in Africa, nomati figli di quel suolo; quindi è che Anteo re loro, il quale combatté con Ercole in Clipea<ref name="pg426">(3) Intorno a questo racconto cosi Apollodoro : « Tenea il paese (Libia) Anteo, figliuolo di Nettuno, il quale obbligando i forestieri a combatter seco in aperto campo, finiva coll’ {{Pt|ucci-|}}</ref>,

tenendo l’esercito straniero inespugnabile pensarono disertare le patrie terre , e procacciarsi un asilo nella vicina Egitto, da dove poscia, di soverchio moltiplicati in grazia della prole e venendo loro meno gli agi della vita per la ristrettezza del suolo, furono costretti a penetrare nell’Africa, occupandone molte città e quanto bavvi di terra sino alle Colonne d’Ercole (i), parlandosi eziandio sopr’ essa mezzo fenicio linguaggio. Edificarono altresì nella Numidia la città di Tinge (2) scegliendo all’uopo un munitissimo luogo, ed inalzaronoi presso ad una gran fonte due colonne di marmo bianco su cui leggonsi queste parole scolpite in caratteri fenicii : Noi siamo fuggiti dal cospetto àel ladrone Giosué, prole di Nave. Prima di costoro tuttavia altri popoli dimoravano in Africa , nomati figli di quel suolo \ quindi é che Anteù re loro, il quale combatté con Ercole in Clipea (3),

(i) Leggiamo in Apollodoro l’origine mitologica di questo nome. Riferendo lo storico le dodici imprese da Euristeo comandate ad Èrcole , venuto alla decima , che fa di condurgli ila Krizia le vacche di Gerione, scrive: « Andando adunque Èrcole » per quelle vacche di Gerione dalla parte d’ Europa , e molti » mostri per via trapassando recossi il Libia: ma fatto cammino » per Tari esso , volle lasciar monumento di quel suo viaggio, e » piantò ai confini di Europa e di Libia due opposte colonne » (Bibl. , lib. H, trad. del Compagnoni).

(i) Rammentata da Strabene (lib. m); Tanger ai moderni geografi. « Edificarono un forte nella Numidia, ov’ é ora la u città di Tigiso. (Cous.) »

(3) Intorno a questo racconto cosi Apollodoro : n Tenca il » paese (Libia) Anteo, figliuolo di Ncttuno, il quale obbligando i « forestieri a combatter seco in aperto campo , finiva coll’ uccivenne