Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/70: differenze tra le versioni

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Allora Lara chinò anch’essa la testa dolente, pensando alla noia, alla tristezza che l’attendeva nella vasta e desolata e fredda casa paterna. Vi ritornava sana di corpo e malata di anima, più malata del come vi era partita...
Allora Lara chinò anch’essa la testa dolente, pensando alla noia, alla tristezza che l’attendeva nella vasta e desolata e fredda casa paterna. Vi ritornava sana di corpo e malata di anima, più malata del come vi era partita...


Guardò le montagne, la pianura, il mare, e quando il mare, la pianura, e le montngne sparvero a poco a poco nell’orizzonte velato dalle penombre della sera, anche Lara provò lo stesso vuoto, la stessa angoscia di Nunzio e pianse silenziosamente, nell’ombra dei boschi e dell’imbrunire, mentre i zoccoli ferrati del suo cavallo risonavano silenziosi e cadenzati sulla durezza della strada deserta e rocciosa, accompagnati dal susurro del vento e del torrente, tutte note strazianti nella mestizia della solitudine del paesaggio sardo, che dicevano a Lara: — Piangi e non sognare mai più! — La vita è sinonimo di tristezza! — E Lara piangeva, ma non sognava più! Col mare erano sparite le isole verdi dalle casette di porcellana e gli alberi di smeraldo, — con le montagne erano sfumati i castelli neri, gli spalti e gli alti ballatoi di marmo, i paggi, i costumi di broccato e le storie, — e il castellano erasi trasformato in un giovane povero, di cui Lara non poteva neanche più pronunziare il nome.<section end="1" />
Guardò le montagne, la pianura, il mare, e quando il mare, la pianura, e le montagne sparvero a poco a poco nell’orizzonte velato dalle penombre della sera, anche Lara provò lo stesso vuoto, la stessa angoscia di Nunzio e pianse silenziosamente, nell’ombra dei boschi e dell’imbrunire, mentre i zoccoli ferrati del suo cavallo risonavano silenziosi e cadenzati sulla durezza della strada deserta e rocciosa, accompagnati dal susurro del vento e del torrente, tutte note strazianti nella mestizia della solitudine del paesaggio sardo, che dicevano a Lara: — Piangi e non sognare mai più! — La vita è sinonimo di tristezza! — E Lara piangeva, ma non sognava più! Col mare erano sparite le isole verdi dalle casette di porcellana e gli alberi di smeraldo, — con le montagne erano sfumati i castelli neri, gli spalti e gli alti ballatoi di marmo, i paggi, i costumi di broccato e le storie, — e il castellano erasi trasformato in un giovane povero, di cui Lara non poteva neanche più pronunziare il nome.<section end="1" />


<section begin="2" />{{Centrato|<big>XVI.</big>}}
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